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Trasformazione tetto in terrazzo: quando è lecita?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 917/2024, chiarisce i limiti della trasformazione del tetto in terrazzo a uso esclusivo. Il caso riguarda la richiesta di risarcimento danni da parte di acquirenti di un immobile per opere non autorizzate (terrazzi) e infiltrazioni. La Corte distingue tra ‘innovazione’ (art. 1120 c.c.), che richiede autorizzazione, e ‘modificazione’ per un uso più intenso della cosa comune (art. 1102 c.c.). La trasformazione è lecita se non altera la funzione di copertura del tetto e non impedisce il pari uso agli altri condomini. La Corte ha cassato la sentenza d’appello, rinviando la causa per una nuova valutazione basata su questi principi e ha ribadito la responsabilità oggettiva del condominio per i danni da infiltrazioni.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Trasformazione tetto in terrazzo: lecito o no? La Cassazione fa chiarezza

La trasformazione del tetto in terrazzo ad uso esclusivo è una delle questioni più dibattute in ambito condominiale. È possibile per un condomino modificare una parte comune per un proprio vantaggio senza il consenso dell’assemblea? La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 917 del 10 gennaio 2024, ha fornito importanti chiarimenti, tracciando una linea netta tra modifiche lecite e innovazioni vietate.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una controversia tra gli acquirenti di un appartamento all’ultimo piano e i venditori. Questi ultimi avevano realizzato due terrazze modificando una porzione del tetto condominiale, senza aver ottenuto una preventiva autorizzazione dall’assemblea. Dopo l’acquisto, i nuovi proprietari si sono trovati a dover affrontare non solo l’illegittimità delle opere, contestata dal condominio, ma anche seri problemi di infiltrazioni d’acqua.

Gli acquirenti hanno quindi citato in giudizio i venditori, chiedendo il risarcimento dei danni per il deprezzamento dell’immobile e per le infiltrazioni. La causa è stata estesa anche al condominio, ritenuto corresponsabile per l’omessa manutenzione del lastrico solare. Dopo un iter giudiziario complesso, con decisioni contrastanti tra primo e secondo grado, la questione è approdata in Corte di Cassazione.

La Decisione sulla trasformazione tetto in terrazzo

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dei venditori, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa a un’altra sezione della Corte d’Appello per una nuova valutazione. Il cuore della decisione risiede nella corretta interpretazione delle norme che regolano l’uso delle parti comuni in un condominio, in particolare la distinzione tra l’art. 1102 c.c. (uso della cosa comune) e l’art. 1120 c.c. (innovazioni).

Le Motivazioni della Corte

I giudici di legittimità hanno articolato il loro ragionamento su due principi cardine.

### La Differenza tra Modificazione e Innovazione

La Corte ha chiarito che non ogni modifica della cosa comune costituisce un'”innovazione” ai sensi dell’art. 1120 c.c., per la quale è necessaria una delibera assembleare. La trasformazione di una parte del tetto in terrazzo può rientrare nell’ambito dell’art. 1102 c.c., che consente a ciascun condomino di servirsi della cosa comune per un uso più intenso, a condizione che rispetti due limiti fondamentali:

1. Non alterare la destinazione della cosa comune: L’intervento non deve compromettere la funzione principale del bene. Nel caso del tetto, la sua funzione essenziale di copertura e protezione dell’edificio deve rimanere inalterata.
2. Non impedire il pari uso agli altri condomini: Questo non significa che tutti debbano poter fare lo stesso identico uso, ma che la modifica non deve precludere agli altri la possibilità di utilizzare la parte comune secondo il loro diritto.

Secondo la Cassazione, trasformare il tetto in una terrazza ad uso esclusivo è lecito se vengono adottate tecniche costruttive che non indeboliscono la funzione di copertura e protezione (ad esempio, garantendo l’isolamento termico e l’impermeabilizzazione).

### La Responsabilità Oggettiva del Condominio per Infiltrazioni

Un altro punto fondamentale affrontato dalla Corte riguarda i danni da infiltrazione. La sentenza ha ribadito che la responsabilità del condominio per i danni causati da parti comuni (come il tetto) ha natura oggettiva ai sensi dell’art. 2051 c.c. (responsabilità da custodia).

Questo significa che il condominio, in qualità di custode dei beni comuni, è tenuto a risarcire i danni che da essi derivano, a prescindere da una condotta colposa (dolosa o omissiva). Per liberarsi da tale responsabilità, il condominio deve dimostrare il “caso fortuito”, ovvero un evento esterno imprevedibile e inevitabile che ha causato il danno, interrompendo il nesso di causalità tra la cosa in custodia e l’evento lesivo.

Le Conclusioni

La sentenza n. 917/2024 stabilisce un principio di grande importanza pratica: il singolo condomino può modificare una parte del tetto per realizzarvi un terrazzo a uso esclusivo anche senza l’autorizzazione dell’assemblea, ma solo a condizioni molto precise. L’opera deve essere considerata una ‘modificazione’ finalizzata a un miglior godimento della cosa comune e non una ‘innovazione’ che ne alteri la sostanza. Sarà onere del giudice di merito, caso per caso, verificare il rispetto dei limiti imposti dalla legge, ovvero il mantenimento della funzione originaria del bene e la salvaguardia del pari uso da parte degli altri condomini. Infine, viene confermato il principio della responsabilità oggettiva del condominio per i danni derivanti dalle parti comuni, un aspetto cruciale nella gestione dei sinistri condominiali.

È sempre necessaria l’autorizzazione dell’assemblea per trasformare una parte del tetto in terrazzo a uso esclusivo?
No, secondo la Corte di Cassazione non è sempre necessaria. Se l’intervento si qualifica come una ‘modificazione’ che consente un uso più intenso della cosa comune (art. 1102 c.c.) e non come una ‘innovazione’ (art. 1120 c.c.), non richiede una delibera autorizzativa, a patto che non alteri la funzione di copertura del tetto e non impedisca il pari uso agli altri condomini.

Qual è la differenza fondamentale tra una ‘modificazione’ consentita e una ‘innovazione’ vietata in condominio?
La ‘modificazione’ (art. 1102 c.c.) è un intervento del singolo condomino per ottenere un’utilizzazione migliore e più comoda della cosa comune, senza alterarne l’essenza e la destinazione. L’ ‘innovazione’ (art. 1120 c.c.) è un’opera di trasformazione che incide sull’essenza della cosa comune, alterandone la funzione o la destinazione, e richiede una delibera della maggioranza qualificata dell’assemblea.

Chi risponde dei danni da infiltrazione provenienti dalle parti comuni del condominio?
Il Condominio risponde dei danni da infiltrazione in qualità di custode delle parti comuni, secondo l’art. 2051 del codice civile. Si tratta di una responsabilità oggettiva, che prescinde dalla colpa, e dalla quale il condominio può liberarsi solo provando il ‘caso fortuito’, cioè un evento esterno imprevedibile che ha causato il danno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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