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Travisamento della prova: Cassazione attende Sezioni Unite

Due professionisti ricorrono in Cassazione contro una sanzione disciplinare, lamentando un errore di percezione dei fatti da parte dell’organo giudicante, noto come travisamento della prova. La Corte, rilevando un contrasto giurisprudenziale sulla possibilità di denunciare tale vizio in sede di legittimità dopo la riforma del 2012, ha sospeso la decisione. Il caso è stato rinviato a nuovo ruolo in attesa della pronuncia delle Sezioni Unite, chiamate a risolvere definitivamente la questione.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Travisamento della Prova in Cassazione: Il Dilemma Giuridico nelle Mani delle Sezioni Unite

Il concetto di travisamento della prova rappresenta uno dei vizi più delicati e discussi nel processo civile. Si verifica quando un giudice, nell’esaminare un documento o un’altra prova, ne percepisce un contenuto oggettivamente diverso da quello reale. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione, la n. 3485/2024, riaccende i riflettori su una questione cruciale: è ancora possibile far valere questo errore in sede di legittimità? La Corte ha scelto di non decidere, sospendendo il giudizio in attesa di un verdetto chiarificatore delle Sezioni Unite.

I Fatti del Caso: Una Sanzione Disciplinare e l’Appello in Cassazione

La vicenda nasce da un procedimento disciplinare a carico di due ingegneri, sanzionati dal loro Consiglio Nazionale di categoria. La sanzione era stata inflitta per la presunta violazione di norme deontologiche relative a un incarico di progettazione e direzione lavori. Secondo l’organo disciplinare, i professionisti avrebbero illecitamente acquisito un incarico originariamente spettante a un’altra collega.

I due professionisti hanno impugnato la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo un palese errore procedurale basato su un travisamento della prova. A loro dire, il Consiglio Nazionale avrebbe erroneamente interpretato una serie di atti di cessione di quote societarie, vedendo una continuità contrattuale che, in realtà, non esisteva. Questa errata percezione dei documenti avrebbe portato alla conclusione, altrettanto errata, della violazione deontologica.

La Questione Giuridica sul Travisamento della Prova

Il cuore del problema non risiede nel merito della sanzione, ma in un dilemma prettamente processuale. I ricorrenti hanno basato il loro appello sulla violazione dell’art. 360, comma 1, n. 4 c.p.c. (nullità della sentenza o del procedimento) e dell’art. 115 c.p.c. (principio di disponibilità delle prove). La questione è se il travisamento della prova possa essere ancora fatto valere con questi strumenti dopo la riforma del 2012, che ha modificato l’art. 360, comma 1, n. 5 c.p.c.

Sul punto, la giurisprudenza è spaccata in due:

1. Tesi restrittiva: Sostiene che, dopo la riforma, il travisamento dei fatti non sia più denunciabile in Cassazione. L’unico rimedio sarebbe la revocazione (art. 395 n. 4 c.p.c.), un mezzo di impugnazione straordinario.
2. Tesi estensiva: Ritiene che il travisamento sia ancora sindacabile, non come vizio di motivazione, ma come errore di percezione che porta a decidere sulla base di prove inesistenti o dal contenuto diverso. In questo caso, si configurerebbe una violazione di legge processuale (art. 115 c.p.c.) e quindi un error in procedendo.

La Decisione della Corte: Rinvio in Attesa delle Sezioni Unite

Di fronte a questo palese e significativo contrasto interpretativo, la Seconda Sezione Civile della Cassazione ha agito con prudenza. Rilevando che la medesima questione era già stata sottoposta all’attenzione delle Sezioni Unite da un’altra sezione della Corte (con ordinanza n. 11111/2023), i giudici hanno deciso di sospendere il procedimento.

L’ordinanza è, pertanto, interlocutoria: non decide il caso, ma lo ‘congela’, rinviandolo a nuovo ruolo. La sorte del ricorso dei due professionisti è ora legata a doppio filo alla pronuncia delle Sezioni Unite, che avrà il compito di fornire un’interpretazione univoca e definitiva sulla questione.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è chiara e si fonda sulla necessità di garantire la certezza del diritto e l’uniforme interpretazione della legge. Proseguire con il giudizio avrebbe significato prendere una posizione su una questione altamente controversa, con il rischio di emettere una sentenza potenzialmente in contrasto con l’imminente decisione delle Sezioni Unite. La sospensione è quindi una scelta dettata da ragioni di economia processuale e di coerenza sistematica dell’ordinamento giuridico. La Corte attende che l’organo supremo di nomofilachia sciolga il nodo interpretativo prima di poter applicare il principio corretto al caso di specie.

Le Conclusioni

Questa ordinanza, pur non risolvendo la controversia, ha importanti implicazioni. Evidenzia come l’evoluzione normativa possa generare incertezze applicative che richiedono l’intervento delle Sezioni Unite. Per le parti in causa, significa un’attesa prolungata, il cui esito dipenderà da una decisione che trascende il loro caso specifico. Per gli operatori del diritto, la futura sentenza delle Sezioni Unite sul travisamento della prova rappresenterà un punto di riferimento fondamentale, destinato a influenzare innumerevoli ricorsi futuri e a definire con maggiore chiarezza i confini del sindacato della Corte di Cassazione sulla valutazione dei fatti.

Cosa si intende per ‘travisamento della prova’?
Si tratta di un errore di percezione da parte del giudice, il quale attribuisce a una prova (ad esempio un documento) un contenuto oggettivamente diverso da quello reale. Non è un errore di valutazione (interpretazione del significato), ma un errore materiale di lettura o comprensione del dato probatorio.

Perché la Corte di Cassazione ha deciso di non decidere subito il caso?
La Corte ha sospeso il giudizio perché ha riscontrato un forte contrasto giurisprudenziale su un punto decisivo per la risoluzione della controversia: l’ammissibilità del motivo di ricorso basato sul travisamento della prova. Poiché la questione è già stata rimessa alle Sezioni Unite, la Corte ha preferito attendere la loro pronuncia per garantire una decisione coerente e conforme al diritto.

Qual è il contrasto giurisprudenziale che ha bloccato la decisione?
Il contrasto riguarda le conseguenze della riforma del processo civile del 2012. Una tesi sostiene che il travisamento della prova non sia più un motivo valido per il ricorso in Cassazione, ma solo per la revocazione. L’altra tesi, invece, ritiene che sia ancora possibile denunciarlo come errore procedurale, in quanto porta il giudice a decidere sulla base di prove che, di fatto, non esistono nel processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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