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Usucapione servitù apparente: il portone basta?

La Corte di Cassazione conferma che l’esistenza di opere visibili e permanenti, come un portone, è sufficiente per l’usucapione di una servitù apparente di passaggio. La Corte chiarisce anche che, nel sistema tavolare, l’usucapione prevale sull’acquisto successivo, anche se l’acquirente non era a conoscenza della servitù, poiché non si tratta di un conflitto tra diritti incompatibili. La decisione si fonda sulla natura dell’usucapione come modo di acquisto a titolo originario.

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Usucapione Servitù Apparente: Basta un Portone per Provarla?

L’acquisto di un diritto per usucapione servitù apparente è un tema centrale nel diritto immobiliare, spesso fonte di complesse controversie. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 31977 del 2024, offre chiarimenti cruciali su due aspetti fondamentali: quali opere sono sufficienti a dimostrare l’apparenza della servitù e come l’usucapione si coordina con il particolare regime del sistema tavolare. La decisione conferma che la presenza di opere visibili e permanenti, come un portone, può essere prova sufficiente per l’acquisto del diritto di passaggio.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dalla richiesta di un proprietario di accertare l’avvenuta usucapione di una servitù di passo a piedi e con mezzi meccanici su due fondi vicini. Per accedere alla sua proprietà, infatti, transitava da sempre attraverso un’area appartenente a due diversi soggetti. Il Tribunale di primo grado accoglieva la sua domanda, riconoscendo l’acquisto del diritto per possesso ultraventennale.

La proprietaria di uno dei fondi serventi impugnava la decisione dinanzi alla Corte d’Appello, ma il suo gravame veniva respinto. Non soddisfatta, proponeva ricorso per Cassazione, basandolo su due motivi principali: l’errata valutazione del requisito dell’apparenza della servitù e la violazione delle norme specifiche del sistema tavolare.

L’Usucapione Servitù Apparente e il Requisito delle Opere Visibili

Il primo motivo di ricorso contestava la decisione della Corte d’Appello di ritenere sufficiente la sola “presenza di un portone” per integrare il requisito dell’apparenza richiesto dall’art. 1061 c.c. Secondo la ricorrente, non basta un’opera visibile, ma è necessario un quid pluris: l’opera deve manifestare in modo inequivocabile la sua specifica destinazione all’esercizio della servitù, evidenziando il rapporto di subordinazione tra i fondi.

La Cassazione ha rigettato questa argomentazione, qualificandola come un tentativo di riesaminare il merito della valutazione fattuale, operazione preclusa in sede di legittimità. La Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato: il requisito dell’apparenza si configura con la presenza di segni visibili di opere permanenti oggettivamente destinate all’esercizio della servitù. In questo caso, la Corte d’Appello aveva ritenuto, con un apprezzamento insindacabile, che l’esistenza del portone d’accesso, il cui utilizzo ultraventennale era stato confermato dai testimoni e dalla consulenza tecnica, provasse a sufficienza l’apparenza del diritto di transito.

La Prevalenza dell’Usucapione nel Sistema Tavolare

Il secondo motivo, più tecnico, riguardava il rapporto tra usucapione e sistema tavolare, vigente nei territori dell’ex impero austro-ungarico. La ricorrente sosteneva che, in base alla legge speciale (R.D. 499/1929), l’usucapione non potesse prevalere sull’acquisto a titolo derivativo (la sua compravendita) se non fosse stata provata la sua conoscenza o conoscibilità del passaggio al momento dell’acquisto.

Anche questo motivo è stato giudicato infondato. La Suprema Corte ha operato una distinzione fondamentale. Le norme speciali invocate dalla ricorrente si applicano quando c’è un conflitto tra acquisti incompatibili (es. due persone che acquistano la stessa proprietà dallo stesso dante causa). Nel caso di specie, invece, si ha un concorso tra diritti non incompatibili: il diritto di proprietà intavolato della ricorrente e la servitù di passo extra-tavolare, acquisita a titolo originario tramite usucapione. In questa situazione, non si applica la regola che richiede l’elemento soggettivo (conoscenza/conoscibilità) in capo all’acquirente a titolo derivativo. L’efficacia costitutiva dell’intavolazione è limitata agli atti tra vivi e non si estende agli acquisti a titolo originario come l’usucapione.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, basando la sua decisione su principi giuridici consolidati. In primo luogo, ha riaffermato che la valutazione sull’idoneità di un’opera a dimostrare l’apparenza di una servitù costituisce un apprezzamento di fatto, riservato al giudice di merito e non censurabile in sede di legittimità se adeguatamente motivato. La Corte d’Appello aveva correttamente valutato che il portone, insieme alle testimonianze sul suo uso prolungato, integrasse pienamente il requisito di visibilità e permanenza richiesto dalla legge.

In secondo luogo, la Corte ha chiarito in modo definitivo il rapporto tra usucapione e sistema tavolare in contesti di diritti non confliggenti. Ha specificato che l’usucapione, quale modo di acquisto a titolo originario, produce i suoi effetti indipendentemente dalla pubblicità tavolare e dalla buona o mala fede del terzo acquirente successivo. Le norme che tutelano l’affidamento del terzo sulla base delle risultanze dei libri fondiari non operano quando il conflitto non è tra due acquisti derivativi incompatibili, ma tra un acquisto derivativo e uno originario.

le conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza due importanti principi. Primo, per l’usucapione servitù apparente, la prova dell’esistenza di opere visibili e stabili, come un semplice portone, può essere considerata sufficiente se il loro utilizzo continuato nel tempo è adeguatamente dimostrato. Secondo, l’acquisto per usucapione in territori soggetti al sistema tavolare prevale sull’acquisto successivo regolarmente intavolato, senza che sia necessario indagare lo stato psicologico dell’acquirente. Questa decisione sottolinea la forza dell’acquisto a titolo originario e fornisce certezza giuridica nei rapporti tra proprietari di fondi vicini.

Cosa è necessario per dimostrare una servitù apparente ai fini dell’usucapione?
È necessaria la presenza di opere visibili e permanenti oggettivamente destinate all’esercizio della servitù, come una strada, un acquedotto o, come nel caso di specie, un portone d’accesso, il cui utilizzo protratto per almeno vent’anni sia provato.

Un diritto acquisito per usucapione prevale su un successivo acquisto registrato nel sistema tavolare?
Sì. L’usucapione è un modo di acquisto a titolo originario e prevale sull’acquisto a titolo derivativo (es. compravendita) successivamente intavolato, quando i diritti non sono tra loro incompatibili (es. proprietà e servitù).

La conoscenza della servitù da parte del nuovo proprietario del fondo è rilevante nel sistema tavolare?
No, non in questo caso. La conoscenza o conoscibilità della servitù da parte di chi acquista il fondo servente non è un requisito necessario perché l’usucapione, già perfezionatasi, possa essere opposta. Questo perché non si tratta di un conflitto tra acquisti contraddittori, ma di un concorso di diritti compatibili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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