LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Trasferimento del lavoratore e CCNL: la Cassazione

L’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione affronta il caso di un lavoratore trasferito da un’amministrazione regionale a una nuova agenzia. Il dibattito riguarda il diritto a percepire gli scatti di anzianità secondo il contratto collettivo (CCNL) precedente. I giudici di merito avevano dato ragione al lavoratore. La Cassazione, riconoscendo la complessità della questione sul CCNL applicabile in assenza di opzione da parte del dipendente, ha ritenuto necessario un approfondimento e ha rinviato la causa a pubblica udienza, sospendendo la decisione finale sul tema del trasferimento del lavoratore e dei suoi diritti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Trasferimento del lavoratore: quale contratto si applica? La Cassazione fa il punto

Il trasferimento del lavoratore da un ente a un altro, specialmente nel settore pubblico allargato, solleva complesse questioni sulla continuità dei diritti acquisiti, in particolare riguardo al contratto collettivo (CCNL) da applicare. Con una recente ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha deciso di approfondire proprio questo tema, rinviando la decisione finale a una pubblica udienza per garantire un’analisi più completa.

I Fatti di Causa

Un lavoratore, assunto a tempo indeterminato presso un’amministrazione regionale, era transitato alle dipendenze di una nuova Agenzia Regionale per le Attività Irrigue e Forestali. Successivamente, il lavoratore ha agito in giudizio per ottenere il pagamento degli scatti di anzianità maturati in un determinato periodo, basando la sua richiesta sull’applicazione del CCNL per gli operai agricoli e florovivaisti, che regolava il suo precedente rapporto di lavoro con l’ente cedente.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno accolto la domanda del lavoratore. I giudici di merito hanno ritenuto che, in seguito al trasferimento, il dipendente avesse conservato i diritti maturati presso il precedente datore di lavoro, anche perché non aveva esercitato l’opzione per l’applicazione del diverso CCNL previsto per il personale della nuova Agenzia.

Le censure nel ricorso e il trasferimento del lavoratore

L’Agenzia datrice di lavoro ha impugnato la decisione della Corte d’Appello dinanzi alla Corte di Cassazione, sollevando diverse obiezioni. In sintesi, l’ente ricorrente sosteneva che la Corte territoriale avesse errato nel considerare applicabile il CCNL degli operai agricoli.

Tra i motivi del ricorso, l’Agenzia evidenziava che la legge regionale che disciplinava il passaggio del personale prevedeva l’applicazione di altri contratti collettivi (quello per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale o quello delle funzioni locali). Secondo l’ente, applicare il CCNL agricolo creava un ‘tertium genus’ non previsto dalla legge. Inoltre, veniva contestata la possibilità di applicare un CCNL di natura privatistica a un ente pubblico economico come l’Agenzia, sostenendo che ciò violasse norme costituzionali e di diritto pubblico.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Corte di Cassazione non ha emesso una decisione definitiva sul merito della questione. Al contrario, ha rilevato la particolare complessità e rilevanza della disciplina applicabile al personale transitato presso la nuova Agenzia, soprattutto per coloro che, come nel caso di specie, non avevano formulato una scelta esplicita (opzione) per un nuovo CCNL, come previsto dalla legge regionale.

Gli Ermellini hanno ritenuto che la questione non fosse stata pienamente esaminata in precedenti decisioni e che meritasse un approfondimento nel contraddittorio delle parti. La Corte ha quindi stabilito che l’esame delle censure dovesse avvenire in una pubblica udienza. Questo momento processuale è considerato privilegiato per discutere questioni di diritto di particolare importanza, consentendo un’interlocuzione più ampia e diretta tra le parti, i loro difensori, e il Pubblico Ministero, per giungere a una decisione ponderata sotto forma di sentenza.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio, rinviando la causa a nuovo ruolo per la fissazione di un’udienza pubblica. La decisione finale, quindi, è rimandata. Questa scelta procedurale sottolinea l’importanza della questione giuridica sottostante: definire con chiarezza le tutele e i diritti dei lavoratori in caso di trasferimento del lavoratore tra enti, specialmente quando la legge offre un diritto di opzione contrattuale che non viene esercitato. La futura sentenza avrà il compito di fare chiarezza su un punto nevralgico del diritto del lavoro nel pubblico impiego.

Qual è la questione giuridica centrale affrontata dall’ordinanza?
La questione centrale riguarda quale Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) debba essere applicato a un lavoratore trasferito da un’amministrazione regionale a una nuova agenzia pubblica, nel caso in cui il lavoratore non abbia esercitato il diritto di opzione per un nuovo contratto previsto dalla legge.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha ritenuto che la questione fosse particolarmente complessa e non sufficientemente esplorata in precedenti decisioni. Per questo motivo, ha deciso di rinviare la causa a una pubblica udienza per consentire un approfondimento nel contraddittorio tra le parti e con il Pubblico Ministero, data la rilevanza della questione di diritto.

Come si erano pronunciati i giudici di primo e secondo grado?
Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione al lavoratore. Avevano stabilito che il dipendente, dopo il trasferimento, conservava i diritti maturati con il precedente datore di lavoro, inclusa l’applicazione del CCNL degli operai agricoli e il conseguente diritto agli scatti di anzianità, poiché non aveva optato per un diverso contratto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati