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Trasferimento d’azienda: licenziamento e anzianità

Un lavoratore, licenziato da un’azienda e assunto il giorno seguente da un’altra in un cambio appalto, ha richiesto il mantenimento della propria anzianità di servizio, sostenendo l’esistenza di un trasferimento d’azienda. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il precedente licenziamento, confermato da una sentenza passata in giudicato, aveva interrotto definitivamente il rapporto di lavoro, rendendo inapplicabili le tutele previste dall’art. 2112 c.c. e configurando la nuova assunzione come un contratto ex novo.

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Licenziamento prima del Trasferimento d’Azienda: Perdi l’Anzianità?

Il trasferimento d’azienda è una situazione comune nel mondo del lavoro, specialmente nei cambi di appalto, che solleva importanti interrogativi sulla tutela dei diritti dei lavoratori. Uno dei dubbi più frequenti riguarda il mantenimento dell’anzianità di servizio e dei benefici economici connessi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale: un licenziamento legittimo, confermato da una sentenza definitiva, interrompe la continuità del rapporto di lavoro, impedendo al dipendente di far valere l’anzianità pregressa presso il nuovo datore di lavoro.

Il Caso: Licenziamento Collettivo e Nuova Assunzione

La vicenda analizzata dalla Suprema Corte riguarda un lavoratore dipendente di una società di servizi, il quale era stato coinvolto in una procedura di licenziamento collettivo e aveva perso il posto il 31 ottobre. Il giorno immediatamente successivo, il 1° novembre, veniva assunto da una nuova società che aveva acquisito l’appalto.

Il lavoratore, ritenendo che si trattasse di un’unica operazione riconducibile a un trasferimento d’azienda ai sensi dell’art. 2112 del codice civile, si era rivolto al Tribunale per chiedere l’accertamento del suo diritto a mantenere, presso il nuovo datore di lavoro, l’anzianità di servizio maturata e la relativa retribuzione individuale di anzianità (RIA). Sia il Tribunale che la Corte d’Appello, tuttavia, avevano respinto la sua domanda.

La Decisione della Cassazione sul trasferimento d’azienda

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei giudici di merito, rigettando il ricorso del lavoratore. Il fulcro della decisione risiede in un elemento giuridico determinante: l’esistenza di un giudicato sul licenziamento.

Il Ruolo Decisivo del Giudicato sul Licenziamento

I giudici hanno sottolineato che il lavoratore aveva precedentemente impugnato il licenziamento, ma la sua impugnazione era stata respinta con una sentenza passata in giudicato. Questo significa che la legittimità del recesso datoriale era stata accertata in modo definitivo e non poteva più essere messa in discussione. Tale giudicato ha prodotto l’effetto di estinguere in modo irrevocabile il rapporto di lavoro originario alla data del 31 ottobre.

L’Inapplicabilità dell’Art. 2112 c.c. in assenza di continuità

La protezione offerta dall’articolo 2112 del codice civile, che garantisce la continuità del rapporto di lavoro e la conservazione dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d’azienda, ha un presupposto imprescindibile: il rapporto di lavoro deve essere in essere al momento del trasferimento. Nel caso di specie, a causa del licenziamento definitivo, questo presupposto mancava. Il contratto di lavoro si era già concluso. Pertanto, l’assunzione da parte della nuova società non poteva essere considerata una continuazione del rapporto precedente, ma costituiva un contratto di lavoro completamente nuovo.

Le Motivazioni

La Corte ha chiarito che la presenza di un giudicato sulla legittimità del licenziamento agisce come una preclusione. Impedisce di poter configurare la vicenda come una circolazione unitaria del rapporto di lavoro. L’atto risolutivo (il licenziamento) ha prodotto il suo pieno effetto estintivo, spezzando la continuità che è il fondamento della tutela prevista per il trasferimento d’azienda. Qualsiasi successiva assunzione, anche se avvenuta il giorno dopo e con la società subentrante nell’appalto, deve essere considerata un nuovo e distinto rapporto giuridico, regolato da un nuovo contratto.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre importanti implicazioni pratiche. Per i lavoratori, sottolinea che la tutela della continuità del rapporto in un cambio appalto è subordinata alla non interruzione del rapporto di lavoro stesso. Se un licenziamento viene intimato e la sua legittimità confermata in via definitiva, l’anzianità e i diritti connessi vengono azzerati. Per le aziende, la sentenza fornisce certezza giuridica: una volta che un licenziamento è consolidato da un giudicato, l’azienda subentrante non è tenuta a riconoscere l’anzianità pregressa del lavoratore assunto, poiché si instaura un rapporto contrattuale ex novo.

In caso di cambio appalto, un licenziamento seguito da una nuova assunzione è considerato un trasferimento d’azienda?
No. Secondo la Corte, se il licenziamento è stato giudicato legittimo con una sentenza definitiva (passata in giudicato), il rapporto di lavoro precedente si è estinto. Di conseguenza, la successiva assunzione da parte della nuova azienda non costituisce una continuazione del vecchio rapporto ai sensi dell’art. 2112 c.c., ma un contratto completamente nuovo.

Se un lavoratore viene licenziato e poi riassunto dalla società subentrante, mantiene l’anzianità di servizio maturata?
No, non se il licenziamento è divenuto definitivo. La sentenza stabilisce che l’effetto del giudicato sul licenziamento interrompe la continuità del rapporto di lavoro, azzerando l’anzianità pregressa. Il diritto a mantenere l’anzianità presuppone che il rapporto di lavoro sia ancora in essere al momento del passaggio.

Qual è il presupposto fondamentale per l’applicazione delle tutele previste per il trasferimento d’azienda?
Il presupposto essenziale, come ribadito dalla Corte, è la vigenza del rapporto di lavoro al momento del trasferimento dell’azienda. Se il rapporto è stato interrotto da un licenziamento legittimo e definitivo, le tutele dell’art. 2112 c.c., come la conservazione dei diritti dei lavoratori, non possono essere applicate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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