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Uso parti comuni e millesimi: la Cassazione decide

Due condomini hanno impugnato una delibera che regolamentava l’uso di piscina e campo da tennis, collegando il diritto di ospitare un numero maggiore di persone ai millesimi di proprietà. La Corte di Cassazione, riconoscendo la novità e l’importanza della questione sull’uso parti comuni e millesimi, ha rinviato la causa a pubblica udienza per una decisione di principio. L’ordinanza interlocutoria non decide il caso ma ne sottolinea il rilievo nomofilattico.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Uso Parti Comuni e Millesimi: la Cassazione Chiamata a Decidere su Piscina e Tennis

La questione dell’uso parti comuni e millesimi di proprietà è da sempre un tema caldo nelle dinamiche condominiali. Può un regolamento limitare il diritto di un condomino di godere di aree come la piscina o il campo da tennis, o di invitare ospiti, in base alle sue quote millesimali? Su questo interrogativo, di grande novità e rilievo pratico, la Corte di Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi, rimettendo la causa a una pubblica udienza per una decisione che farà scuola.

I Fatti del Caso: Piscina e Tennis Contesi in Condominio

La vicenda nasce dall’impugnazione, da parte di due proprietari, di una delibera assembleare di un condominio. Tale delibera aveva approvato un nuovo regolamento per l’utilizzo di due beni comuni di pregio: la piscina e il campo da tennis.

Il regolamento introduceva due principi specifici:
1. Un sistema di godimento turnario per permettere a tutti i condomini e ai loro familiari di usufruire delle strutture.
2. Una disciplina per l’ingresso degli ospiti che collegava il diritto di ospitare un numero maggiore di persone esterne al condominio direttamente ai millesimi di proprietà di ciascun condomino. In sostanza, chi possedeva un appartamento più grande (e quindi più millesimi) aveva il diritto di invitare più amici.

I due condomini, ritenendo questa disposizione lesiva dei loro diritti, hanno dato inizio a un contenzioso legale, che dopo due gradi di giudizio a loro sfavorevoli, è approdato in Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica: Un Corretto Uso Parti Comuni e Millesimi?

Il nucleo del ricorso si fonda sulla presunta violazione di diverse norme del Codice Civile, tra cui l’articolo 1102, che sancisce il diritto di ciascun partecipante di servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri di farne parimenti uso secondo il loro diritto.

Secondo i ricorrenti, legare la facoltà di godimento di un bene comune (in particolare, il numero di ospiti ammessi) ai millesimi di proprietà crea una disparità ingiustificata. L’uso delle parti comuni, a loro dire, dovrebbe essere paritario per tutti i condomini, indipendentemente dal valore del loro immobile. La Corte d’Appello, tuttavia, aveva ritenuto valido il regolamento, confermando la decisione di primo grado.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione, investita della questione, non ha emesso una sentenza definitiva, ma un’ordinanza interlocutoria. Questo tipo di provvedimento viene adottato quando i giudici ritengono che la questione posta abbia un particolare rilievo nomofilattico. In altre parole, il caso solleva un problema di diritto nuovo e significativo, la cui soluzione è fondamentale per assicurare un’interpretazione uniforme della legge su tutto il territorio nazionale.

La Corte ha riconosciuto che la questione di limitare il godimento di beni condominiali (in questo caso piscina e campo da tennis, non inclusi nell’elenco standard dell’art. 1117 c.c.) sulla base del criterio dei millesimi di proprietà, presenta caratteri di “novità e rilievo nomofilattico”. Per questa ragione, invece di decidere in camera di consiglio, ha disposto la trattazione del ricorso in pubblica udienza, un procedimento riservato alle questioni di maggiore importanza.

Conclusioni: L’Attesa per la Sentenza Definitiva

La decisione di rimettere la causa alla pubblica udienza segnala la delicatezza e la rilevanza del tema. La futura sentenza della Corte di Cassazione è destinata a diventare un punto di riferimento fondamentale per la gestione delle parti comuni in tutti i condomini d’Italia. Il verdetto finale chiarirà se il criterio dei millesimi, nato per ripartire le spese, possa essere legittimamente utilizzato anche per modulare o limitare il diritto di godimento dei beni comuni, specialmente quelli destinati allo svago e al relax. L’esito avrà un impatto diretto su innumerevoli regolamenti condominiali e sulla convivenza tra i proprietari.

Qual è la questione principale oggetto del ricorso in Cassazione?
La questione centrale è se un regolamento condominiale possa legittimamente limitare l’uso di parti comuni come piscina e campo da tennis, e in particolare il numero di ospiti che un condomino può invitare, basandosi sui millesimi di proprietà di ciascuno.

Perché la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza interlocutoria anziché una sentenza definitiva?
La Corte ha ritenuto che la questione giuridica sollevata fosse nuova e di “rilievo nomofilattico”, ovvero di importanza tale da richiedere una decisione che possa servire come guida per futuri casi simili, garantendo un’interpretazione uniforme della legge. Per questo, ha rinviato il caso a una pubblica udienza per un esame più approfondito.

Qual era il contenuto della delibera condominiale contestata?
La delibera approvava un regolamento che disciplinava l’utilizzo della piscina e del campo da tennis, prevedendo un godimento a turni per i condomini e stabilendo che il diritto di ospitare un maggior numero di persone esterne fosse proporzionale ai millesimi di proprietà posseduti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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