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Vendita con spedizione: quando l’assicuratore non paga

Una società assicuratrice, dopo aver indennizzato un’azienda venditrice per il furto di merce durante un trasporto internazionale, ha agito in surroga contro lo spedizioniere e il vettore. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione di merito che aveva condannato i trasportatori. Il motivo è la mancata e adeguata motivazione sulla natura del contratto di vendita: se si tratta di una ‘vendita con spedizione’, la proprietà e il rischio passano al compratore al momento della consegna al vettore. Di conseguenza, il venditore non avrebbe più avuto un interesse assicurabile, rendendo indebito l’indennizzo e illegittima l’azione di surroga dell’assicuratore. La Corte ha rinviato il caso per una nuova valutazione dei patti contrattuali.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Vendita con Spedizione: Chi Paga se la Merce Viene Rubata? La Cassazione Chiarisce

Nel mondo del commercio e dei trasporti, la stipula di un contratto di vendita con spedizione è una prassi comune, ma le sue implicazioni legali, specialmente in caso di sinistro, possono essere complesse. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riacceso i riflettori su un punto cruciale: chi ha il diritto all’indennizzo assicurativo quando la merce venduta viene rubata durante il trasporto? La risposta dipende strettamente dal momento in cui la proprietà e i rischi passano dal venditore all’acquirente.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dalla compravendita di una partita di merce tra un’azienda tessile italiana (la venditrice) e un cliente francese (l’acquirente). Per la consegna, la venditrice si affida a uno spedizioniere, il quale a sua volta incarica un vettore per il trasporto effettivo. Sfortunatamente, durante il viaggio, il camion con il carico viene rubato.

L’azienda venditrice, che aveva stipulato una polizza assicurativa sulla merce, riceve l’indennizzo dalla propria compagnia di assicurazioni. Quest’ultima, avvalendosi del diritto di surroga, decide di recuperare la somma pagata e cita in giudizio sia lo spedizioniere sia il vettore, ritenendoli responsabili per la perdita del carico.

Mentre il Tribunale di primo grado rigetta la domanda dell’assicurazione per carenza di legittimazione attiva, la Corte d’Appello ribalta la decisione, condannando lo spedizioniere e il vettore al risarcimento. La questione arriva così dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Vendita con Spedizione e il Principio Cardine dell’Art. 1510 c.c.

Il cuore della controversia legale ruota attorno all’interpretazione del contratto di vendita. La legge italiana, all’articolo 1510 del Codice Civile, stabilisce una regola generale per la vendita con spedizione: il venditore adempie al suo obbligo di consegna nel momento in cui affida la merce al vettore.

Questo significa che, da quell’istante, salvo diverso accordo tra le parti (‘patto contrario’), la proprietà della merce e, soprattutto, il rischio per il suo eventuale perimento o furto, si trasferiscono in capo all’acquirente. Di conseguenza, è l’acquirente a dover sopportare le conseguenze negative di un furto avvenuto durante il trasporto.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del vettore, annullando la sentenza d’appello. Il punto debole della decisione di secondo grado, secondo i giudici supremi, è stata la motivazione ‘meramente apparente’.

La Corte d’Appello aveva sostenuto che si trattasse di una ‘vendita con consegna all’arrivo’, derogando quindi alla regola generale. Tuttavia, non aveva spiegato in modo adeguato e specifico su quali prove concrete (elementi precisi e univoci) si basasse questa conclusione. Affermazioni generiche come ‘come risulta dai documenti in atti’ non sono sufficienti a superare la presunzione legale della vendita con spedizione.

Se il contratto era, come presume la legge, una vendita con spedizione, si verificano due conseguenze a catena:
1. Il venditore, una volta consegnata la merce al vettore, non era più il proprietario e non aveva più un interesse economico da proteggere. Pertanto, non aveva diritto all’indennizzo assicurativo.
2. La compagnia di assicurazioni, avendo pagato un indennizzo non dovuto, non poteva legittimamente agire in surroga contro il vettore, perché non poteva subentrare in un diritto che il suo assicurato (il venditore) non possedeva più.

Le Conclusioni

La sentenza è stata cassata con rinvio alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare il caso e motivare in modo puntuale e rigoroso la natura del contratto di vendita. Dovrà accertare se esisteva un ‘patto contrario’ esplicito o desumibile da elementi chiari, in grado di spostare il momento del trasferimento del rischio alla consegna finale in Francia.

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale per le aziende che operano nel commercio nazionale e internazionale: la chiarezza contrattuale è essenziale. Per evitare contenziosi e incertezze, è cruciale definire esplicitamente nei contratti di vendita quando e dove avvengono il trasferimento della proprietà e il passaggio del rischio. Clausole come ‘franco arrivo’ o ‘consegna a destino’ devono essere supportate da una chiara volontà delle parti, altrimenti prevarrà la presunzione di legge della vendita con spedizione, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di responsabilità e copertura assicurativa.

In una vendita con spedizione, chi è il proprietario della merce durante il trasporto?
Secondo l’articolo 1510 del Codice Civile, salvo un diverso accordo tra le parti, la proprietà e il rischio si trasferiscono al compratore nel momento in cui il venditore consegna la merce al vettore per il trasporto.

Perché l’assicurazione del venditore non può agire contro il vettore se la merce viene rubata dopo la consegna al trasportatore?
Perché, secondo la presunzione di legge, il venditore non ha più un interesse economico sulla merce dopo averla affidata al vettore. Di conseguenza, l’indennizzo pagato dall’assicurazione è considerato non dovuto e l’assicurazione stessa non può subentrare (agire in surroga) in un diritto al risarcimento che il suo assicurato non possiede più.

Cosa serve per dimostrare che una vendita non è ‘con spedizione’ ma ‘con consegna all’arrivo’?
È necessario un ‘patto contrario’, cioè un accordo specifico che risulti da elementi precisi e univoci (es. clausole contrattuali chiare) che dimostrino la volontà delle parti di derogare alla regola generale e di posticipare il trasferimento della proprietà e del rischio al momento della consegna finale al destinatario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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