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Trasferimento d’azienda: continuità e responsabilità

La Corte di Cassazione ha confermato che si configura un trasferimento d’azienda anche quando il passaggio di gestione di una stazione di servizio avviene tramite un terzo intermediario (una compagnia petrolifera). Di conseguenza, il nuovo gestore e il precedente titolare sono responsabili in solido per i crediti retributivi del lavoratore, il cui rapporto di lavoro è proseguito senza soluzione di continuità. La Corte ha rigettato il ricorso dei gestori, sottolineando che la continuità del complesso dei beni aziendali è l’elemento decisivo.

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Trasferimento d’Azienda: Continuità del Lavoro anche con un Intermediario

Il tema del trasferimento d’azienda è cruciale nel diritto del lavoro, poiché tocca direttamente la stabilità e i diritti dei lavoratori. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la continuità del rapporto di lavoro è garantita anche quando il passaggio di gestione avviene in modo indiretto, attraverso l’intermediazione di un terzo. Questo caso offre spunti importanti sulla responsabilità solidale tra vecchio e nuovo gestore per i crediti dei dipendenti.

I Fatti del Caso: un Passaggio di Gestione Controverso

Un lavoratore, impiegato come addetto al rifornimento presso una stazione di servizio dal 1994, si è rivolto al Tribunale per ottenere il pagamento di differenze retributive non corrisposte nel corso degli anni. La particolarità del caso risiedeva nel cambio di gestione della stazione di servizio: inizialmente gestita da una persona, l’attività era poi passata al figlio di quest’ultima.

Tuttavia, questo passaggio non era avvenuto direttamente. La precedente titolare aveva restituito il complesso aziendale alla compagnia petrolifera proprietaria, la quale lo aveva poi riassegnato in gestione al figlio. I gestori sostenevano che questa modalità interrompesse la continuità aziendale, escludendo l’applicazione delle tutele previste per il trasferimento d’azienda.

Il Trasferimento d’Azienda e la Decisione dei Giudici

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno dato ragione al lavoratore. I giudici di merito hanno stabilito che, nonostante l’intermediazione della compagnia petrolifera, si era verificato un effettivo trasferimento d’azienda ai sensi dell’art. 2112 del codice civile. La prova risiedeva nella sostanziale identità del complesso aziendale prima e dopo il cambio di gestione: stessi macchinari, stessi locali, stesso marchio e, soprattutto, continuità del rapporto di lavoro con il dipendente, che aveva proseguito la sua attività senza alcuna interruzione e con il riconoscimento della sua anzianità pregressa.

Di conseguenza, i giudici hanno condannato la precedente titolare e il nuovo gestore, in solido tra loro, al pagamento delle somme dovute al lavoratore per il primo periodo, e il solo nuovo gestore per il periodo successivo al passaggio.

La Posizione della Corte di Cassazione sul Trasferimento d’Azienda

I gestori hanno impugnato la decisione in Cassazione, lamentando una violazione delle norme sul trasferimento d’azienda e sulla prescrizione dei crediti. La Suprema Corte, tuttavia, ha rigettato integralmente il ricorso, confermando le sentenze precedenti.

La Continuità Aziendale al di là della Forma

La Cassazione ha chiarito che si ha trasferimento d’azienda in tutti i casi in cui, pur mutando il titolare, l’organizzazione del complesso dei beni destinati all’esercizio dell’attività economica rimane invariata. Non è necessario un contratto diretto tra l’imprenditore uscente e quello subentrante. L’operazione è realizzabile anche in due fasi, con l’intermediazione di un terzo, purché si verifichi un passaggio di beni di non trascurabile entità che permetta la continuazione della stessa impresa.

Nel caso specifico, era stato accertato che il nuovo gestore utilizzava lo stesso complesso aziendale (macchinari, locali) del precedente, mantenendo anche il dipendente. Questo dato di fatto, non contestato, era sufficiente a configurare la fattispecie.

La Responsabilità Solidale e la Prescrizione

La Corte ha inoltre respinto le eccezioni relative alla prescrizione dei crediti. Poiché il rapporto di lavoro è proseguito senza soluzione di continuità, la doglianza relativa alla prescrizione dei crediti maturati sotto la precedente gestione è stata ritenuta assorbita. La continuità del rapporto impedisce che il termine di prescrizione inizi a decorrere. La responsabilità solidale tra cedente e cessionario, prevista dall’art. 2112 c.c., garantisce il lavoratore per tutti i crediti esistenti al momento del trasferimento.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un’interpretazione sostanziale e non formalistica della nozione di trasferimento d’azienda. L’obiettivo della norma è proteggere il lavoratore, assicurando che il suo rapporto di lavoro continui alle medesime condizioni con il nuovo datore di lavoro. Ciò che conta è la continuità dell’attività economica organizzata, indipendentemente dalle modalità giuridiche scelte per il passaggio di titolarità. La Corte ha ritenuto che i giudici di merito avessero correttamente valutato le prove, inclusa la testimonianza che confermava la continuità di fatto del rapporto, e avessero fornito una motivazione logica e coerente, immune da vizi.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio consolidato: la tutela dei lavoratori nel trasferimento d’azienda prevale sugli schemi formali. Un passaggio di gestione che avviene tramite un soggetto terzo non è sufficiente a escludere l’applicazione dell’art. 2112 c.c. se, nella sostanza, l’attività d’impresa prosegue con lo stesso complesso di beni. Di conseguenza, il nuovo e il vecchio gestore rimangono solidalmente responsabili per i debiti verso i dipendenti, i cui diritti maturati vengono integralmente conservati.

Si configura un trasferimento d’azienda se il passaggio avviene tramite un terzo intermediario?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che si configura un trasferimento d’azienda anche se il passaggio non è diretto tra il vecchio e il nuovo gestore, ma avviene attraverso l’intermediazione di un terzo (in questo caso, la compagnia petrolifera). L’elemento decisivo è la continuità dell’organizzazione del complesso dei beni destinati all’attività.

In caso di trasferimento d’azienda, chi è responsabile per i debiti retributivi maturati prima del passaggio?
Il precedente titolare (cedente) e il nuovo titolare (cessionario) sono responsabili in solido per tutti i crediti che il lavoratore aveva al momento del trasferimento. Ciò significa che il lavoratore può chiedere il pagamento integrale a entrambi.

Una cessazione formale del rapporto di lavoro esclude la continuità se l’attività prosegue di fatto senza interruzioni?
No. Secondo la Corte, se l’attività lavorativa prosegue di fatto senza alcuna interruzione e alle medesime condizioni, una comunicazione formale di risoluzione del rapporto non è sufficiente a dimostrare una reale interruzione. La continuità sostanziale prevale sulla forma, soprattutto se vi sono prove che confermano la prosecuzione del rapporto (come il riconoscimento dell’anzianità pregressa).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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