LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Vendita immobili pubblici: giurisdizione amministrativa

Un inquilino contesta la decisione di un Comune di aumentare il prezzo di vendita di un immobile pubblico e, successivamente, di escluderlo dal piano di alienazione. La Corte di Cassazione risolve il conflitto di giurisdizione, stabilendo la competenza del giudice amministrativo per le controversie relative alla fase di programmazione della vendita di beni pubblici. In questa fase, infatti, il cittadino vanta un interesse legittimo al corretto esercizio del potere discrezionale della Pubblica Amministrazione, non ancora un diritto soggettivo all’acquisto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Vendita Immobili Pubblici: a Chi Rivolgersi? La Cassazione Chiarisce la Giurisdizione

La procedura di vendita immobili pubblici può trasformarsi in un complesso percorso a ostacoli per i cittadini, specialmente per gli inquilini che sperano di acquistare la casa in cui vivono da anni. Una recente ordinanza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: a quale giudice rivolgersi quando la Pubblica Amministrazione cambia le carte in tavola? La risposta dipende dalla natura dell’atto contestato e dalla fase procedurale in cui ci si trova.

Il Caso: Un Percorso a Ostacoli per l’Acquisto dell’Immobile Comunale

Un cittadino, conduttore di un immobile di proprietà di un Comune, manifestava il proprio interesse all’acquisto dopo che l’ente aveva inserito il bene in un piano di alienazione, stabilendo un valore di mercato iniziale. Successivamente, il Comune non solo approvava un nuovo piano di valorizzazione immobiliare che aumentava considerevolmente il prezzo dell’immobile, ma, in pendenza del giudizio instaurato dal cittadino contro tale aumento, decideva di escludere completamente l’abitazione dall’elenco dei beni in vendita.

L’inquilino si trovava così di fronte a due atti lesivi: prima un aumento di prezzo ritenuto sproporzionato, poi una vera e propria revoca della possibilità di acquisto. La questione è approdata dinanzi ai giudici amministrativi (TAR e Consiglio di Stato), i quali hanno ritenuto che la contestazione sull’esclusione dell’immobile dalla vendita riguardasse un diritto soggettivo (il diritto di opzione all’acquisto) e che, pertanto, la competenza fosse del giudice ordinario, non di quello amministrativo.

La Questione di Giurisdizione: Giudice Ordinario o Amministrativo?

Il cuore della controversia legale si è concentrato sulla determinazione della corretta giurisdizione. Secondo il Consiglio di Stato, l’impugnazione originaria contro la determinazione del prezzo rientrava nella giurisdizione amministrativa, ma i motivi aggiunti contro l’esclusione del bene dalla vendita dovevano essere decisi dal giudice ordinario. Questa “scissione” della causa ha portato il cittadino a ricorrere in Cassazione per risolvere il conflitto.

Vendita Immobili Pubblici: Le Due Fasi del Procedimento secondo la Cassazione

Le Sezioni Unite hanno colto l’occasione per ribadire un principio fondamentale in materia di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico. La procedura si articola in due fasi distinte, con diverse posizioni giuridiche per il privato e, di conseguenza, diversa giurisdizione.

1. Prima Fase (di Diritto Pubblico): Questa fase comprende tutti gli atti di programmazione e individuazione dei beni da vendere, la determinazione del prezzo e le procedure di evidenza pubblica. In questo stadio, la Pubblica Amministrazione agisce esercitando un potere autoritativo e discrezionale. Il privato cittadino non ha ancora un diritto all’acquisto, ma un interesse legittimo a che l’amministrazione eserciti il suo potere in modo corretto, logico e conforme alla legge. Le controversie in questa fase appartengono alla giurisdizione del giudice amministrativo.

2. Seconda Fase (di Diritto Privato): Questa fase inizia solo dopo che l’ente pubblico ha concluso la procedura pubblicistica e formula un’offerta di vendita concreta. A questo punto, sorge in capo al conduttore un vero e proprio diritto soggettivo di opzione. Se l’amministrazione contesta o viola questo diritto, la controversia rientra nella giurisdizione del giudice ordinario.

Le Motivazioni della Decisione delle Sezioni Unite

Applicando questi principi al caso di specie, la Corte di Cassazione ha stabilito che la decisione del Comune di escludere l’immobile dal piano di alienazione è un atto che rientra a pieno titolo nella prima fase. Si tratta di una scelta discrezionale, espressione del potere di programmazione e gestione del patrimonio pubblico.

Il cittadino, impugnando tale delibera, non stava facendo valere un diritto all’acquisto (che non era ancora sorto), ma contestava le modalità di esercizio del potere amministrativo, lamentando profili di eccesso di potere, carenza di istruttoria e disparità di trattamento. La sua posizione giuridica era, quindi, quella di un interesse legittimo. Di conseguenza, le Sezioni Unite hanno dichiarato la giurisdizione del giudice amministrativo su tutta la controversia, inclusi i motivi aggiunti contro l’atto di esclusione dalla vendita. La sentenza del Consiglio di Stato è stata cassata con rinvio, affinché proceda all’esame del merito della questione.

Conclusioni

Questa pronuncia chiarisce un punto fondamentale per chiunque si interfacci con la P.A. nella vendita di immobili pubblici. La tutela del cittadino è garantita, ma deve essere cercata dinanzi al giudice corretto. Finché la controversia riguarda le scelte a monte dell’amministrazione (se vendere, cosa vendere e a quale prezzo), la giurisdizione è del giudice amministrativo. Solo quando la procedura pubblica si è conclusa e si entra nella fase negoziale, eventuali inadempimenti dell’ente pubblico andranno lamentati dinanzi al giudice ordinario. Una distinzione essenziale per non incorrere in pronunce di inammissibilità e per garantire una tutela efficace dei propri interessi.

Quando un cittadino contesta la decisione di un Comune sulla vendita di un immobile pubblico, a quale giudice deve rivolgersi?
Se la contestazione riguarda atti della fase di programmazione della vendita, come la determinazione del prezzo o l’inclusione/esclusione di un bene dal piano di alienazione, la giurisdizione appartiene al giudice amministrativo. In questa fase, il cittadino tutela un interesse legittimo al corretto esercizio del potere pubblico.

La decisione di un Comune di escludere un immobile da un piano di vendita è un atto di natura pubblica o privata?
Secondo la Corte di Cassazione, è un atto di natura eminentemente pubblica. Esso rappresenta l’esercizio del potere autoritativo e discrezionale dell’amministrazione nella gestione del proprio patrimonio e non un atto compiuto con la capacità di diritto privato.

Qual è la differenza tra interesse legittimo e diritto soggettivo in questo contesto?
L’interesse legittimo è la pretesa del cittadino a che la Pubblica Amministrazione agisca nel rispetto della legge nella fase di programmazione della vendita. Il diritto soggettivo all’acquisto sorge solo in un momento successivo, quando l’ente, esaurita la procedura pubblicistica, formula una vera e propria offerta di vendita che il privato può accettare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati