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Valore della causa: la rendita catastale prevale

La Cassazione ha rigettato il ricorso di un erede che contestava la liquidazione delle spese legali basata sulla rendita catastale in una causa di usucapione. La Corte ha stabilito che, ai fini della determinazione del valore della causa, il criterio della rendita catastale (art. 15 c.p.c.) è prioritario e non può essere derogato da elementi emersi successivamente, come una perizia tecnica, o dalla presenza di parziali abusi edilizi sull’immobile.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Valore della Causa: la Rendita Catastale Vince su Perizie e Abusi Edilizi

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15213/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di procedura civile: la determinazione del valore della causa per la liquidazione delle spese legali nelle controversie immobiliari segue criteri precisi, dove la rendita catastale gioca un ruolo da protagonista. La decisione chiarisce come né le perizie tecniche successive né la presenza di irregolarità urbanistiche possano scalfire la priorità di questo criterio. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una causa di divisione ereditaria avviata da alcuni fratelli nei confronti di altri due germani. Uno di questi ultimi si costituiva in giudizio opponendosi alla divisione e, in via riconvenzionale, chiedeva che venisse accertato il suo acquisto della proprietà dell’immobile per usucapione. Nel corso del giudizio, l’erede che aveva agito per usucapione decedeva e la sua posizione veniva assunta dai suoi eredi.

Il Tribunale rigettava la domanda di usucapione con una sentenza non definitiva e disponeva la prosecuzione del giudizio per la divisione. Con una successiva sentenza, il Tribunale condannava gli eredi della parte che aveva chiesto l’usucapione al pagamento delle spese di lite, calcolando il valore della controversia sulla base della rendita catastale dell’immobile, come previsto dall’art. 15 del codice di procedura civile.

Gli eredi soccombenti proponevano appello, contestando esclusivamente il capo della sentenza relativo alla condanna alle spese. Essi sostenevano che il valore della causa avrebbe dovuto essere determinato diversamente, tenendo conto di elementi emersi nel prosieguo del giudizio, come una consulenza tecnica d’ufficio (CTU) che attestava la presenza di vani irregolari dal punto di vista urbanistico. La Corte d’Appello rigettava il gravame, confermando la decisione del Tribunale. Di qui il ricorso per Cassazione.

La Decisione della Corte e l’impatto sul valore della causa

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso infondato, confermando la correttezza della decisione dei giudici di merito. Il motivo centrale del ricorso verteva sulla presunta erronea applicazione dell’art. 15 c.p.c., secondo cui il Tribunale avrebbe dovuto considerare altri elementi per una stima più precisa del valore dell’immobile, anziché limitarsi al dato catastale.

La Suprema Corte ha smontato questa tesi, ribadendo la gerarchia dei criteri per la determinazione del valore della causa nelle controversie relative a diritti reali immobiliari.

Le Motivazioni: la preminenza del criterio catastale

Il ragionamento della Corte si fonda su principi consolidati della giurisprudenza. Ecco i punti salienti:

1. Priorità dell’Art. 15 c.p.c.: La norma stabilisce che il valore delle cause relative a diritti reali su immobili si determina moltiplicando la rendita catastale per specifici coefficienti. Questo è il criterio principale e non può essere disapplicato se i dati catastali sono disponibili.

2. Sussidiarietà di altri criteri: La possibilità di determinare il valore “ex actis”, cioè sulla base degli elementi presenti negli atti di causa, o di ritenerlo indeterminabile, è prevista solo in via sussidiaria. Ciò avviene unicamente quando l’immobile non è accatastato o quando manca la rendita. Nel caso di specie, l’immobile era regolarmente accatastato.

3. Irrilevanza degli elementi successivi: Gli elementi su cui il giudice deve basare la determinazione del valore devono essere “precostituiti e disponibili fin dall’inizio del processo”. Di conseguenza, una CTU disposta in una fase successiva del giudizio (quella relativa alla divisione) per stimare il valore commerciale del bene non può essere utilizzata retroattivamente per calcolare il valore della controversia sulla domanda di usucapione, già decisa con la sentenza precedente.

4. Irrilevanza dell’abusività edilizia: La Corte ha inoltre specificato che la presenza di parziali irregolarità urbanistiche non incide sul criterio di determinazione del valore. Ancor più importante, nel contesto di una domanda di usucapione, l’eventuale abusività è irrilevante. L’usucapione, infatti, è un modo di acquisto della proprietà a titolo originario e, come tale, è sottratto alle sanzioni di nullità previste dalla legge per gli atti di trasferimento di immobili non conformi alla normativa urbanistica.

Le Conclusioni

La sentenza n. 15213/2024 consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro e fornisce indicazioni pratiche di notevole importanza. Per avvocati e parti in causa, il messaggio è inequivocabile: nelle cause relative a diritti reali immobiliari, il primo e fondamentale parametro per stabilire il valore della controversia ai fini della liquidazione delle spese è la rendita catastale. Tentare di scardinare questo principio appellandosi a stime commerciali successive o a parziali difformità urbanistiche dell’immobile è una strategia destinata, come in questo caso, all’insuccesso. La certezza del diritto processuale, in questo ambito, si fonda sulla solidità del dato catastale.

Come si determina il valore della causa per liquidare le spese legali in una controversia immobiliare?
La sentenza stabilisce che il criterio principale è quello previsto dall’art. 15 c.p.c., basato sulla rendita catastale dell’immobile moltiplicata per i coefficienti di legge. Criteri alternativi, come la stima basata sugli atti, sono applicabili solo in via sussidiaria, cioè in assenza degli elementi catastali.

La presenza di abusi edilizi su un immobile oggetto di usucapione può modificare il calcolo del valore della causa?
No. La Corte ha chiarito che il carattere parzialmente abusivo di un immobile è irrilevante per la determinazione del valore della causa ai fini della liquidazione delle spese. L’usucapione è un acquisto a titolo originario che non è soggetto alle nullità previste per gli atti di trasferimento di immobili abusivi.

È possibile utilizzare una consulenza tecnica d’ufficio (CTU), svolta per la divisione del bene, per determinare il valore di una precedente domanda di usucapione già decisa?
No. Gli elementi per determinare il valore della causa devono essere precostituiti e disponibili fin dall’inizio del processo. Pertanto, una CTU disposta in una fase successiva del giudizio (per la divisione) non può essere utilizzata retroattivamente per modificare il valore della controversia relativa alla domanda di usucapione, già decisa con sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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