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Trattenuta sulla pensione: i limiti per l’INPS

Un pensionato ha contestato una trattenuta sulla pensione operata dall’ente previdenziale per recuperare somme versate indebitamente. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità dell’operato dell’ente, specificando che può recuperare il credito tramite una trattenuta diretta fino a un quinto dell’importo pensionistico, a condizione che sia sempre garantito il trattamento minimo. Questa procedura, secondo la Corte, è diversa e più favorevole per l’ente rispetto al pignoramento ordinario.

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Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Trattenuta sulla Pensione: la Cassazione Conferma i Poteri dell’Ente Previdenziale

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema di grande interesse per molti pensionati: i limiti e le modalità con cui l’ente previdenziale può effettuare una trattenuta sulla pensione per recuperare somme pagate in eccesso. La decisione chiarisce la differenza fondamentale tra una trattenuta diretta per indebito previdenziale e un pignoramento eseguito da un creditore terzo, confermando la legittimità dell’azione dell’ente entro limiti ben definiti.

Il Caso: La Contestazione di una Trattenuta sulla Pensione

Il caso ha origine dalla domanda di un pensionato che chiedeva di dichiarare illegittima la trattenuta operata dall’ente previdenziale sul suo assegno pensionistico a partire dal febbraio 2013. L’ente aveva avviato questa procedura per recuperare un indebito previdenziale, ossia somme che erano state erogate al pensionato ma non erano dovute.

Il tribunale di primo grado aveva dato ragione al pensionato. Tuttavia, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione, accogliendo il ricorso dell’ente previdenziale. Secondo i giudici di secondo grado, non si trattava di una procedura esecutiva (come un pignoramento), ma di un recupero diretto tramite compensazione. Pertanto, l’ente era legittimato a trattenere fino a un quinto dell’importo della pensione, a patto di non intaccare il cosiddetto “trattamento minimo”. Il pensionato ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

I Motivi del Ricorso e la Trattenuta sulla Pensione

Il ricorrente basava le sue contestazioni sulla violazione delle norme che regolano l’impignorabilità delle pensioni (art. 545 c.p.c.). A suo avviso, l’ente non poteva operare una compensazione su un credito, come la pensione, che la legge definisce impignorabile oltre certi limiti. Sostanzialmente, il pensionato equiparava la trattenuta diretta a un pignoramento, sostenendo che dovessero essere applicate le stesse, più stringenti, regole.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha respinto entrambi i motivi di ricorso, giudicandoli infondati. I giudici hanno chiarito che, secondo la giurisprudenza consolidata, in tema di indebito previdenziale, l’ente ha la facoltà di recuperare le somme non dovute anche tramite trattenute dirette sulla pensione, in via di compensazione.

Questa modalità di recupero è soggetta a un duplice limite:

1. La somma trattenuta non può superare un quinto dell’importo della pensione.
2. Deve essere sempre fatto salvo il trattamento minimo di pensione.

La Corte ha specificato che questa regola, prevista dall’art. 69 della legge n. 153 del 1969, costituisce una norma speciale e di favore per l’ente previdenziale. Essa si applica quando l’ente agisce per recuperare prestazioni indebitamente erogate o per omissioni contributive. Le norme generali sui limiti di pignorabilità della pensione (art. 545 c.p.c.), che prevedono tutele più ampie per il pensionato (come l’impignorabilità del doppio della misura massima dell’assegno sociale), si applicano invece quando ad agire sono creditori diversi dall’ente previdenziale, o quando lo stesso ente agisce per crediti di natura diversa (ad esempio, non legati a prestazioni indebite).

In sostanza, la legge riconosce all’ente una via preferenziale per recuperare i propri crediti, bilanciando l’interesse pubblico al corretto utilizzo delle risorse previdenziali con la necessità di garantire al pensionato mezzi di sostentamento adeguati.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Pensionati

La decisione della Cassazione conferma un principio importante: l’ente previdenziale può legalmente effettuare una trattenuta sulla pensione per recuperare pagamenti non dovuti, senza dover avviare una procedura di pignoramento. Per i pensionati, ciò significa che in caso di indebito accertato, l’ente può agire direttamente sull’assegno mensile. Tuttavia, questa azione non è illimitata. La trattenuta non potrà mai eccedere un quinto della pensione e dovrà sempre garantire la percezione dell’importo corrispondente al trattamento minimo. È fondamentale per i pensionati conoscere questi limiti per poter verificare la correttezza dell’operato dell’ente e tutelare i propri diritti.

L’ente previdenziale può recuperare un pagamento non dovuto trattenendolo direttamente dalla pensione?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che l’ente previdenziale può recuperare gli indebiti previdenziali mediante trattenute dirette sulla pensione, in via di compensazione, senza dover avviare una procedura esecutiva formale.

Qual è il limite massimo per la trattenuta sulla pensione in caso di indebito previdenziale?
La trattenuta non può superare la misura di un quinto dell’importo della pensione, assegno o indennità. Inoltre, deve essere sempre garantito e fatto salvo l’importo corrispondente al trattamento minimo di pensione.

Le regole sulla trattenuta sulla pensione da parte dell’ente previdenziale sono le stesse del pignoramento da parte di un creditore qualsiasi?
No. La Corte ha chiarito che per il recupero di indebiti previdenziali si applica una norma speciale e di favore per l’ente (art. 69, L. 153/1969), che consente la trattenuta nel limite di un quinto. Le regole generali sul pignoramento delle pensioni (art. 545 c.p.c.), che prevedono limiti di pignorabilità più stringenti, si applicano invece quando la pensione è aggredita da soggetti diversi dall’ente previdenziale o quando l’ente stesso agisce per crediti di altra natura.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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