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Velocità non adeguata: quando la prova è presunta?

La Corte di Cassazione ha confermato una sanzione per velocità non adeguata a un’automobilista che aveva perso il controllo del veicolo in galleria. Secondo l’ordinanza, la violazione può essere provata in via presuntiva, analizzando la dinamica dell’incidente (collisione con i margini della galleria, scoppio di un pneumatico), senza la necessità di un accertamento strumentale della velocità effettiva. L’onere di provare una causa di forza maggiore, come un malore, spetta al conducente.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Velocità Non Adeguata: La Dinamica dell’Incidente è Prova Sufficiente

L’obbligo di mantenere una velocità non adeguata alle condizioni della strada è uno dei pilastri della sicurezza stradale. Ma come si prova questa violazione se non c’è un autovelox a registrarla? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la dinamica stessa di un incidente può costituire prova sufficiente. Il caso analizzato riguarda una conducente sanzionata dopo aver perso il controllo del proprio veicolo all’interno di una galleria, una situazione che ha portato la questione fino al massimo grado di giudizio.

I Fatti del Caso: Una Perdita di Controllo in Galleria

Una automobilista veniva multata dalla Polizia Stradale per violazione dell’art. 141 del Codice della Strada. Il verbale contestava di non aver mantenuto una velocità adeguata alle circostanze di tempo e di luogo, causando la perdita di controllo del mezzo, che finiva per urtare prima il marciapiede rialzato e poi i margini opposti della galleria, con conseguente scoppio di un pneumatico. La conducente si opponeva alla sanzione, sostenendo che la sua effettiva velocità non era stata misurata e che la perdita di controllo non poteva, da sola, dimostrare la colpa. La sua difesa si spingeva fino a ipotizzare un malore improvviso come causa dell’evento. Sia il Tribunale in primo grado sia la Corte d’Appello respingevano le sue argomentazioni, confermando la legittimità della sanzione. La questione approdava così in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e la velocità non adeguata

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le sentenze dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno chiarito che, ai fini della contestazione della violazione, non è sempre necessario un accertamento strumentale della velocità. La prova della velocità non adeguata può essere raggiunta anche in via presuntiva, sulla base delle circostanze concrete del fatto.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Dichiarato Inammissibile

La Corte ha basato la sua decisione su due punti cardine.
In primo luogo, ha stabilito che la valutazione dei giudici di merito era corretta e ben motivata. Essi avevano logicamente desunto la velocità eccessiva o comunque non consona dalle modalità e dalle conseguenze del sinistro. La galleria era illuminata, le pareti visibili e non risultava alcuna manovra di emergenza (come una frenata). La serie di collisioni e lo scoppio dello pneumatico erano elementi univoci che indicavano una condotta di guida non prudente. La Corte ha sottolineato che contestare questa ricostruzione in sede di legittimità equivale a chiedere un riesame dei fatti, non consentito in Cassazione.

In secondo luogo, riguardo alla presunta omissione di valutazione di un fatto decisivo (il malore improvviso), la Corte ha applicato il principio della “doppia conforme”. Poiché sia il Tribunale che la Corte d’Appello erano giunti alla medesima conclusione, confermando la decisione iniziale, il ricorso su questo specifico punto era precluso. Inoltre, i giudici hanno ribadito che l’onere di provare l’esistenza di un caso fortuito o di forza maggiore, come un malore imprevedibile, gravava sulla conducente, prova che nel caso di specie non era stata fornita in modo adeguato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per gli Automobilisti

Questa ordinanza rafforza un principio di grande importanza pratica: la responsabilità alla guida non si misura solo rispettando i limiti di velocità massimi, ma adattando costantemente la propria andatura alle condizioni concrete (traffico, visibilità, condizioni della strada). La perdita di controllo del veicolo crea una presunzione di colpa a carico del conducente. Per superare tale presunzione, non basta affermare l’assenza di colpa, ma è necessario dimostrare attivamente un evento esterno, imprevedibile e inevitabile, che abbia causato l’incidente. In assenza di tale prova, le conseguenze materiali del sinistro possono essere utilizzate come prova logica della guida imprudente.

È necessario un autovelox per provare la velocità non adeguata?
No. La Corte di Cassazione ha confermato che la violazione dell’obbligo di mantenere una velocità adeguata può essere provata anche in via presuntiva, basandosi sulle circostanze del fatto e sulla dinamica dell’incidente, come la perdita di controllo del veicolo e i danni conseguenti.

A chi spetta l’onere di provare la causa di un incidente, come un malore improvviso?
Spetta al conducente che ha perso il controllo del veicolo. La perdita di controllo fa presumere una condotta di guida non adeguata; sta quindi al conducente fornire la prova rigorosa di un evento imprevedibile e inevitabile (caso fortuito o forza maggiore) che lo abbia costretto a perdere il controllo del mezzo.

Cosa significa il principio della “doppia conforme” applicato in questo caso?
Significa che quando due giudici di merito (in questo caso il Tribunale e la Corte d’Appello) hanno emesso sentenze conformi con motivazioni simili, la possibilità di contestare in Cassazione la valutazione dei fatti (come l’esclusione del malore) per un presunto vizio di motivazione è preclusa dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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