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Veicolo non identificato: onere della prova del danneggiato

Un ciclista viene investito da uno scooter che non viene identificato, sebbene il conducente venga riconosciuto in un secondo momento. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4213/2024, chiarisce che per ottenere il risarcimento dal Fondo di Garanzia in caso di veicolo non identificato, il danneggiato ha l’onere di provare di aver agito con diligenza per tentare l’identificazione del veicolo stesso, non solo del conducente. La domanda del ciclista è stata respinta proprio per non aver fornito questa prova.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Veicolo Non Identificato: L’Onere della Prova per il Risarcimento

Quando si è vittima di un incidente stradale causato da un “pirata della strada”, ottenere un risarcimento può sembrare un percorso a ostacoli. La legge prevede uno strumento di tutela fondamentale: il Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 4213/2024) fa luce su un aspetto cruciale: cosa deve dimostrare il danneggiato per poter accedere a tale fondo quando il veicolo non identificato è il fulcro della vicenda.

I Fatti del Caso: Dalla Bicicletta all’Aula di Tribunale

Un ciclista, mentre percorreva una via cittadina, veniva investito da uno scooter il cui conducente non si fermava a prestare soccorso. Inizialmente, sia il mezzo che il suo guidatore rimanevano sconosciuti. Il ciclista, pertanto, citava in giudizio l’impresa assicurativa designata dal Fondo di Garanzia per ottenere il risarcimento dei danni subiti.

Il Giudice di Pace accoglieva la domanda, ma la decisione veniva ribaltata in appello. Il Tribunale rigettava la richiesta risarcitoria sulla base di una circostanza emersa in seguito: prima dell’inizio della causa, il danneggiato era venuto a conoscenza dell’identità del conducente dello scooter. Secondo il giudice d’appello, ciò bastava a escludere la possibilità di agire contro il Fondo. La questione è così giunta all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Prova del Veicolo non Identificato: un Onere Cruciale

La Corte Suprema ha corretto l’impostazione del Tribunale, ma ha comunque dato torto al ciclista. I giudici hanno chiarito che il presupposto per l’intervento del Fondo di Garanzia, secondo l’art. 283 del Codice delle Assicurazioni, è la mancata identificazione del veicolo, non necessariamente del suo conducente. Si tratta di una distinzione fondamentale.

Tuttavia, la Corte ha ribadito un principio consolidato: l’onere della prova grava interamente sul danneggiato. Non è sufficiente affermare che il veicolo sia rimasto sconosciuto. La vittima dell’incidente deve dimostrare di aver tenuto una condotta diligente e attiva per tentare l’identificazione del mezzo. Questo significa, ad esempio, presentare una denuncia dettagliata alle autorità competenti subito dopo l’incidente e collaborare attivamente alle indagini.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Nel caso specifico, la Cassazione ha osservato che la decisione del Tribunale, sebbene basata su un presupposto giuridico errato (confondere l’identità del conducente con quella del veicolo), è giunta a una conclusione corretta. Il ricorso del ciclista è stato rigettato perché non era emerso dagli atti del processo che egli avesse intrapreso tentativi concreti per identificare lo scooter prima di avviare la causa contro il Fondo di Garanzia.

La Corte ha specificato che il danneggiato deve provare due elementi: primo, che il sinistro si è verificato per colpa del conducente di un altro veicolo; secondo, che questo veicolo è rimasto sconosciuto nonostante una condotta diligente volta alla sua identificazione. La semplice conoscenza successiva del nome del conducente non è di per sé risolutiva, ma la totale inerzia nella ricerca del veicolo impedisce l’accesso alla tutela offerta dal Fondo.

Conclusioni: Cosa Insegna Questa Sentenza

La pronuncia in esame offre un’importante lezione pratica per chiunque si trovi coinvolto in un incidente con un veicolo pirata. Per poter validamente richiedere un risarcimento al Fondo di Garanzia, è essenziale non rimanere passivi. È necessario attivarsi immediatamente dopo il sinistro, sporgendo formale denuncia e fornendo ogni elemento utile all’identificazione del veicolo. La prova di questa diligenza è un requisito imprescindibile per vedere tutelati i propri diritti. L’assenza di tale prova, come dimostra questo caso, può portare al rigetto della domanda risarcitoria, anche se il diritto al risarcimento sussisterebbe in astratto.

Per chiedere il risarcimento al Fondo di Garanzia, è sufficiente che il veicolo che ha causato il danno non sia stato identificato?
No, non è sufficiente. Il danneggiato ha l’onere di provare non solo che il veicolo è rimasto sconosciuto, ma anche di aver tenuto una condotta diligente per cercare di identificarlo, ad esempio tramite una tempestiva e dettagliata denuncia alle autorità.

Cosa deve fare il danneggiato per dimostrare di aver agito con diligenza nella ricerca del veicolo non identificato?
Deve dimostrare di aver compiuto azioni concrete, come denunciare l’incidente alle competenti autorità di polizia, fornendo una descrizione esaustiva dei fatti e ogni elemento utile a rintracciare il veicolo. L’esito negativo delle indagini conseguenti rafforza la sua posizione.

Se il conducente del veicolo viene identificato dopo l’incidente, si può ancora agire contro il Fondo di Garanzia?
Sì, teoricamente è possibile. La legge lega l’intervento del Fondo alla mancata identificazione del veicolo, non del conducente. Tuttavia, il danneggiato deve comunque dimostrare di essersi attivato diligentemente per identificare anche il veicolo, prima di iniziare la causa contro il Fondo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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