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Usucapione: la prova del possesso per 50 anni

Una sentenza del Tribunale di Bari ha riconosciuto l’usucapione di una porzione di terreno a favore di alcuni soggetti che, insieme alla loro dante causa, ne avevano mantenuto il possesso pacifico e pubblico per oltre cinquant’anni. La decisione si fonda sulle prove testimoniali concordanti e su una consulenza tecnica che ha identificato e frazionato catastalmente l’area. I convenuti, proprietari formali, non si sono costituiti in giudizio e sono stati dichiarati contumaci.

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Pubblicato il 27 ottobre 2024 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Usucapione: Come si Diventa Proprietari Dopo 50 Anni di Possesso?

L’usucapione è un istituto giuridico che permette di diventare proprietari di un bene immobile, come un terreno, semplicemente possedendolo per un lungo periodo di tempo come se si fosse il vero proprietario. Una recente sentenza del Tribunale di Bari offre un chiaro esempio di come questo principio venga applicato nella pratica, sottolineando l’importanza decisiva della prova testimoniale e della precisione tecnica.

I Fatti del Caso: Un Possesso Ereditato e Mantenuto

La vicenda giudiziaria ha origine dalla richiesta di alcuni attori di veder riconosciuta la loro proprietà su una porzione di terreno di 274 mq. Questo terreno, sebbene catastalmente intestato ad altri soggetti, era stato posseduto ininterrottamente per oltre cinquant’anni, prima dalla loro zia e, successivamente, da loro stessi. Il possesso era avvenuto in modo pacifico, pubblico e continuo.

La porzione di terreno in questione era adiacente all’abitazione degli attori, donata loro proprio dalla zia. Essi hanno quindi avviato una causa per l’usucapione, notificando l’atto di citazione tramite pubblici proclami, data la difficoltà di rintracciare tutti i proprietari formali. Questi ultimi, tuttavia, non si sono presentati in giudizio, venendo così dichiarati contumaci.

La Prova dell’Usucapione: Testimonianze e Perizia Tecnica

Per dimostrare il loro diritto, gli attori hanno fatto leva su due elementi fondamentali: le testimonianze e una consulenza tecnica d’ufficio (CTU).

Le deposizioni dei testimoni, residenti nella stessa zona, sono state cruciali. Un teste ha dichiarato di conoscere i luoghi da quando è nato e ha confermato che l’area era sempre stata nel possesso esclusivo prima della zia e poi degli attori. Ha inoltre specificato che sull’area erano stati costruiti piccoli gabbiotti e una pavimentazione oltre trent’anni prima. Un altro testimone ha corroborato questa versione, affermando che da oltre 50 anni l’area era stata gestita come proprietà esclusiva dagli attori e dalla loro dante causa, che vi avevano realizzato opere e ne curavano la manutenzione.

La consulenza tecnica, invece, è stata disposta dal giudice per superare un ostacolo tecnico. La particella originaria era stata nel frattempo frazionata da terzi. Il consulente ha dovuto quindi eseguire complesse operazioni catastali per identificare con esattezza l’area oggetto di usucapione, predisponendo un nuovo tipo di frazionamento che ha dato origine a una nuova particella catastale (la n. 927) corrispondente esattamente ai 274 mq rivendicati.

Le Motivazioni della Decisione

Il Giudice ha ritenuto che gli attori avessero pienamente provato i presupposti dell’usucapione previsti dall’art. 1158 del codice civile. Le prove testimoniali sono state considerate attendibili e decisive, dimostrando un possesso continuo, pacifico, pubblico e ininterrotto per un tempo ben superiore ai vent’anni richiesti dalla legge. I testimoni hanno confermato non solo l’esercizio di fatto del potere sul bene (la coltivazione, la manutenzione, la costruzione di piccole opere), ma anche l’intenzione di possederlo come proprietari (animus possidendi).

Il giudice ha valorizzato il fatto che nessuno, al di fuori degli attori e della loro dante causa, avesse mai rivendicato o utilizzato quell’area. La CTU ha poi fornito la necessaria certezza tecnica, delimitando in modo inequivocabile il bene oggetto del trasferimento di proprietà. Sulla base di questi elementi, la domanda è stata accolta e gli attori sono stati dichiarati proprietari esclusivi della porzione di terreno.

Conclusioni: L’Importanza della Prova nel Giudizio di Usucapione

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: nel giudizio di usucapione, la prova del possesso protratto nel tempo è l’elemento cardine. Le testimonianze chiare, precise e concordanti assumono un valore probatorio determinante, soprattutto quando i proprietari formali restano assenti dal processo. La decisione evidenzia anche l’importanza degli accertamenti tecnici per tradurre una situazione di fatto consolidata in una realtà giuridica e catastale certa. Per chi si trova a possedere un immobile per decenni senza un titolo formale, questa sentenza rappresenta la conferma che la legge tutela e riconosce le situazioni di fatto che si sono consolidate nel tempo, a condizione che vengano adeguatamente provate in giudizio.

Come hanno fatto gli attori a dimostrare il possesso continuato per oltre 50 anni?
Gli attori hanno dimostrato il possesso attraverso prove testimoniali. I testimoni, residenti nella zona, hanno confermato di aver sempre visto prima la zia e poi gli attori utilizzare l’area in modo esclusivo, curandone la manutenzione e costruendovi piccole opere come gabbiotti e pavimentazioni.

Qual è stato il ruolo della Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) in questo caso di usucapione?
La CTU è stata fondamentale per identificare e delimitare con esattezza l’area di 274 mq oggetto della domanda. Il consulente ha dovuto redigere un nuovo tipo di frazionamento per creare una nuova e specifica particella catastale, poiché quella originaria era stata modificata, garantendo così la corrispondenza tra il bene posseduto e quello dichiarato di proprietà degli attori.

Cosa succede se i proprietari originali del terreno non si presentano in tribunale?
Se i proprietari, pur regolarmente citati in giudizio, non si costituiscono, vengono dichiarati ‘contumaci’. Il processo prosegue in loro assenza e la decisione del giudice si basa esclusivamente sulle prove e sulle argomentazioni presentate dalla parte che ha avviato la causa. La loro assenza non impedisce l’accoglimento della domanda se questa è fondata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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