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Valore della causa: la Cassazione attende le Sezioni Unite

Un automobilista cita in giudizio la casa produttrice e un’officina per un guasto al veicolo. La casa produttrice viene esclusa dal giudizio e l’automobilista condannato a pagarle spese legali superiori ai massimi tariffari. La Cassazione, rilevando che la determinazione del valore della causa è una questione pendente dinanzi alle Sezioni Unite, sospende il procedimento in attesa della loro decisione.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Valore della Causa e Spese Legali: La Cassazione Interpella le Sezioni Unite

Un guasto all’auto durante un viaggio all’estero può trasformarsi in un complesso caso giudiziario, come dimostra una recente ordinanza della Corte di Cassazione. La vicenda mette in luce un problema tecnico ma cruciale della procedura civile: come si calcola il valore della causa quando la richiesta di risarcimento è indeterminata? E come incide questo calcolo sulla liquidazione delle spese legali? Vediamo come i giudici hanno affrontato la questione, decidendo di attendere un intervento chiarificatore delle Sezioni Unite.

I Fatti di Causa: Un Viaggio Interrotto

Un automobilista, durante un viaggio in un paese estero, subisce un guasto improvviso al proprio veicolo. I meccanici locali individuano la causa in una pompa dell’acqua non correttamente installata, che ha provocato una perdita di liquido e il surriscaldamento del motore. Tornato in Italia, dopo aver ottenuto una perizia tecnica che confermava il difetto, l’uomo decide di citare in giudizio sia l’officina autorizzata che aveva effettuato l’ultimo intervento, sia la casa automobilistica produttrice del veicolo, chiedendo il risarcimento dei danni subiti.

Il Percorso Giudiziario nei Gradi di Merito

Nei primi due gradi di giudizio, le corti hanno raggiunto conclusioni simili. Il Tribunale prima, e la Corte d’Appello poi, hanno ritenuto che la casa automobilistica non fosse responsabile del danno, accogliendo la sua eccezione di difetto di legittimazione passiva. La responsabilità è stata invece attribuita all’officina, condannata a rimborsare parte delle spese di riparazione. Il risarcimento è stato ridotto in quanto i giudici hanno ravvisato un concorso di colpa dell’automobilista, colpevole di aver continuato la marcia nonostante l’accensione di una spia di avaria, aggravando così il danno al motore.

La questione più spinosa, però, è emersa con la condanna dell’automobilista a rifondere le spese legali alla casa automobilistica (risultata vincitrice nei suoi confronti). La Corte d’Appello ha liquidato una somma di quasi 10.000 euro, una cifra che l’automobilista ha ritenuto sproporzionata e superiore ai massimi tariffari previsti dalla legge.

Il Valore della Causa al Vaglio della Cassazione

L’automobilista ha quindi proposto ricorso in Cassazione, contestando proprio l’importo delle spese legali. Il motivo centrale del ricorso si basa su un calcolo preciso: il valore della controversia era di circa 16.500 euro. Secondo le tabelle forensi, per tale valore, le spese legali liquidabili potevano variare da un minimo di circa 5.000 a un massimo di circa 7.600 euro. La condanna a quasi 10.000 euro era quindi, secondo il ricorrente, illegittima e immotivata.

Il problema si complica a causa di una formula spesso utilizzata negli atti giudiziari: la richiesta di condanna al pagamento di una somma specifica “oppure in quella che risulterà di giustizia”. Questa dicitura rende la domanda parzialmente indeterminata. Come si deve interpretare tale formula ai fini del calcolo del valore della causa e, di conseguenza, della liquidazione delle spese? È proprio su questo interrogativo che la Corte di Cassazione ha deciso di fermarsi.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

I giudici della Terza Sezione Civile hanno osservato che la questione sollevata dal ricorrente è oggetto di un rinvio alle Sezioni Unite della Cassazione in un altro procedimento. In altre parole, la massima istanza della giurisprudenza italiana è già stata chiamata a pronunciarsi per fornire un’interpretazione univoca e definitiva su come determinare il valore della causa in presenza di domande indeterminate.

Per evitare decisioni contrastanti e per garantire l’uniformità del diritto, la Corte ha ritenuto opportuno non decidere immediatamente il ricorso. Ha quindi emesso un’ordinanza interlocutoria, con la quale ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, in attesa che le Sezioni Unite si pronuncino sulla questione.

Conclusioni

Questa ordinanza, pur non risolvendo il caso specifico, ha un’importante valenza sistematica. Sottolinea come questioni apparentemente tecniche, come la determinazione del valore della causa, abbiano implicazioni pratiche fondamentali per le parti in causa, influenzando direttamente l’onere economico del processo. La futura decisione delle Sezioni Unite è attesa con grande interesse da tutti gli operatori del diritto, poiché stabilirà un principio chiaro per la liquidazione delle spese legali in innumerevoli controversie, garantendo maggiore certezza e prevedibilità.

Perché la Corte di Cassazione ha sospeso il procedimento?
La Corte ha sospeso il procedimento perché una delle questioni giuridiche fondamentali del ricorso, ossia come determinare il valore della causa ai fini delle spese legali in presenza di una domanda parzialmente indeterminata, è già stata rimessa all’esame delle Sezioni Unite in un altro caso. La Corte attende quindi la loro decisione per garantire un’applicazione uniforme della legge.

Qual era il problema principale riguardo alle spese legali?
L’automobilista è stato condannato a pagare alla casa automobilistica spese legali per un importo (9.970,00 euro) superiore al massimo previsto dalla legge (7.617,00 euro) per il valore dichiarato della causa (16.589,30 euro), e tale condanna è stata emessa senza una specifica motivazione che giustificasse il superamento dei limiti tariffari.

Cosa si intende con la formula “oppure in quella che risulterà di giustizia”?
È una clausola inserita in un atto di citazione con cui si chiede al giudice di condannare la controparte al pagamento di una somma specifica o, in alternativa, di una somma diversa, maggiore o minore, che il giudice stesso riterrà equa e corretta all’esito dell’istruttoria. La sua interpretazione è cruciale per stabilire il valore della controversia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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