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Usucapione immobiliare: possesso pubblico e pacifico

Il Tribunale di Trieste ha riconosciuto l’usucapione immobiliare di un terreno a favore di due coniugi. Hanno dimostrato di aver posseduto il fondo, parte integrante del loro giardino, per oltre vent’anni in modo esclusivo, pubblico e pacifico, senza alcuna contestazione da parte degli eredi dei proprietari formali, rimasti contumaci.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Usucapione Immobiliare: Come un Giardino Diventa di Proprietà

L’usucapione immobiliare è un istituto giuridico che consente di diventare proprietari di un bene immobile attraverso il possesso prolungato nel tempo, a determinate condizioni. Una recente sentenza del Tribunale di Trieste offre un chiaro esempio di come questo principio trovi applicazione pratica, trasformando un possesso di fatto in un diritto di proprietà pieno e legittimo.

I Fatti del Caso

Una coppia di coniugi citava in giudizio gli eredi dei proprietari formali di una particella di terreno situata esattamente tra altre due particelle già di loro proprietà. Di fatto, questo piccolo appezzamento di terra, di circa 211 mq, era da sempre parte integrante e inscindibile del giardino della loro abitazione. Per oltre trent’anni, da quando avevano costruito la loro casa, i coniugi avevano curato, coltivato e utilizzato l’area come se fosse propria, senza alcuna recinzione o segno di demarcazione che la distinguesse dal resto della loro proprietà. Gli eredi dei proprietari iscritti nei registri tavolari non si sono mai opposti a tale utilizzo, né hanno mai rivendicato il bene; anzi, non si sono nemmeno presentati in giudizio per difendere le loro ragioni.

La Decisione del Tribunale sull’Usucapione Immobiliare

Il Giudice, analizzati i documenti e ascoltate le testimonianze, ha accolto pienamente la domanda dei coniugi. La sentenza ha accertato e dichiarato che la coppia è diventata proprietaria del terreno per usucapione immobiliare, ordinando la conseguente modifica dei registri fondiari (intavolazione) a loro nome. La decisione si fonda sulla dimostrazione inequivocabile di un possesso che rispettava tutti i requisiti previsti dalla legge.

Le Prove Determinanti: Testimonianze e Inerzia

Per ottenere una pronuncia favorevole, non basta affermare di aver posseduto un bene. È necessario provarlo. In questo caso, sono state decisive le deposizioni di due testimoni, definiti dal giudice attendibili e disinteressati. Questi hanno confermato che i coniugi, da decenni, conoscevano e utilizzavano l’area in modo esclusivo e pubblico, come parte del giardino della loro casa. Le loro dichiarazioni hanno corroborato l’esistenza di un possesso pacifico, pubblico e continuato per un periodo ben superiore ai 20 anni richiesti dall’art. 1158 del Codice Civile. Un ulteriore elemento a favore degli attori è stata la totale inerzia difensiva dei convenuti che, pur regolarmente informati del processo, hanno scelto di non partecipare (rimanendo contumaci), dimostrando così un completo disinteresse per il bene.

Le Motivazioni della Sentenza

Il Tribunale ha ritenuto dimostrati tutti gli elementi costitutivi dell’usucapione immobiliare. Il possesso esercitato dai coniugi è stato qualificato come:
1. Pubblico: Esercitato alla luce del sole, in modo visibile a tutti, come la normale cura di un giardino.
2. Pacifico: Non è stato ottenuto con violenza o in modo clandestino.
3. Continuato e Ininterrotto: Protratto per oltre vent’anni senza interruzioni significative.
4. Esclusivo: I coniugi hanno agito come se fossero gli unici proprietari (uti dominus), senza mai chiedere permessi e senza che nessuno contestasse il loro diritto o compisse atti incompatibili con il loro possesso.
La combinazione di questi elementi, provati tramite testimoni e rafforzati dalla mancata opposizione dei proprietari formali, ha portato il Giudice a concludere che il potere di fatto esercitato sul terreno corrispondeva pienamente all’esercizio del diritto di proprietà.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: le situazioni di fatto, quando consolidate nel tempo in modo chiaro e pacifico, possono prevalere sulla titolarità formale. Chi possiede un immobile per oltre vent’anni comportandosi come unico e vero proprietario, senza che nessuno si opponga, può veder riconosciuto il suo diritto di proprietà. La decisione sottolinea l’importanza di fornire prove concrete, come le testimonianze, per dimostrare la natura e la durata del possesso, e conferma come l’inerzia del proprietario formale possa essere un fattore determinante per l’esito del giudizio.

È possibile acquisire la proprietà di un terreno per usucapione immobiliare se lo si utilizza come proprio giardino per molto tempo?
Sì, la sentenza conferma che è possibile. Se il possesso del terreno, utilizzato come parte integrante del proprio giardino, è esclusivo, pubblico, pacifico e continuato per oltre vent’anni, si può acquisire la proprietà per usucapione.

Cosa succede se i proprietari formali di un immobile non si presentano in causa per difendersi dalla richiesta di usucapione?
La loro assenza (contumacia) e la totale inerzia difensiva vengono considerate dal giudice come un elemento che rafforza la posizione di chi chiede l’usucapione, poiché dimostra una mancanza di contestazione del possesso altrui.

Quali prove sono necessarie per dimostrare l’usucapione immobiliare?
La sentenza evidenzia l’importanza di prove testimoniali attendibili. Le deposizioni di persone a conoscenza dei fatti, che possono confermare l’uso esclusivo, pubblico e ultraventennale del bene da parte degli attori, sono state ritenute decisive, insieme alla documentazione prodotta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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