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Valore probatorio querela: Cassazione sul risarcimento

Un assicurato si rivolge alla Corte di Cassazione dopo che i giudici di merito hanno negato il risarcimento per un tentato furto, svalutando il valore probatorio della querela presentata 20 giorni dopo l’evento. L’ordinanza interlocutoria in esame rinvia la causa a una nuova udienza per la nomina di un nuovo relatore, mantenendo viva la questione sulla corretta valutazione della tempestività della denuncia nei limiti di legge.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Valore Probatorio della Querela: La Cassazione Interviene sul Diritto al Risarcimento

Il valore probatorio della querela in un contenzioso civile per il risarcimento del danno è un tema cruciale, specialmente nelle cause contro le compagnie assicurative. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione riaccende i riflettori sulla questione, ponendo le basi per un futuro chiarimento su quanto il tempo trascorso prima della denuncia, seppur nei limiti di legge, possa influenzare l’esito di una richiesta di indennizzo. Analizziamo il caso e le importanti questioni di diritto sollevate.

I Fatti di Causa: Dal Tentato Furto al Contenzioso

La vicenda ha origine dalla richiesta di un assicurato di ottenere un indennizzo dalla propria compagnia assicuratrice per i danni subiti dalla sua autovettura a seguito di un tentativo di furto. La richiesta, tuttavia, viene respinta in primo grado dal Giudice di Pace, che compensa le spese di lite.

L’assicurato propone appello, ma il Tribunale non solo rigetta la sua impugnazione, ma accoglie anche l’appello incidentale della compagnia assicuratrice. Di conseguenza, l’appellante viene condannato a pagare anche le spese legali del primo grado di giudizio. La motivazione di fondo dei giudici di merito si concentra sulla presunta debolezza probatoria della querela, presentata 20 giorni dopo l’accaduto.

I Motivi del Ricorso e il Valore Probatorio della Querela

Contro la decisione del Tribunale, l’assicurato ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su due motivi principali.

La Violazione dell’Art. 124 del Codice Penale

Il primo motivo contesta la decisione dei giudici di merito di considerare la querela ‘scarsamente probante’ a causa del ritardo di 20 giorni. Il ricorrente sottolinea che la legge, precisamente l’art. 124 c.p., stabilisce un termine di tre mesi per presentare querela. Aver agito ben all’interno di questo termine legale non può, secondo la difesa, trasformarsi in un elemento a sfavore nella valutazione della prova. Svalutare una querela tempestiva per legge equivale a una falsa applicazione della norma.

L’Omesso Esame di un Fatto Decisivo

Con il secondo motivo, si lamenta l’omesso esame di una circostanza fondamentale ai sensi dell’art. 360, n. 5, c.p.c. Inizialmente, l’assicurato aveva sporto denuncia per un atto vandalico. Successivamente, grazie alla testimonianza di un conoscente, è venuto a conoscenza della reale dinamica dei fatti, configurabile come tentato furto. Questa nuova informazione lo ha indotto a integrare la querela originaria. I giudici di merito avrebbero completamente ignorato questa evoluzione dei fatti, che giustificava pienamente il contenuto della denuncia e la sua coerenza con un evento coperto dalla polizza assicurativa.

Le Motivazioni e le Conclusioni

L’ordinanza in commento è di natura interlocutoria e non decide ancora nel merito della controversia. La Corte ha preso atto dell’astensione della relatrice originariamente designata e ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo per la nomina di un sostituto. Questo passaggio, pur essendo procedurale, è significativo: la Corte non ha dichiarato il ricorso inammissibile o manifestamente infondato, ma lo ha tenuto in vita per una futura discussione.

Le conclusioni che si possono trarre, in attesa della decisione finale, riguardano le implicazioni pratiche dei principi sollevati. Se il ricorso venisse accolto, la Cassazione potrebbe riaffermare un principio fondamentale: un atto compiuto nel pieno rispetto dei termini di legge, come la presentazione di una querela, non può essere privato del suo valore probatorio querela sulla base di una valutazione discrezionale di ‘ritardo’. Inoltre, potrebbe censurare la prassi di ignorare fatti decisivi, come la sopravvenuta conoscenza di elementi che modificano la qualificazione di un evento, obbligando i giudici di merito a una valutazione più completa e attenta delle circostanze del caso concreto.

Una querela per tentato furto presentata dopo 20 giorni ha meno valore?
L’ordinanza non decide nel merito, ma il ricorso solleva proprio questa questione. Il ricorrente sostiene che, essendo presentata entro i tre mesi previsti dalla legge (art. 124 c.p.), la querela dovrebbe essere considerata pienamente valida e non ‘scarsamente probante’ solo per il tempo trascorso.

È possibile modificare una querela da atto vandalico a tentato furto?
Sì, il ricorrente lo ha fatto. Ha integrato la querela originaria dopo aver appreso nuovi dettagli da un testimone. Uno dei motivi di ricorso è proprio l’omesso esame da parte del giudice di merito di questa circostanza, che spiegava il cambiamento nella descrizione dei fatti.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione con questa ordinanza?
La Corte non ha ancora deciso sul caso. Ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui rinvia la causa a nuovo ruolo a seguito dell’astensione del relatore originario. Questo significa che la discussione sui motivi del ricorso è solo rimandata e avverrà con un nuovo giudice relatore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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