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Vendita franco partenza: la garanzia per vizi

Un’azienda acquista una partita di mele con clausola ‘vendita franco partenza’. La merce arriva difettosa. La Cassazione chiarisce che il venditore rimane responsabile per i vizi preesistenti alla consegna al trasportatore. Spetta al venditore, non al compratore, provare che i difetti sono sorti durante il trasporto.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Vendita Franco Partenza: La Garanzia per Vizi Resta a Carico del Venditore

La clausola vendita franco partenza è comune nelle transazioni commerciali, ma quali sono le esatte responsabilità del venditore? Se la merce arriva a destinazione danneggiata, chi ne risponde? Con l’ordinanza n. 31212/2024, la Corte di Cassazione fa chiarezza, stabilendo che tale clausola libera il venditore dall’obbligo di consegna, ma non dalla garanzia per i vizi preesistenti al trasporto.

I Fatti del Caso: Una Fornitura di Mele Contestate

Una società operante nel settore alimentare acquistava una partita di mele per uso industriale da un fornitore agricolo. Il contratto prevedeva la clausola “franco partenza”, con trasporto organizzato e pagato dalla società acquirente.

Alla consegna presso il destinatario finale, il carico veniva rifiutato a causa di gravi difetti qualitativi che rendevano le mele inadatte alla lavorazione. La società acquirente contestava quindi la fornitura e si rifiutava di pagare il prezzo, ma il fornitore otteneva un decreto ingiuntivo per il pagamento.

La Decisione nei Primi Gradi di Giudizio

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello davano ragione al venditore. Secondo i giudici di merito, la clausola vendita franco partenza implicava che la responsabilità del venditore cessasse nel momento in cui la merce veniva consegnata al trasportatore. Poiché il trasportatore, incaricato dall’acquirente, aveva accettato la merce senza sollevare contestazioni, ogni successivo deterioramento era da considerarsi un rischio a carico dell’acquirente. La Corte d’Appello, inoltre, riteneva probabile che il danno fosse stato causato dal trasporto, avvenuto in estate per quattro giorni su un camion non refrigerato.

La Vendita ‘Franco Partenza’ e l’Onere della Prova secondo la Cassazione

La società acquirente ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando un’errata interpretazione delle norme sulla compravendita e sull’onere della prova. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ribaltando la decisione dei giudici di merito e affermando principi fondamentali.

Distinzione tra Obbligo di Consegna e Garanzia per Vizi

Il punto centrale della decisione è la netta distinzione tra l’obbligazione di consegna e la garanzia per i vizi della cosa venduta. L’art. 1510 c.c., che disciplina la vendita franco partenza, stabilisce che il venditore si libera dall’obbligo di consegna rimettendo la merce al vettore. Tuttavia, questo non lo libera dalla garanzia che la merce, in quel preciso momento, sia priva di difetti (art. 1490 c.c.).

L’Inversione dell’Onere della Prova

La Cassazione ha chiarito che la Corte d’Appello ha commesso un errore cruciale invertendo l’onere della prova. Una volta che l’acquirente dimostra l’esistenza dei vizi al momento della scoperta (in questo caso, all’arrivo a destinazione), spetta al venditore provare che tali vizi non esistevano al momento della partenza o che sono stati causati da eventi a lui non imputabili, come le modalità di trasporto. Non è l’acquirente a dover provare il fatto negativo che i vizi non siano dovuti al trasporto.

I Limiti della “Comune Esperienza”

Infine, la Corte ha censurato il ricorso alla “nozione di comune esperienza” da parte dei giudici di merito. Affermare che un trasporto estivo di quattro giorni senza refrigerazione causi necessariamente il deterioramento delle mele non è un fatto notorio. Si tratta di una valutazione tecnica che non rientra nella conoscenza comune e che, pertanto, non poteva essere posta a fondamento della decisione senza prove specifiche.

le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un’interpretazione rigorosa del Codice Civile. La clausola “franco partenza” attiene esclusivamente al luogo e al momento dell’adempimento dell’obbligo di consegna e alla ripartizione dei rischi del trasporto. La garanzia per i vizi, invece, è un’obbligazione distinta che riguarda la qualità intrinseca del bene al momento del passaggio di proprietà, che nella vendita di cose mobili generiche coincide con la consegna al vettore. Il venditore è tenuto a consegnare al trasportatore una merce conforme al contratto e priva di difetti. Se l’acquirente lamenta la presenza di vizi, è onere del venditore dimostrare di aver adempiuto correttamente, provando che la causa del deterioramento è successiva alla consegna al vettore e a lui non imputabile.

le conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione offre importanti tutele per gli acquirenti nelle transazioni commerciali. Si ribadisce che la clausola vendita franco partenza non è uno scudo totale per il venditore. Quest’ultimo rimane sempre garante della qualità della merce fornita al momento della consegna al trasportatore. Per l’acquirente, è fondamentale documentare tempestivamente e accuratamente eventuali difetti riscontrati all’arrivo, mentre per il venditore diventa cruciale poter dimostrare lo stato della merce al momento della partenza per escludere la propria responsabilità.

Nella vendita “franco partenza”, il venditore è sempre esente da responsabilità dopo aver consegnato la merce al trasportatore?
No. Il venditore si libera solo dell’obbligo di consegna, ma rimane responsabile per i vizi della merce esistenti al momento in cui questa viene affidata al trasportatore. La garanzia per i vizi non viene meno.

Se la merce arriva a destinazione con dei vizi, chi deve provare la causa del danno?
L’acquirente deve dimostrare l’esistenza dei vizi. Una volta provato questo, l’onere della prova si sposta sul venditore, il quale, per liberarsi dalla responsabilità, deve dimostrare che i vizi non gli sono imputabili e che si sono verificati a causa di eventi successivi alla consegna al trasportatore (es. modalità di trasporto errate).

Un giudice può basarsi sulla “comune esperienza” per decidere che un trasporto non refrigerato ha causato il deterioramento della merce?
No, non in questo caso. La Corte di Cassazione ha stabilito che non rientra nella comune esperienza il fatto che delle mele si deteriorino gravemente in quattro giorni di trasporto estivo non refrigerato. Una tale affermazione richiede una prova tecnica specifica e non può essere data per scontata dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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