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Trattamento economico trasferimento: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1958/2024, ha chiarito i limiti del trattamento economico in caso di trasferimento di dipendenti da enti soppressi a ministeri. La Corte ha stabilito che la norma speciale che regola il trasferimento prevale su quella generale, escludendo dall’assegno ad personam le voci retributive non fisse e continuative, come il premio di produttività. Viene inoltre specificato che l’anzianità di servizio pregressa non è automaticamente valida per la progressione di carriera nel nuovo ente, ma serve solo a garantire la conservazione del livello retributivo acquisito.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Trattamento Economico Trasferimento: La Cassazione Limita l’Assegno Personale

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti fondamentali sul trattamento economico trasferimento per i dipendenti pubblici che transitano da un ente soppresso a un’amministrazione statale. La decisione sottolinea il principio della prevalenza della legge speciale su quella generale, con importanti conseguenze sulla composizione dell’assegno ad personam e sul riconoscimento dell’anzianità di servizio.

I Fatti del Caso

La vicenda riguarda una dipendente di un Istituto per la Promozione Industriale, un ente pubblico successivamente soppresso. A seguito della soppressione, la lavoratrice era stata trasferita nei ruoli di un Ministero. La controversia è nata dalla richiesta della dipendente di ottenere il riconoscimento, nel nuovo rapporto di lavoro, non solo dell’intera anzianità di servizio maturata, ma anche dell’inclusione nel suo assegno personale di diverse voci retributive percepite in precedenza, tra cui un premio di produttività.

Mentre il Tribunale aveva inizialmente accolto le richieste, la Corte d’Appello aveva riformato parzialmente la decisione, escludendo alcune voci ma confermando l’inclusione di una quota del premio di produttività, ritenendola una componente fissa e continuativa della retribuzione. Il Ministero ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Questione Giuridica: Norma Generale vs. Norma Speciale

Il cuore della disputa legale risiedeva nel conflitto tra due normative. Da un lato, l’art. 31 del D.Lgs. 165/2001, che rappresenta la norma generale sul passaggio di personale tra amministrazioni pubbliche e richiama la tutela prevista dall’art. 2112 c.c. per il trasferimento d’azienda. Dall’altro, l’art. 7, comma 20, del D.L. n. 78/2010, una norma speciale emanata specificamente per regolare il transito del personale dell’ente soppresso in questione.

La Corte di Cassazione era chiamata a decidere se dovesse applicarsi la tutela più ampia della norma generale o le disposizioni più restrittive della norma speciale.

La Decisione della Cassazione sul Trattamento Economico Trasferimento

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Ministero, affermando un principio di diritto cruciale: la norma speciale (art. 7 del D.L. 78/2010) prevale su quella generale. Di conseguenza, il trattamento economico trasferimento del personale coinvolto deve essere disciplinato esclusivamente da tale disposizione.

Questo significa che ai dipendenti trasferiti è garantita unicamente la conservazione delle voci del trattamento fondamentale ed accessorio caratterizzate da ‘fissità e continuità’. La Corte ha chiarito che il premio di produttività, anche se corrisposto regolarmente, mantiene una natura incentivante e non rientra in questa categoria, pertanto deve essere escluso dal calcolo dell’assegno ad personam.

Inoltre, la Cassazione ha stabilito che l’anzianità di servizio pregressa non può essere fatta valere per ottenere ricostruzioni di carriera secondo le regole dell’amministrazione di destinazione, ma serve solo a garantire che il trattamento retributivo complessivo non subisca un peggioramento (divieto di reformatio in peius).

Le Motivazioni della Corte

Nelle motivazioni, i giudici hanno spiegato che la disposizione speciale richiama una distinzione tipica dell’impiego pubblico contrattualizzato. Il trattamento fondamentale retribuisce la prestazione base, mentre quello accessorio è legato a performance o a particolari condizioni di lavoro. La norma speciale, nel garantire la conservazione delle sole voci fisse e continuative, mirava a salvaguardare il livello retributivo acquisito, senza però estendere tale garanzia a componenti variabili o a creare aspettative di carriera nel nuovo ente. L’obiettivo del legislatore era assicurare la continuità economica, non equiparare pienamente la carriera pregressa ai fini della progressione futura. L’anzianità, in questo contesto, funge da parametro per la salvaguardia economica e non come diritto a scatti di carriera o altri benefici previsti dal contratto del nuovo datore di lavoro.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale importante per il pubblico impiego. Stabilisce che, in presenza di una legge specifica che regola il transito di personale, le tutele sono limitate a quanto espressamente previsto da tale legge. I dipendenti coinvolti in processi di mobilità a seguito di soppressioni di enti devono essere consapevoli che la conservazione del trattamento economico è circoscritta alle componenti stabili e non include elementi variabili come i premi di produttività. Inoltre, l’anzianità maturata è tutelata ai soli fini della conservazione dello stipendio, ma non è automaticamente spendibile per la progressione di carriera nel nuovo contesto lavorativo.

In caso di trasferimento di un dipendente pubblico a seguito di soppressione di un ente, quale norma regola il trattamento economico se esiste una legge speciale?
Se esiste una norma speciale che disciplina il trasferimento, come l’art. 7, comma 20, del d.l. n. 78/2010 nel caso di specie, questa prevale sulle norme generali (come l’art. 31 del d.lgs. n. 165/2001) e regola esclusivamente il trattamento economico del personale trasferito.

Il premio di produttività deve essere incluso nell’assegno ad personam del dipendente trasferito?
No. Secondo la Corte, il premio di produttività, anche se corrisposto con regolarità, mantiene una natura incentivante e non possiede i requisiti di ‘fissità e continuità’ richiesti dalla norma speciale per essere incluso nell’assegno personale destinato a conservare il trattamento retributivo.

L’anzianità di servizio maturata presso l’ente di provenienza deve essere sempre riconosciuta dal nuovo datore di lavoro pubblico?
L’anzianità pregressa viene riconosciuta al solo fine di salvaguardare il livello economico acquisito, evitando un peggioramento dello stipendio. Tuttavia, non può essere utilizzata per rivendicare ricostruzioni di carriera o per ottenere benefici economici basati sulla diversa disciplina applicabile presso il nuovo datore di lavoro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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