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Usucapione bene pubblico: quando inizia il termine?

Un cittadino ha richiesto l’usucapione di un terreno comunale, precedentemente gravato da uso civico. Il Comune sosteneva che il termine ventennale decorresse solo da una sentenza del 2003 che ne accertava la natura di patrimonio disponibile. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per l’usucapione di un bene pubblico il termine decorre dal momento in cui una legge (in questo caso un R.D.L. del 1933) estingue l’uso civico, rendendo il bene usucapibile, e non dalla successiva sentenza di accertamento.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Usucapione Bene Pubblico: La Legge Prevale sulla Sentenza per il Decorso del Termine

L’istituto dell’usucapione di un bene pubblico solleva complesse questioni giuridiche, in particolare riguardo all’individuazione del momento esatto in cui un bene, prima indisponibile, diventa suscettibile di possesso utile all’acquisto della proprietà da parte di un privato. Con l’ordinanza n. 4500/2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale: il termine per usucapire decorre dalla vigenza della legge che modifica lo status del bene, non da una successiva sentenza che si limita ad accertarlo.

I Fatti di Causa: Un Possesso Ventennale Messo in Discussione

La vicenda ha inizio nel 2004, quando un privato cittadino ha convenuto in giudizio un Comune laziale per ottenere il riconoscimento dell’acquisto per usucapione di un fondo con annessi fabbricati. L’attore sosteneva di aver posseduto il bene per oltre vent’anni uti dominus, ovvero comportandosi come se ne fosse il legittimo proprietario.

Il terreno in questione aveva una storia particolare: in passato era gravato da diritti di uso civico, una condizione che lo rendeva inusucapibile. Tuttavia, un Regio Decreto Legge del 1933 (n. 1071) aveva disposto l’estinzione di tutti gli usi civici nel territorio di quel Comune, facendolo rientrare nel patrimonio disponibile dell’ente e, di conseguenza, rendendolo teoricamente usucapibile.

La Difesa del Comune e la Questione sull’Usucapione Bene Pubblico

Il Comune si è opposto alla domanda, sostenendo una tesi precisa: il termine ventennale per l’usucapione non poteva essere iniziato prima che una sentenza della Corte d’Appello, confermata dalla Cassazione nel 2003, avesse accertato in modo definitivo la cessazione della demanialità e l’appartenenza del bene al patrimonio disponibile. Secondo questa logica, al momento dell’avvio della causa nel 2004, il periodo di venti anni non era ancora trascorso, rendendo infondata la pretesa del cittadino. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno però respinto questa interpretazione, accogliendo la domanda del privato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, investita della questione, ha rigettato il ricorso del Comune, consolidando un principio di diritto di notevole importanza. Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione della normativa speciale applicabile al caso di specie, ovvero il R.D.L. n. 1071 del 1933.

La Corte ha specificato che tale legge aveva lo scopo di rimuovere ogni ostacolo alla bonifica e alla colonizzazione agraria della zona, estinguendo tout court (cioè in modo totale e incondizionato) qualsiasi diritto di uso civico sui terreni compresi nel territorio comunale. L’effetto di questa norma è stato quello di operare una “sdemanializzazione” ex lege, cioè per diretta volontà del legislatore.

Di conseguenza, il bene è diventato usucapibile non a seguito della pronuncia di un giudice, ma nel momento stesso in cui la legge del 1933 è entrata in vigore. Le sentenze successive, richiamate dal Comune, hanno avuto una natura meramente dichiarativa: non hanno creato una nuova situazione giuridica, ma si sono limitate ad accertare e confermare una condizione già esistente per effetto della legge.

Pertanto, i giudici di merito hanno correttamente calcolato il decorso del ventennio utile all’usucapione a partire da un’epoca ben anteriore al 2003, ritenendo maturato il termine al momento della proposizione della domanda nel 2004.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione stabilisce un principio chiaro: ai fini dell’usucapione di un bene pubblico, la decorrenza del termine necessario non è legata all’accertamento giudiziale della natura disponibile del bene, ma al momento in cui una fonte normativa ne determina la sdemanializzazione. Una sentenza che accerta tale status ha valore ricognitivo e non costitutivo. Questa pronuncia offre certezza giuridica e sottolinea la prevalenza della fonte legislativa nel determinare la condizione giuridica dei beni, con importanti implicazioni pratiche per le controversie relative al possesso di immobili appartenenti a enti pubblici.

È possibile usucapire un bene di proprietà di un Comune?
Sì, ma solo se il bene appartiene al cosiddetto “patrimonio disponibile” dell’ente, ovvero non è destinato a un pubblico servizio. I beni demaniali o del patrimonio indisponibile non possono essere usucapiti. Nel caso specifico, il bene è diventato usucapibile perché una legge ha estinto i diritti di uso civico che lo gravavano.

Da quando inizia a decorrere il termine per l’usucapione di un bene pubblico che ha perso le sue caratteristiche di inalienabilità?
Secondo la Corte, il termine ventennale inizia a decorrere dal momento in cui una legge rimuove l’impedimento giuridico all’usucapione (come l’uso civico). Non è necessario attendere una successiva sentenza di un tribunale che accerti formalmente tale cambiamento di status, poiché tale sentenza ha solo valore dichiarativo.

Una causa legale che coinvolge il Comune proprietario interrompe il possesso utile all’usucapione?
No. La sentenza chiarisce che solo un’azione giudiziaria intrapresa dal proprietario direttamente contro il possessore, con lo scopo di recuperare il bene, può interrompere il termine dell’usucapione. Un contenzioso tra il Comune e altri soggetti, non diretto a recuperare il possesso, è irrilevante a tal fine.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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