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Usura bancaria: costi assicurativi e annullamento

Un consumatore ha citato in giudizio una società finanziaria, sostenendo che il suo prestito fosse usurario perché il premio assicurativo non era stato incluso nel calcolo del costo totale. Il Tribunale di Napoli, seguendo la giurisprudenza della Cassazione, ha stabilito che, essendo l’assicurazione obbligatoria per ottenere il credito, il suo costo deve essere conteggiato ai fini della verifica dell’usura bancaria. Il contratto è stato dichiarato nullo e il finanziatore condannato a restituire tutti gli interessi e parte dei costi pagati.

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Pubblicato il 26 gennaio 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Usura Bancaria: Costi Assicurativi Inclusi e Contratto Annullato

Una recente sentenza del Tribunale di Napoli riafferma un principio cruciale nella lotta contro l’usura bancaria: i costi delle polizze assicurative obbligatorie devono essere inclusi nel calcolo del costo complessivo del credito. Questa decisione, in linea con l’orientamento consolidato della Corte di Cassazione, ha portato all’annullamento delle clausole sugli interessi di un contratto di finanziamento e alla condanna della società finanziaria alla restituzione di ingenti somme. Analizziamo insieme i dettagli di questo importante caso.

I Fatti di Causa: Un Contratto di Finanziamento Sotto Esame

Il caso ha origine dalla domanda di un cittadino che aveva stipulato un contratto di finanziamento tramite cessione del quinto della pensione. Il capitale erogato era di 19.622,28 euro, da rimborsare in 120 rate mensili. L’attore ha contestato la legittimità del contratto, sostenendo che, includendo tutti i costi accessori (commissioni finanziarie, commissioni accessorie, spese contrattuali e, soprattutto, il premio assicurativo di 4.262,12 euro), il Tasso Annuo Effettivo Globale (TAEG) superava la soglia di usura vigente al momento della stipula.

La società finanziaria si è difesa sostenendo che, ai fini della verifica dell’usura, non si dovessero considerare i costi assicurativi, basandosi sulle istruzioni della Banca d’Italia in vigore all’epoca.

La Decisione del Tribunale sull’Usura Bancaria

Il Tribunale di Napoli ha accolto pienamente la tesi dell’attore, dichiarando l’usurarietà del contratto. La decisione si fonda su un’analisi rigorosa della normativa e della giurisprudenza più recente. Il punto centrale è la corretta interpretazione dell’art. 644 del codice penale, che definisce i criteri per stabilire quando un tasso di interesse è usurario. Il giudice ha stabilito che tutti i costi collegati all’erogazione del credito, inclusi quelli assicurativi se la polizza è obbligatoria, concorrono a formare il costo totale del finanziamento. Di conseguenza, il contratto è stato considerato viziato da usura bancaria.

Le Motivazioni della Sentenza: Perché i Costi Assicurativi Contano

La sentenza spiega in modo chiaro e dettagliato perché i costi assicurativi non possono essere esclusi dal calcolo. Il Tribunale richiama numerose pronunce della Corte di Cassazione (tra cui la n. 29501/2023), le quali hanno stabilito che “ai fini della valutazione dell’eventuale natura usuraria di un contratto di mutuo, devono essere conteggiate anche le spese di assicurazione sostenute dal debitore per ottenere il credito“.

Il fondamento di questo principio risiede in due punti chiave:

1. La Prevalenza della Legge Primaria: L’articolo 644, comma 4, del codice penale è una norma “perfetta”, che si applica direttamente senza bisogno di regolamenti attuativi. Essa impone di considerare “commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e (…) spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate alla erogazione del credito“. Le istruzioni della Banca d’Italia, essendo una fonte normativa secondaria, non possono derogare a questa norma primaria.
2. La Finalità del Costo: Nel caso specifico, il contratto prevedeva l’obbligatorietà della polizza vita “a maggiore garanzia della Cessionaria” (la società finanziaria). Questo dimostra che la spesa assicurativa non era facoltativa, ma una condizione imposta dal mutuante per concedere il prestito. Pertanto, rappresenta un costo direttamente connesso all’erogazione del credito e una forma di “remunerazione indiretta” per il finanziatore, in quanto lo tutela dal rischio di insolvenza.

Di conseguenza, l’assunto della convenuta, secondo cui il Tasso Effettivo Globale (TEG) escludente i costi assicurativi fosse l’unico parametro rilevante, è stato respinto.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Consumatori

Alla luce dell’accertata usurarietà, il Tribunale ha applicato la sanzione prevista dall’articolo 1815, comma 2, del Codice Civile: la nullità della clausola relativa agli interessi. Ciò significa che “nulla è dovuto a titolo di interessi“.

La società finanziaria è stata quindi condannata a restituire:

* Tutti gli interessi pagati dal cliente, quantificati in 4.152,16 euro.
* Le spese di assicurazione e le commissioni finanziarie, per un totale di 5.066,38 euro.

La somma totale da restituire ammonta a 9.218,54 euro, oltre agli interessi legali dalla data della domanda giudiziale. Questa sentenza rappresenta una vittoria significativa per i consumatori e un monito per gli istituti di credito: la trasparenza è d’obbligo e tutti i costi imposti per ottenere un finanziamento devono essere chiaramente esplicitati e inclusi nel calcolo del TAEG ai fini della normativa antiusura.

I costi per la polizza assicurativa obbligatoria devono essere inclusi nel calcolo per verificare l’usura bancaria?
Sì. Secondo la sentenza, che si allinea alla giurisprudenza costante della Corte di Cassazione, le spese di assicurazione sostenute dal debitore per ottenere il credito devono essere conteggiate. Questo perché rappresentano un costo direttamente collegato all’erogazione del finanziamento, imposto nell’interesse del mutuante.

Cosa succede se un contratto di mutuo viene dichiarato usurario?
In base all’art. 1815, comma 2, del Codice Civile, la clausola che stabilisce interessi usurari è nulla. Di conseguenza, il debitore non deve più corrispondere alcun interesse. Le somme già versate a titolo di interessi devono essere restituite, insieme agli altri costi ritenuti parte del corrispettivo usurario.

Le istruzioni della Banca d’Italia possono prevalere sulla legge in materia di usura?
No. La sentenza chiarisce che l’art. 644 del codice penale è una norma di rango primario e prevale sulle istruzioni della Banca d’Italia, che sono una fonte secondaria. Pertanto, anche se le istruzioni dell’epoca non includevano esplicitamente i costi assicurativi nel calcolo, l’obbligo di includerli deriva direttamente dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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