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Usucapione lastrico solare: quando è possibile?

Una società immobiliare ha citato in giudizio due privati per la restituzione di un lastrico solare, ma questi hanno risposto con una domanda riconvenzionale per usucapione. I tribunali di merito hanno dato loro ragione. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5986/2024, ha rigettato il ricorso della società, confermando l’usucapione del lastrico solare. Il punto chiave è che la funzione del lastrico di dare luce e aria ai locali sottostanti non impedisce l’acquisto per usucapione, poiché il proprietario originario può comunque tutelare tali diritti tramite altri istituti, come le servitù.

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Usucapione lastrico solare: la funzione di luce e aria non ostacola l’acquisto

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 5986 del 6 marzo 2024, ha offerto importanti chiarimenti in materia di usucapione del lastrico solare. La pronuncia stabilisce un principio fondamentale: la peculiare funzione di un bene, come quella di fornire luce e aria a un immobile sottostante, non ne impedisce di per sé l’acquisto per usucapione da parte di terzi. Questa decisione consolida l’orientamento giurisprudenziale sulla natura e i limiti del diritto di proprietà acquisito a titolo originario.

I Fatti di Causa: la controversia sulla proprietà del tetto

Una società immobiliare, proprietaria di un locale commerciale, citava in giudizio due privati, accusandoli di aver occupato illegittimamente la porzione di lastrico solare che copriva la sua proprietà. La società ne chiedeva la restituzione e il risarcimento dei danni.
I convenuti si costituivano in giudizio resistendo alla domanda e, a loro volta, proponevano una domanda riconvenzionale per far accertare l’avvenuto acquisto della proprietà del lastrico per usucapione, o in subordine del diritto di uso esclusivo.
Sia il Tribunale in primo grado sia la Corte d’Appello rigettavano le richieste della società e accoglievano la domanda riconvenzionale, dichiarando che uno dei convenuti era diventato proprietario del lastrico per effetto del possesso ultraventennale. La società immobiliare, insoddisfatta, ricorreva quindi in Cassazione, sollevando sei diversi motivi di censura.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso della società, confermando le decisioni dei giudici di merito. L’analisi dei motivi di ricorso offre spunti di riflessione su diversi aspetti del diritto immobiliare e processuale.

Usucapione del lastrico solare e diritti preesistenti: la posizione della Corte

Il motivo principale del ricorso si basava sulla presunta non usucapibilità del lastrico. Secondo la società, poiché dal lastrico si aprivano le uniche finestre che garantivano luce e aria al suo locale, l’acquisto della piena proprietà da parte dei convenuti avrebbe reso impossibile questa funzione essenziale.
La Cassazione ha respinto questa tesi, chiarendo che l’acquisto per usucapione, al pari di qualsiasi altro modo di acquisto della proprietà, non modifica la consistenza fisica del bene. Il diritto di proprietà acquisito a titolo originario è comunque soggetto ai limiti derivanti da eventuali diritti reali di terzi (come le servitù) e al divieto generale di atti emulativi. Di conseguenza, la società ricorrente conserva il diritto di far accertare l’esistenza di una servitù di aria e luce a favore del suo fondo e a carico del lastrico usucapito.

Le altre censure procedurali e la loro inammissibilità

Gli altri motivi di ricorso sono stati dichiarati inammissibili per ragioni prevalentemente procedurali. La Corte ha sottolineato che:
1. Valutazione delle prove: Le lamentele della società riguardo alla mancata considerazione di prove (atti di vendita, lettere, trattative) non costituivano un ‘omesso esame di un fatto decisivo’, ma un tentativo di ottenere una nuova valutazione del merito della causa, precluso in sede di legittimità, soprattutto in presenza di una ‘doppia conforme’.
2. Causa Petendi: La Corte ha ribadito che nelle azioni a difesa della proprietà, la causa petendi è il diritto stesso e non il titolo specifico. Pertanto, il fatto che i giudici avessero individuato un periodo di possesso diverso da quello inizialmente allegato non costituiva una mutazione della domanda.
3. Prove non ammesse: La censura relativa alla mancata ammissione di prove testimoniali è stata respinta poiché la società non aveva reiterato la richiesta in sede di precisazione delle conclusioni in primo grado, determinandone la rinuncia tacita.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su principi consolidati. L’usucapione incide sul regime giuridico del bene, non sulla sua conformazione ontologica. Un bene non diventa ‘non usucapibile’ solo perché svolge una funzione a vantaggio di un’altra proprietà. La tutela di tale funzione va ricercata negli strumenti appositi previsti dall’ordinamento, come le azioni a difesa delle servitù.
La Corte ha inoltre ribadito i limiti del giudizio di cassazione, che non può trasformarsi in un terzo grado di merito. Le valutazioni dei fatti e l’apprezzamento delle prove sono di esclusiva competenza dei giudici di primo e secondo grado, a meno che non emerga un vizio logico-giuridico manifesto, che nel caso di specie non è stato ravvisato.
Infine, per quanto riguarda la successione nel possesso, la Corte ha ritenuto che la valutazione del giudice d’appello, secondo cui il possesso era continuato in capo agli eredi e l’usucapione si era già perfezionata prima della morte del loro dante causa, fosse una valutazione di fatto adeguatamente motivata e non sindacabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza rafforza la stabilità dei rapporti giuridici basati sul possesso prolungato nel tempo. Si stabilisce che l’ usucapione di un lastrico solare è pienamente ammissibile anche quando esso abbia una funzione essenziale per un’altra unità immobiliare. La tutela di tale funzione non opera come impedimento all’usucapione, ma deve essere fatta valere attraverso l’accertamento di un diritto reale limitato, come una servitù, che può gravare anche sulla proprietà acquisita a titolo originario.

È possibile l’usucapione di un lastrico solare se questo serve a dare luce e aria all’appartamento sottostante?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la funzione di fornire aria e luce non impedisce l’usucapione del lastrico. L’acquisto della proprietà tramite usucapione non elimina i diritti reali di terzi, come una servitù di aria e luce, che il proprietario del locale sottostante può far valere per tutelare la sua esigenza.

Se durante una causa per la proprietà di un bene si cambiano i dettagli su come e quando è iniziato il possesso, si sta cambiando la domanda?
No. Nelle azioni a difesa della proprietà, la domanda si identifica con il diritto che si vuole tutelare (la proprietà stessa) e non con il titolo specifico di acquisto (contratto, successione, usucapione). Pertanto, l’allegazione di un titolo di acquisto diverso o di un diverso momento iniziale del possesso non costituisce una mutazione della domanda.

Avviare trattative per comprare un bene interrompe il termine per l’usucapione?
Non necessariamente. La Corte chiarisce che l’esistenza di trattative per l’acquisto di un bene non implica di per sé una rinuncia a far valere l’usucapione. Tali trattative, infatti, potrebbero essere finalizzate semplicemente a prevenire o abbreviare i tempi di una lite, senza costituire un riconoscimento del diritto altrui. La valutazione della loro effettiva valenza è un accertamento di fatto rimesso al giudice di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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