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Valore suolo espropriato: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione conferma la decisione della Corte d’Appello sul risarcimento per l’esproprio di un terreno, stabilendo che il giudice può discostarsi dalla perizia del consulente tecnico (CTU) se fornisce una motivazione adeguata. Il caso riguarda il calcolo del valore suolo espropriato, dove la Corte ha ritenuto più equa una riduzione del 25% sui guadagni potenziali, anziché il 50% suggerito dal perito, riconoscendo il potenziale uso sportivo del terreno.

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Valore Suolo Espropriato: La Cassazione sul Ruolo del Giudice e del CTU

Determinare il corretto valore di un suolo espropriato è una delle questioni più complesse nel diritto immobiliare, specialmente quando il terreno non è né puramente agricolo né edificabile, ma possiede potenzialità intermedie. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sul potere del giudice di discostarsi dalla valutazione del Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU), fornendo una motivazione logica e coerente. Analizziamo insieme questo caso emblematico.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dall’esproprio di due lotti di terreno da parte di una società ferroviaria. I proprietari originali avevano subito la perdita definitiva della proprietà a seguito di un’azione di ablazione illegittima. In sede di rinvio, la Corte d’Appello era stata chiamata a determinare l’ammontare del risarcimento del danno.

Per stabilire il valore dei terreni, era stata disposta una consulenza tecnica (CTU). L’esperto aveva concluso che i suoli, pur non essendo edificabili a causa della vicinanza alla ferrovia, avrebbero potuto essere utilizzati per realizzare impianti sportivi (campi da tennis, calcetto e bocce). Il CTU aveva calcolato una perdita di guadagno potenziale, ma aveva applicato una decurtazione del 50% per tenere conto di vari fattori, come i tempi morti tra le partite, il mancato utilizzo contemporaneo di tutti i campi e per evitare che il valore si avvicinasse troppo a quello di un terreno edificabile. Il risultato finale della perizia era di circa 81.000 euro.

La Decisione della Corte d’Appello e il diverso calcolo del valore suolo espropriato

Contrariamente alle conclusioni del CTU, la Corte d’Appello ha deciso di applicare una riduzione inferiore, pari al 25%, liquidando un risarcimento finale di circa 123.000 euro. Secondo i giudici di secondo grado, la decurtazione del 50% era eccessiva. La Corte ha osservato che il CTU aveva già considerato una redditività limitata (120 giorni all’anno per 6 ore al giorno). Pertanto, pur riconoscendo la necessità di una riduzione, ha ritenuto più equo un abbattimento del 25%, motivando che l’argomento principale del CTU (evitare l’equiparazione a un’area edificabile) non era sufficiente da solo a giustificare un taglio così drastico.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La società ferroviaria ha impugnato la decisione della Corte d’Appello davanti alla Cassazione, basando il proprio ricorso su tre motivi principali:

1. Omesso esame di un fatto decisivo: La società sosteneva che la Corte d’Appello non avesse considerato tutte le ragioni addotte dal CTU per la riduzione del 50%, come l’inclemenza del tempo e il ridotto utilizzo delle strutture da parte dei giovani in certi periodi dell’anno.
2. Violazione di norme procedurali: Secondo la ricorrente, la Corte avrebbe preso in considerazione delle osservazioni presentate tardivamente dalla controparte, violando le norme sul contraddittorio.
3. Contraddizione sulla possibilità di autorizzazione: La società lamentava una contraddizione nel ragionamento della Corte. Da un lato, si riconosceva un maggior valore basato sulla possibilità di costruire impianti sportivi; dall’altro, non si teneva conto che l’autorizzazione per tali impianti sarebbe dovuta provenire proprio dall’ente espropriante, che godeva di ampia discrezionalità nel concederla.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha respinto integralmente il ricorso, confermando la sentenza d’appello. Le motivazioni della Suprema Corte sono state chiare e puntuali su ogni motivo di doglianza.

In primo luogo, la Corte ha ribadito un principio fondamentale: le valutazioni del CTU non sono vincolanti per il giudice. Il magistrato può legittimamente discostarsene, a patto di fornire una valutazione critica e motivata, ancorata alle risultanze processuali. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva adempiuto a questo onere, spiegando in modo congruo e sufficiente perché riteneva più giusta una riduzione del 25% anziché del 50%. Non si trattava di un “omesso esame”, ma di un dissenso motivato.

In secondo luogo, riguardo alla presunta violazione procedurale, la Cassazione ha dichiarato il motivo inammissibile per mancanza di specificità, in quanto la società non aveva indicato dove e quando avesse sollevato tale eccezione nel giudizio di merito.

Infine, sul terzo motivo, la Corte ha smontato l’argomentazione della società ferroviaria. Ha chiarito che la possibilità di ottenere un’autorizzazione per ridurre le distanze di rispetto dalla ferrovia non dipende dall’ente espropriante, ma da altri uffici competenti (FS o M.C.T.C.). Pertanto, non vi era alcuna contraddizione. Ciò che rileva, ai fini della determinazione del valore del suolo, è la sua “astratta capacità” di essere destinato a utilizzazioni intermedie, a meno che non esista un impedimento oggettivo al rilascio delle autorizzazioni.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione rafforza due importanti principi. Il primo è l’autonomia del giudice nel valutare gli elementi probatori, inclusa la perizia tecnica, che non è un dogma ma uno strumento di supporto. Il secondo è che, nella stima del valore di un suolo espropriato, è fondamentale considerare tutte le sue potenzialità economiche, anche quelle intermedie tra l’uso agricolo e quello edificatorio, purché siano giuridicamente ammissibili. La decisione finale deve sempre fondarsi su un percorso logico-giuridico trasparente e ben motivato.

Un giudice è obbligato a seguire le conclusioni del consulente tecnico d’ufficio (CTU)?
No, le valutazioni del CTU non sono vincolanti. Il giudice può discostarsene a condizione che fornisca una valutazione critica e motivata, ancorata alle risultanze processuali, spiegando gli elementi che lo portano a una decisione diversa.

Come si determina il valore di un terreno espropriato con potenzialità di uso intermedio (es. sportivo) ma non edificabile?
Il valore deve tenere conto di queste possibilità di utilizzazione. Il calcolo può basarsi sulla potenziale redditività (ad esempio, i guadagni derivanti dagli impianti sportivi), applicando però delle riduzioni eque per considerare fattori come la limitatezza dell’uso durante l’anno, i tempi morti e il fatto che il terreno non ha un pieno valore edificatorio.

Perché la Cassazione ha respinto il ricorso della società ferroviaria in questo caso?
La Corte ha respinto il ricorso perché i motivi erano infondati o inammissibili. In particolare, ha stabilito che la Corte d’Appello aveva adeguatamente motivato la sua decisione di ridurre la stima del CTU in modo diverso, che le presunte violazioni procedurali non erano state specificate correttamente e che l’argomento sulla discrezionalità nel rilascio delle autorizzazioni era basato su un presupposto giuridico errato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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