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Trasferimento d’azienda e continuità del rapporto

La Corte di Cassazione ha confermato che si configura un trasferimento d’azienda, con conseguente continuità del rapporto di lavoro, anche quando la cessione avviene in due fasi tramite un terzo intermediario. Nel caso specifico, la gestione di una stazione di servizio era passata da una madre al figlio, ma formalmente l’azienda era stata prima restituita a una compagnia petrolifera e poi da questa riassegnata al figlio. La Corte ha ritenuto irrilevante questo passaggio intermedio, stabilendo che, poiché l’organizzazione dei beni e l’attività economica erano rimaste invariate, il rapporto di lavoro del dipendente era proseguito senza interruzioni con il nuovo titolare. Di conseguenza, il licenziamento successivo è stato dichiarato inefficace.

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Trasferimento d’azienda: la Cassazione tutela la continuità del lavoro

Il trasferimento d’azienda rappresenta un momento delicato nella vita di un’impresa e, soprattutto, per i suoi dipendenti. L’ordinanza in esame chiarisce un principio fondamentale: la tutela del lavoratore prevale anche quando la cessione avviene attraverso passaggi complessi e intermediari. La Corte di Cassazione ha stabilito che, se l’attività economica e la sua organizzazione restano le stesse, il rapporto di lavoro prosegue senza interruzioni con il nuovo titolare, anche se il trasferimento non è diretto ma mediato da un terzo soggetto.

I Fatti del Caso: La Cessione di una Stazione di Servizio

Il caso riguarda un lavoratore impiegato come addetto al rifornimento presso una stazione di servizio. Inizialmente, l’attività era gestita da una ditta individuale. Successivamente, la gestione passa al figlio della titolare. Tuttavia, il passaggio non è diretto: l’azienda viene prima restituita alla compagnia petrolifera proprietaria del marchio, che a sua volta la riassegna in gestione al figlio.

Nonostante questo doppio passaggio, il lavoratore continua a svolgere le sue mansioni senza interruzione, con le stesse condizioni e la stessa anzianità di servizio. Anni dopo, il lavoratore viene licenziato. Egli si oppone, sostenendo che il suo rapporto di lavoro non si è mai interrotto e che il licenziamento è illegittimo. I precedenti titolari, invece, sostengono che il passaggio di gestione mediato dalla compagnia petrolifera abbia interrotto la continuità aziendale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione rigetta il ricorso dei titolari e conferma le decisioni dei giudici di merito. Il verdetto si fonda su una chiara interpretazione dell’articolo 2112 del Codice Civile.

Il Trasferimento d’Azienda e la Continuità del Rapporto

Il punto centrale della decisione è che si ha trasferimento d’azienda in tutti i casi in cui, pur cambiando il titolare, l’organizzazione dei beni destinati all’esercizio dell’attività economica rimane inalterata. La Corte specifica che il trasferimento è valido anche se avviene in due fasi e attraverso l’intermediazione di un terzo (in questo caso, la compagnia petrolifera).

L’elemento decisivo è il passaggio di un insieme di beni di non trascurabile entità che permette la prosecuzione della stessa impresa. Nel caso di specie, macchinari, locali e dipendenti erano rimasti gli stessi. Di conseguenza, il rapporto di lavoro del dipendente è proseguito automaticamente con il nuovo titolare, conservando tutti i diritti maturati in precedenza.

La questione del licenziamento fittizio e della prescrizione

I giudici hanno anche affrontato la questione di un presunto primo licenziamento avvenuto al momento del cambio di gestione. La Corte ha ritenuto tale licenziamento fittizio, poiché non vi era alcuna prova di un’effettiva interruzione del rapporto. Al contrario, la prosecuzione dell’attività lavorativa alle medesime condizioni dimostrava una continuità di fatto. Questa continuità ha reso infondata anche l’eccezione di prescrizione dei crediti retributivi, poiché il rapporto di lavoro è stato considerato unico e ininterrotto.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si basano sulla ratio dell’art. 2112 c.c., che è quella di tutelare i lavoratori nel caso di vicende circolatorie dell’azienda. La norma prescinde da un rapporto contrattuale diretto tra l’imprenditore uscente e quello subentrante. Ciò che conta è il risultato finale: la continuità dell’attività economica grazie al trasferimento di un complesso di beni organizzati. La Cassazione sottolinea che l’accertamento di questa continuità è un’indagine di fatto, adeguatamente svolta dai giudici di merito, e come tale non può essere riesaminata in sede di legittimità.

Inoltre, la Corte ha ritenuto inefficace anche il licenziamento successivo per genericità dei motivi. L’espressione “situazione economica passiva” è stata giudicata assolutamente inidonea a specificare le ragioni economiche della riorganizzazione aziendale che avrebbero portato alla soppressione del posto di lavoro, né erano stati indicati i criteri di scelta del dipendente da licenziare.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio cardine del diritto del lavoro: la sostanza prevale sulla forma. Un trasferimento d’azienda esiste ogni volta che un’attività economica organizzata prosegue la sua esistenza sotto una nuova titolarità, indipendentemente dalle modalità formali con cui avviene il passaggio. Per i lavoratori, ciò significa che i loro diritti, inclusa l’anzianità di servizio, sono protetti e continuano con il nuovo datore di lavoro. Per le imprese, è un monito a non utilizzare schemi contrattuali complessi per eludere gli obblighi previsti dalla legge a tutela dei dipendenti.

Quando si configura un trasferimento d’azienda anche se avviene tramite un intermediario?
Secondo la Corte, si ha un trasferimento d’azienda quando l’organizzazione del complesso dei beni destinati all’esercizio dell’attività economica rimane invariata e ne muta solo il titolare. Questo è valido anche se il passaggio avviene in più fasi attraverso l’intermediazione di un terzo, purché si realizzi un passaggio di beni di non trascurabile entità che renda possibile lo svolgimento della stessa impresa.

Quali sono le conseguenze di un trasferimento d’azienda sul rapporto di lavoro?
In caso di trasferimento d’azienda, i rapporti di lavoro preesistenti proseguono con il nuovo titolare senza necessità del consenso dei lavoratori. Di conseguenza, ogni lavoratore può far valere nei confronti del nuovo datore di lavoro tutti i diritti maturati in precedenza.

Un licenziamento può essere considerato fittizio se l’attività lavorativa prosegue senza interruzioni?
Sì. La Corte ha ritenuto che un licenziamento comunicato solo formalmente ma non seguito da un’effettiva interruzione dell’attività lavorativa, che prosegue alle medesime condizioni, è da considerarsi fittizio. In tale contesto, il rapporto di lavoro si considera come mai interrotto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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