LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Verbale autovelox nullo senza prova della taratura

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3335/2024, ha rigettato il ricorso di un Comune, confermando l’annullamento di un verbale autovelox. La Corte ha ribadito che l’amministrazione ha l’onere di provare la corretta e periodica taratura dello strumento di rilevamento della velocità. Non è sufficiente menzionare la taratura nel ricorso, ma è necessario fornire la documentazione specifica e indicarne la precisa collocazione negli atti processuali, pena l’inammissibilità del motivo di ricorso.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Verbale Autovelox: Nullo se il Comune non Prova la Taratura

Un verbale autovelox può essere annullato se l’ente accertatore non fornisce la prova della corretta e periodica taratura dell’apparecchio? La risposta è affermativa, come ribadito dalla Corte di Cassazione con una recente ordinanza. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale a tutela del cittadino: l’onere della prova sull’affidabilità dello strumento spetta sempre alla Pubblica Amministrazione. Analizziamo insieme i dettagli di questo importante caso.

I Fatti del Caso: Una Multa per Eccesso di Velocità

Tutto ha inizio con una multa per eccesso di velocità. Una conducente veniva sanzionata dalla Polizia Municipale di un Comune per aver superato di 5 km/h il limite di velocità di 50 km/h, violazione accertata tramite un dispositivo autovelox mobile.

L’automobilista decideva di opporsi al verbale davanti al Giudice di Pace, il quale accoglieva il ricorso annullando la sanzione, ritenendo decisiva la mancata contestazione immediata dell’infrazione. Il Comune, non soddisfatto, proponeva appello.

Il Giudizio di Appello e la Questione della Prova

Il Tribunale, in sede di appello, pur dando ragione al Comune sulla non necessità della contestazione immediata in quel caso specifico, rigettava comunque il gravame. La motivazione era differente ma cruciale: il Comune non aveva adempiuto al proprio onere di provare il corretto funzionamento dell’autovelox. In particolare, non aveva depositato alcun certificato di taratura o di omologazione, né dal verbale era possibile capire se per quell’apparecchio fosse prescritta una verifica periodica.

L’Analisi della Cassazione: i motivi del verbale autovelox nullo

Il Comune decideva di portare la questione fino in Cassazione, basando il proprio ricorso su due motivi principali. La Suprema Corte, tuttavia, li ha respinti entrambi, confermando la nullità della multa.

Primo Motivo: L’Onere della Prova della Taratura

Il Comune sosteneva che per gli apparecchi mobili, a differenza di quelli fissi, non fosse obbligatoria la verifica periodica prima di una storica sentenza della Corte Costituzionale del 2015. Affermava inoltre di aver comunque effettuato una taratura prima dell’infrazione e di aver prodotto il relativo certificato nel primo grado di giudizio.

La Cassazione ha dichiarato questo motivo inammissibile per difetto di specificità. La Corte ha ricordato che, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 113/2015, tutte le apparecchiature per la misurazione della velocità devono essere sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e taratura. La prova di tali verifiche non può essere fornita con mezzi diversi dalle certificazioni ufficiali. Il semplice verbale di accertamento non ha ‘fede privilegiata’ su questo aspetto. Il ricorrente, pur affermando di aver prodotto il certificato, non ha indicato in modo preciso dove tale documento si trovasse all’interno del fascicolo processuale, impedendo di fatto alla Corte di Cassazione di verificarlo. Questa omissione procedurale, ai sensi dell’art. 366 c.p.c., rende il motivo inammissibile.

Secondo Motivo: La Presunta Rinuncia alle Eccezioni

Il Comune lamentava che l’automobilista, nel difendersi in appello, non avesse chiesto espressamente il riesame della questione relativa alla mancata omologazione e taratura, e che quindi tale eccezione dovesse considerarsi rinunciata.

Anche questo motivo è stato giudicato infondato. La Corte ha chiarito che la parte vittoriosa in primo grado non ha l’onere di proporre un appello incidentale per far riesaminare questioni assorbite dal giudice precedente. È sufficiente che le riproponga espressamente. Nel caso di specie, il Tribunale aveva dato atto che l’appellata aveva ribadito tutti i motivi di ricorso del primo grado, inclusa l’illegittimità del verbale per assenza di prova sulla corretta funzionalità dell’autovelox. Pertanto, nessuna rinuncia poteva essere presunta.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Cassazione si fonda su principi consolidati e di fondamentale importanza. In primo luogo, l’obbligo di taratura periodica per tutti gli autovelox, fissi o mobili, è un requisito imprescindibile per la loro affidabilità. In secondo luogo, l’onere di dimostrare che tali controlli siano stati effettuati regolarmente spetta sempre e solo all’ente che contesta l’infrazione. Infine, dal punto di vista processuale, chi ricorre in Cassazione deve rispettare un principio di specificità, indicando con precisione gli atti e i documenti su cui si fondano i motivi, per consentire alla Corte di esercitare il proprio controllo.

Conclusioni: Cosa Insegna Questa Sentenza sul Verbale Autovelox

Questa ordinanza rappresenta un’importante conferma per tutti i cittadini. Un verbale autovelox non è valido a prescindere, ma la sua legittimità è strettamente legata alla prova, fornita dall’amministrazione, della perfetta efficienza e della regolare manutenzione dell’apparecchio utilizzato. In assenza di tale prova, o in caso di vizi procedurali nel presentarla in giudizio come in questo caso, la multa può e deve essere annullata. È un monito per le amministrazioni a gestire con rigore e trasparenza le procedure di accertamento e un’affermazione del diritto del cittadino a una difesa completa contro sanzioni non adeguatamente provate.

È sufficiente che il verbale della multa menzioni l’avvenuta taratura dell’autovelox?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione ha chiarito che il verbale di accertamento non costituisce prova con ‘fede privilegiata’ riguardo il corretto funzionamento dell’apparecchio. L’amministrazione deve fornire la prova concreta, come il certificato di taratura, e non può limitarsi a una semplice attestazione sul verbale.

Chi deve provare che l’autovelox funziona correttamente ed è stato tarato?
L’onere della prova grava sempre sull’amministrazione che ha emesso la multa (in questo caso, il Comune). In caso di contestazione da parte del cittadino, spetta all’ente pubblico dimostrare la piena funzionalità dell’apparecchio e la regolarità delle verifiche periodiche di taratura.

Se una mia eccezione viene ‘assorbita’ in primo grado, devo proporre appello per farla riesaminare?
No. Se una parte risulta pienamente vittoriosa in primo grado, non ha l’onere di proporre un appello incidentale per le questioni assorbite (cioè non decise perché la decisione si è basata su un altro punto). Tuttavia, per evitare che si presumano rinunciate, è tenuta a riproporle espressamente negli atti difensivi del giudizio di appello promosso dalla controparte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati