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Tutela del terzo confisca: no al giudice civile

La Corte di Cassazione ha stabilito l’improcedibilità dell’azione civile intentata dagli eredi di un soggetto terzo per rivendicare la proprietà di un terreno erroneamente incluso in una confisca di prevenzione. La Corte ha ribadito che l’unica sede per la tutela del terzo in caso di confisca è quella penale, tramite l’incidente di esecuzione, e non il tribunale civile. Una volta che tale via è stata percorsa senza successo, la pretesa del terzo è definitivamente preclusa, consolidando l’acquisizione del bene allo Stato.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Tutela del terzo confisca: la Giurisdizione è solo del Giudice Penale

Quando lo Stato dispone una confisca di prevenzione, cosa accade se nel bene confiscato è inclusa una porzione di proprietà di un terzo estraneo e in buona fede? Questa è la complessa questione affrontata dalla Corte di Cassazione in una recente ordinanza. La decisione fornisce un chiarimento fondamentale sulla tutela del terzo in caso di confisca, stabilendo in modo netto quale sia il giudice competente a decidere su tali controversie e quali strumenti legali il terzo abbia a disposizione.

I Fatti del Caso: una Proprietà Contesa

La vicenda ha origine da un’azione legale avviata nel 2009. La proprietaria di una porzione di terreno di circa 4 are, acquistata regolarmente nel 1972, si vedeva coinvolta nella confisca di prevenzione disposta nel 1984 a carico del proprietario del fondo confinante. L’amministrazione statale, a seguito di un nuovo accatastamento che indicava un’estensione maggiore del terreno confiscato, aveva incluso anche la porzione del terzo soggetto, ordinandone il rilascio.

La proprietaria aveva tentato di far valere i suoi diritti in sede penale, promuovendo un incidente di esecuzione per ottenere la revoca parziale della confisca, ma la sua richiesta era stata rigettata in via definitiva. Parallelamente, veniva assolta in un altro procedimento penale dall’accusa di occupazione abusiva di suolo demaniale. Nonostante ciò, decideva di adire il giudice civile per ottenere l’accertamento del suo diritto di proprietà. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello dichiaravano la sua domanda improcedibile, spingendo gli eredi della donna, nel frattempo deceduta, a ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la decisione dei giudici di merito. Sebbene abbia parzialmente corretto la motivazione della Corte d’Appello sull’applicabilità ratione temporis del nuovo Codice Antimafia, ha ribadito il principio di diritto consolidato in materia: l’azione davanti al giudice civile è inammissibile.

La tutela del terzo in caso di confisca e le motivazioni

Il cuore della decisione risiede nell’affermazione di un principio giurisdizionale chiaro: la tutela dei diritti dei terzi sui beni oggetto di confisca di prevenzione spetta in via esclusiva al giudice penale. Il terzo che vanti un diritto reale, come la proprietà, su un bene sequestrato o confiscato, deve far valere le proprie ragioni all’interno dello stesso procedimento di prevenzione o, se questo è già concluso, attraverso lo strumento dell’incidente di esecuzione.

La Cassazione ha spiegato che il sistema normativo è disegnato per concentrare davanti al giudice della prevenzione o dell’esecuzione penale tutte le questioni relative alla legittimità della misura ablativa, inclusa la verifica della buona fede del terzo e l’anteriorità del suo titolo. Permettere a un giudice civile di decidere sulla proprietà di un bene già definitivamente confiscato significherebbe creare una potenziale contraddizione tra giudicati e minare l’efficacia delle misure di prevenzione patrimoniale.

Nel caso specifico, la ricorrente aveva già utilizzato lo strumento corretto, ovvero l’incidente di esecuzione, ma la sua domanda era stata respinta. Tale rigetto ha reso definitiva la confisca anche sulla sua porzione di terreno, precludendo ogni ulteriore azione in sede civile per accertare un diritto ormai incompatibile con l’acquisizione del bene al patrimonio dello Stato.

Conclusioni: Quale Tutela per il Terzo in Buona Fede?

L’ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Un terzo che si ritenga leso da una misura di confisca deve agire con tempestività e utilizzare gli strumenti specifici previsti dall’ordinamento penale. Non può attendere la conclusione del procedimento di prevenzione per poi rivolgersi al giudice civile. La via da percorrere è quella dell’intervento nel procedimento di prevenzione o, successivamente, quella dell’incidente di esecuzione. L’esito di tale procedimento è decisivo: un rigetto consolida la confisca e preclude qualsiasi successiva rivendicazione davanti a un’altra autorità giudiziaria. La tutela del terzo è quindi garantita, ma canalizzata in una sede specifica e specializzata per bilanciare l’interesse pubblico alla lotta alla criminalità con la protezione dei diritti dei soggetti estranei e in buona fede.

Un terzo che vanta un diritto su un bene confiscato può agire in un tribunale civile per farselo riconoscere?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’azione davanti al giudice civile è improcedibile. La tutela dei diritti del terzo su beni oggetto di confisca di prevenzione è di competenza esclusiva del giudice penale.

Qual è la sede corretta per far valere i diritti di un terzo proprietario su un bene oggetto di confisca di prevenzione?
La sede corretta è il procedimento di prevenzione stesso o, se questo è già concluso, l’incidente di esecuzione davanti al giudice penale. È in questa sede che il terzo deve dimostrare la titolarità del proprio diritto e la sua buona fede.

Una sentenza di assoluzione penale per occupazione abusiva ha effetto nel giudizio civile sulla proprietà del bene?
No. Nel caso specifico, la Corte ha stabilito che la sentenza di assoluzione non era opponibile alle Amministrazioni dello Stato nel giudizio civile, in quanto queste non erano state parti di quel processo penale. Pertanto, il giudicato penale non poteva vincolare la decisione del giudice civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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