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Valore probatorio constatazione amichevole: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2438/2024, ha chiarito il valore probatorio della constatazione amichevole (CID). In un caso di sinistro stradale, il ricorso di una società è stato respinto perché le risultanze di una consulenza tecnica d’ufficio, sebbene proveniente da un altro giudizio, sono state ritenute prevalenti rispetto a quanto dichiarato nel CID, in quanto quest’ultimo costituisce una presunzione superabile da prova contraria che dimostri un’incompatibilità oggettiva con la dinamica del sinistro.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Valore Probatorio Constatazione Amichevole: Chiarimenti dalla Cassazione

La firma del modulo di constatazione amichevole di incidente (CID) è spesso vista come la conclusione definitiva della questione, una sorta di ‘sentenza’ privata tra i conducenti. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda che la realtà giuridica è più complessa. Il valore probatorio della constatazione amichevole non è assoluto e può essere messo in discussione da altre prove. Analizziamo insieme questa importante decisione per capire quali sono i limiti del cosiddetto ‘Modulo Blu’ in un’aula di tribunale.

I Fatti di Causa

Una società citava in giudizio un automobilista per ottenere il risarcimento dei danni subiti dal proprio veicolo a seguito di un sinistro stradale. Secondo la società, l’incidente era stato causato dalla violazione del diritto di precedenza da parte del convenuto. A sostegno della propria tesi, la società produceva il modulo di constatazione amichevole, regolarmente sottoscritto da entrambi i conducenti.

Sia in primo grado che in appello, tuttavia, la domanda veniva respinta. I giudici di merito davano infatti maggior peso alle conclusioni di alcune consulenze tecniche d’ufficio (CTU) svolte in un precedente e separato giudizio, che la stessa società aveva intentato contro la compagnia assicuratrice del veicolo antagonista. Queste perizie tecniche ricostruivano la dinamica del sinistro in modo incompatibile con quanto dichiarato nel CID. La società decideva quindi di ricorrere in Cassazione, lamentando, tra le altre cose, l’errata valutazione delle prove.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito e fornendo chiarimenti cruciali sul valore probatorio della constatazione amichevole e sull’utilizzo di prove provenienti da altri procedimenti.

Le motivazioni sul valore probatorio della constatazione amichevole

Il cuore della decisione risiede nel principio, consolidato in giurisprudenza, secondo cui la constatazione amichevole sottoscritta da entrambi i conducenti non costituisce una prova legale inconfutabile, ma genera una presunzione sulla veridicità dei fatti in essa descritti. Questa presunzione, però, è iuris tantum, ovvero valida fino a prova contraria.

La Corte ha specificato che il giudice di merito ha il pieno potere di superare tale presunzione se rileva un’incompatibilità oggettiva tra la dinamica descritta nel modulo e le conseguenze del sinistro, come accertate in giudizio. Elementi come l’entità dei danni, la situazione dei luoghi e, come in questo caso, le risultanze di una perizia tecnica, possono costituire quella ‘prova contraria’ in grado di privare di efficacia confessoria il CID.

L’accertamento di questa incompatibilità logica è una valutazione di fatto riservata al giudice del merito e, se adeguatamente motivata, non può essere sindacata in sede di legittimità.

L’Utilizzo di Prove Formate in un Altro Giudizio

Un altro punto fondamentale affrontato dalla Corte riguarda la legittimità dell’utilizzo delle consulenze tecniche d’ufficio provenienti da un altro processo, al quale l’automobilista convenuto non aveva preso parte. La ricorrente sosteneva che tale utilizzo violasse il principio del contraddittorio.

La Cassazione ha respinto anche questa doglianza, chiarendo che nel processo civile le prove atipiche, cioè quelle non espressamente previste dal codice, sono ammissibili. Una CTU svolta in un altro giudizio rientra in questa categoria. L’elemento essenziale per la sua utilizzabilità è che essa venga ritualmente acquisita nel nuovo processo e sottoposta al contraddittorio tra tutte le parti. Una volta che le parti hanno avuto la possibilità di esaminarla e contestarla, essa entra a far parte del materiale probatorio liberamente apprezzabile dal giudice, al pari di qualsiasi altro documento.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un concetto fondamentale per chiunque sia coinvolto in un sinistro stradale: la constatazione amichevole è uno strumento utilissimo per semplificare la gestione del sinistro, ma non è una garanzia assoluta in caso di contenzioso giudiziario. Il valore probatorio della constatazione amichevole è quello di una presunzione superabile. La ricostruzione effettiva della dinamica, basata su elementi oggettivi e tecnici, può prevalere su quanto concordato dalle parti nell’immediatezza dell’evento. Pertanto, è sempre consigliabile, oltre a compilare il CID, raccogliere quante più prove possibili (fotografie, testimonianze) che possano supportare la propria versione dei fatti.

Il modulo di constatazione amichevole (CID) firmato da entrambi i conducenti ha valore di prova assoluta in un processo?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il CID ha valore di presunzione legale valida fino a prova contraria. Il giudice può superarla se accerta un’incompatibilità oggettiva tra la dinamica descritta nel modulo e le risultanze di altre prove, come una perizia tecnica.

Una perizia tecnica (CTU) svolta in un altro processo può essere utilizzata come prova contro una persona che non ha partecipato a quel primo giudizio?
Sì. La Corte ha stabilito che una perizia tecnica proveniente da un altro giudizio è una ‘prova atipica’ pienamente ammissibile, a condizione che venga correttamente introdotta nel nuovo processo e sottoposta al contraddittorio tra tutte le parti, garantendo così il diritto di difesa.

Cosa prevale tra la constatazione amichevole e le risultanze di una perizia tecnica che la contraddicono?
In base a questa ordinanza, le risultanze di una perizia tecnica possono prevalere. Il giudice ha il potere di valutare tutte le prove e di ritenere più attendibile la ricostruzione tecnica dell’incidente rispetto a quanto dichiarato dalle parti nella constatazione amichevole, soprattutto se emergono palesi incompatibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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