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Trattenimento richiedente asilo: stop alla proroga

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5834/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di trattenimento richiedente asilo. La Corte ha chiarito che non è possibile prorogare il trattenimento di un cittadino straniero quando la sua istanza di sospensione del provvedimento di diniego della protezione internazionale è stata rigettata. In tale circostanza, viene meno il titolo giuridico che giustifica la permanenza nel centro, poiché il provvedimento di diniego diventa esecutivo, rendendo illegittima qualsiasi ulteriore proroga del trattenimento basata sulla pendenza del ricorso giurisdizionale.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Trattenimento Richiedente Asilo: Quando la Proroga Diventa Illegittima

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha posto un paletto fondamentale sulla durata del trattenimento richiedente asilo, stabilendo che non può essere prorogato se il giudice ha già rigettato la richiesta di sospensiva del diniego di protezione. Questa decisione rafforza le garanzie di libertà personale per i cittadini stranieri, chiarendo l’esatta portata delle norme che regolano la loro permanenza nei centri di trattenimento durante l’iter giudiziario.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un cittadino straniero trattenuto in un centro per il rimpatrio (C.P.R.) a seguito di un provvedimento di respingimento. Durante il trattenimento, l’uomo presenta domanda di protezione internazionale. La Commissione Territoriale competente rigetta la sua richiesta. Contro questa decisione, lo straniero propone ricorso al Tribunale, chiedendo contestualmente la sospensione dell’efficacia esecutiva del provvedimento di diniego.

Il Tribunale, tuttavia, rigetta l’istanza di sospensiva. Nonostante ciò, e su richiesta della Questura, lo stesso Tribunale dispone la proroga del trattenimento per altri trenta giorni. Il cittadino straniero impugna tale proroga, portando la questione fino alla Corte di Cassazione.

L’Analisi della Corte e i Limiti al Trattenimento Richiedente Asilo

Il ricorrente lamentava la violazione di diverse norme, sostenendo che, una volta negata la sospensiva, il rimpatrio era diventato possibile e, di conseguenza, non sussistevano più i presupposti per il trattenimento legato alla domanda di protezione internazionale. La Corte di Cassazione ha accolto questa tesi, ritenendola fondata.

Il cuore della questione risiede nell’interpretazione dell’art. 6 del D.Lgs. n. 142/2015. Questa norma prevede che un richiedente asilo, che si trovi già in un centro, possa rimanervi per il tempo strettamente necessario all’esame della sua domanda. Se propone ricorso contro il diniego, rimane nel centro ‘fino all’adozione del provvedimento di […] sospensione’ e ‘per tutto il tempo in cui è autorizzato a rimanere nel territorio nazionale in conseguenza del ricorso’.

La Decisione sulla Sospensiva come Punto di Svolta

La Cassazione ha chiarito che il riferimento temporale cruciale è proprio la decisione sull’istanza di sospensiva. Il legislatore ha legato il trattenimento alla pendenza del giudizio sulla protezione, ma questo legame si spezza nel momento in cui il giudice, valutando il caso, nega la sospensione.

Se la sospensiva è accolta: Lo straniero è autorizzato a rimanere nel territorio nazionale in attesa dell’esito del ricorso. In questo caso, il trattenimento può proseguire, alle condizioni previste dalla legge.
Se la sospensiva è rigettata: Come nel caso di specie, il provvedimento di diniego della protezione diventa immediatamente esecutivo. Lo straniero non è più autorizzato a rimanere in Italia ‘in conseguenza del ricorso’. Di conseguenza, cessa la giustificazione per il trattenimento basato su quella specifica procedura.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato che il trattenimento correlato al giudizio sulla protezione internazionale è disciplinato in modo distinto dal trattenimento finalizzato al rimpatrio. La norma pone come ‘imprescindibile riferimento temporale’ la decisione sulla sospensiva (prevista dall’art. 35-bis, comma 4, D.Lgs. 25/2008). Con il rigetto di tale istanza, il collegamento tra il trattenimento e la pendenza del giudizio di protezione viene meno. Il richiedente non è più autorizzato a rimanere sul territorio nazionale in virtù di quel ricorso e, pertanto, la base giuridica per il trattenimento specifico previsto dall’art. 6 D.Lgs. 142/2015 cessa di esistere.

Di conseguenza, il Tribunale non avrebbe potuto prorogare il trattenimento sulla base di una norma il cui presupposto fondamentale (l’autorizzazione a rimanere in Italia in attesa del giudizio) era venuto meno. La Corte ha quindi cassato senza rinvio l’ordinanza impugnata, dichiarando di fatto illegittima la proroga disposta.

Conclusioni

Questa pronuncia della Corte di Cassazione stabilisce un principio di garanzia di notevole importanza. Si afferma che il trattenimento richiedente asilo non può essere prolungato indefinitamente sulla sola base della pendenza di un ricorso giurisdizionale. La decisione sulla richiesta di sospensiva diventa un momento decisivo: se negativa, il titolo che giustificava il trattenimento specifico per la procedura d’asilo decade, e l’autorità non può chiederne la proroga invocando le stesse ragioni. Ciò non esclude che possano sussistere i presupposti per un diverso tipo di trattenimento (ad esempio, quello finalizzato all’esecuzione dell’espulsione), ma questo dovrà basarsi su un procedimento distinto e autonomo, con nuove e diverse valutazioni.

È possibile prorogare il trattenimento di un richiedente asilo dopo che la sua domanda è stata respinta e ha fatto ricorso?
Sì, il trattenimento può continuare durante la pendenza del ricorso, ma solo fino alla decisione sull’istanza di sospensione dell’efficacia del provvedimento di diniego. Il proseguimento è strettamente legato all’autorizzazione a rimanere sul territorio nazionale in conseguenza del ricorso.

Cosa succede al trattenimento se il giudice nega la richiesta di sospendere l’efficacia del diniego di protezione?
Secondo la Corte di Cassazione, se l’istanza di sospensiva viene rigettata, il collegamento tra il trattenimento e la pendenza del giudizio di protezione si interrompe. Il provvedimento di diniego diventa esecutivo e il richiedente non è più autorizzato a rimanere in Italia per effetto di quel ricorso. Di conseguenza, la proroga del trattenimento basata su questa specifica procedura diventa illegittima.

Qual è il fondamento giuridico del trattenimento durante il ricorso contro il diniego di asilo?
Il fondamento si trova nell’art. 6, commi 7 e 8, del D.Lgs. n. 142/2015. Questa norma permette al richiedente asilo di rimanere nel centro di trattenimento ‘fino all’adozione del provvedimento di cui al comma 4 del medesimo art. 35 bis’ (cioè la decisione sulla sospensiva) e per il tempo in cui è autorizzato a rimanere nel territorio nazionale a seguito del ricorso. Se questa autorizzazione viene meno (con il rigetto della sospensiva), cessa anche la base legale per quel tipo di trattenimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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