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Usucapione e preliminare: quando la detenzione basta?

Un promissario acquirente riceveva un appartamento in base a un contratto preliminare e successivamente lo scambiava con un altro soggetto nella stessa situazione. Dopo vent’anni, ha tentato di rivendicare la proprietà per usucapione. La Corte di Cassazione ha respinto la sua richiesta, chiarendo che la consegna anticipata di un immobile tramite un contratto preliminare conferisce solo una detenzione qualificata, non il possesso. Senza un atto formale di ‘interversio possessionis’, l’usucapione e preliminare non possono coesistere per l’acquisto della proprietà.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Usucapione e Preliminare di Vendita: Perché la Consegna Anticipata non Basta?

La possibilità di acquisire la proprietà di un immobile tramite usucapione e preliminare di vendita è una questione complessa che spesso genera contenziosi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la consegna anticipata del bene in base a un contratto preliminare non conferisce il possesso necessario per usucapire, ma solo una mera detenzione. Analizziamo insieme questo caso per capire le ragioni giuridiche di tale decisione.

I Fatti del Caso: lo scambio di appartamenti tra promissari acquirenti

La vicenda ha origine dalla richiesta di un privato di essere dichiarato proprietario di un appartamento, facente parte di un complesso turistico, per intervenuta usucapione ventennale. L’uomo sosteneva di averne acquisito il possesso a seguito di uno scambio informale. In pratica, egli aveva stipulato un contratto preliminare per un immobile, ma poi lo aveva scambiato con un altro promissario acquirente che, a sua volta, aveva un preliminare per un diverso appartamento con la stessa società costruttrice.

La società immobiliare, nel frattempo fallita, si è opposta alla richiesta, chiedendo la restituzione dell’immobile e il risarcimento dei danni. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione alla società, negando la sussistenza del possesso utile all’usucapione.

La Decisione dei Giudici: dalla Corte d’Appello alla Cassazione

La Corte d’Appello aveva stabilito che la relazione del promissario acquirente con l’immobile era qualificabile come detenzione e non come possesso. Questo perché la disponibilità del bene derivava da un contratto (il preliminare) che non trasferisce la proprietà, ma crea solo un obbligo a contrarre. La consegna anticipata, secondo i giudici, si configura come un contratto di comodato collegato al preliminare, che quindi non può generare un possesso con animus possidendi.

Il caso è quindi approdato in Cassazione, dove il ricorrente lamentava che i giudici di merito non avessero considerato che lo scambio era avvenuto senza il consenso della società proprietaria e che i contratti preliminari escludevano espressamente il trasferimento del possesso.

Le Motivazioni della Corte sull’usucapione e preliminare

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei gradi precedenti e fornendo chiarimenti cruciali sulla distinzione tra possesso e detenzione nel contesto di un contratto preliminare.

La Differenza tra Possesso e Detenzione

Il punto centrale della decisione è il principio, ormai consolidato, secondo cui la stipula di un contratto preliminare con consegna anticipata del bene non determina un’anticipazione degli effetti traslativi del contratto definitivo. Il promissario acquirente non acquisisce il possesso (corpus e animus possidendi), ma solo la detenzione qualificata. La sua relazione con la cosa si fonda su un titolo obbligatorio, che lo obbliga a riconoscere l’altruità del diritto di proprietà.

Perché la detenzione si trasformi in possesso, è necessario un atto di interversio possessionis (art. 1141 c.c.), ossia una manifestazione esterna, inequivocabile e diretta contro il proprietario, con cui il detentore cessa di riconoscere il diritto altrui e inizia a comportarsi come unico proprietario. Nel caso di specie, il ricorrente non ha mai fornito la prova di un simile atto.

L’irrilevanza dello “scambio” informale

La Cassazione ha inoltre chiarito che lo “scambio” di appartamenti tra i due promissari acquirenti era giuridicamente irrilevante ai fini del trasferimento del possesso. Essendo entrambi meri detentori, nessuno dei due poteva trasferire all’altro un diritto che non possedeva. Un accordo nullo, come quello di trasferimento del mero possesso disgiunto dal diritto, non può fondare una situazione di possesso utile all’usucapione. L’intenzione di possedere (animus possidendi) è un elemento soggettivo che non può essere trasferito.

Infine, la Corte ha specificato che la clandestinità dello scambio, ovvero il fatto che la società proprietaria non ne fosse a conoscenza, non ha alcuna valenza per fondare il possesso. La pubblicità del possesso richiesta dalla legge non significa che il proprietario debba esserne a conoscenza, ma solo che l’esercizio del potere sul bene sia visibile e non occulto.

Conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio cardine del diritto immobiliare: chi entra nella disponibilità di un immobile tramite un contratto preliminare ne diventa detentore, non possessore. Per poter invocare l’usucapione, non è sufficiente il decorso del tempo, ma è indispensabile dimostrare di aver compiuto un atto di interversione, trasformando la propria relazione con il bene da detenzione in possesso pieno ed esclusivo. La decisione serve da monito per chi crede che la semplice consegna anticipata di un immobile possa, con il tempo, trasformarsi automaticamente in un diritto di proprietà.

Chi riceve un immobile con un contratto preliminare ne diventa possessore?
No, secondo la Corte di Cassazione, chi riceve un bene prima del rogito definitivo in base a un contratto preliminare ne acquisisce solo la detenzione qualificata, non il possesso utile per l’usucapione, in quanto la sua relazione con il bene si fonda su un titolo obbligatorio.

È possibile usucapire un bene se si è solo detentori?
No, per poter usucapire un bene è necessario trasformare la detenzione in possesso attraverso un atto di “interversio possessionis”, ovvero una manifestazione esterna e inequivocabile di volersi comportare come proprietario, opponendosi al diritto del proprietario effettivo.

Uno scambio informale di immobili tra due promissari acquirenti trasferisce il possesso?
No, la sentenza chiarisce che uno “scambio” del genere non è un titolo idoneo a trasferire il possesso. Poiché i promissari acquirenti erano semplici detentori, non potevano trasferire un diritto (il possesso) che non avevano.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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