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Transazione obbligazione solidale: effetti e limiti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3818/2025, ha chiarito i limiti di efficacia di una transazione stipulata con un condebitore in un’obbligazione solidale. Il caso riguardava un contratto d’appalto in cui il committente aveva transatto la lite per vizi dell’opera solo con il direttore dei lavori. La società appaltatrice, anch’essa responsabile in solido, aveva dichiarato di volerne profittare. La Corte ha stabilito che la transazione estingue solo l’obbligazione solidale (in questo caso, il risarcimento danni) ma non si estende ai rapporti di debito/credito distinti, come il saldo del corrispettivo d’appalto dovuto alla società. Viene inoltre accolto un ricorso incidentale per un errato calcolo dell’IVA nel determinare il saldo finale.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Transazione obbligazione solidale: la Cassazione ne definisce i limiti

Quando un creditore raggiunge un accordo con uno solo dei debitori responsabili in solido, quali sono le conseguenze per gli altri? La recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sugli effetti di una transazione in un’obbligazione solidale, stabilendo un principio fondamentale: l’accordo che estingue il debito solidale non si estende automaticamente ai rapporti di credito-debito autonomi e distinti tra le parti. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Un Contratto d’Appalto Finito in Tribunale

La vicenda trae origine da un contratto d’appalto per lavori di manutenzione. Al termine dei lavori, la società appaltatrice richiedeva il saldo del compenso al committente. Quest’ultimo, non solo si opponeva al pagamento, ma presentava una domanda riconvenzionale per ottenere il risarcimento dei danni dovuti a vizi e difetti dell’opera, chiamando in causa sia la società appaltatrice che il direttore dei lavori, ritenuti entrambi responsabili. Il tribunale di primo grado accoglieva parzialmente le ragioni di entrambe le parti, condannando il committente a pagare una somma residua alla società e, allo stesso tempo, condannando la società e il direttore dei lavori, in solido tra loro, a risarcire i danni al committente.

L’Accordo che Cambia le Carte in Tavola

Durante il giudizio d’appello, si verifica un colpo di scena: il committente stipula un atto di transazione direttamente con il direttore dei lavori, uno dei due condebitori solidali. A seguito di questo accordo, la società appaltatrice, l’altro condebitore, dichiara di volerne profittare ai sensi dell’articolo 1304 del codice civile, sostenendo che tale transazione avesse risolto l’intera controversia, compresa la propria pretesa creditoria per il saldo dei lavori.

Gli Effetti della Transazione in una Obbligazione Solidale

La questione giuridica centrale è proprio questa: la dichiarazione del condebitore solidale di voler approfittare della transazione conclusa dall’altro condebitore con il creditore comune, estingue tutti i rapporti pendenti tra le parti o solo l’obbligazione solidale oggetto dell’accordo? La Corte d’Appello aveva ritenuto che la transazione avesse effetto solo sulla domanda di risarcimento danni (l’unica obbligazione solidale), dichiarando cessata la materia del contendere su quel punto, ma lasciando in vita il credito della società per il saldo dell’appalto.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, rigettando il ricorso principale del committente. Gli Ermellini hanno chiarito la portata dell’art. 1304 c.c., specificando che la facoltà del condebitore solidale di ‘profittare’ della transazione altrui opera solo ed esclusivamente con riferimento all’obbligazione solidale.

Il ragionamento della Corte si basa sulla distinzione tra i diversi rapporti giuridici:
1. L’obbligazione solidale: Nel caso di specie, era quella relativa al risarcimento dei danni per i vizi dell’opera, a cui erano tenuti sia la società che il direttore dei lavori.
2. L’obbligazione non solidale: Era quella del committente di pagare il corrispettivo dell’appalto, dovuta unicamente alla società costruttrice.

La transazione, avendo ad oggetto l’intero debito solidale per i danni, poteva legittimamente estendere i suoi effetti alla società che aveva dichiarato di volersene avvalere, ma solo per quella specifica obbligazione. Non poteva, invece, estinguere il distinto e autonomo credito che la società vantava nei confronti del committente per il saldo dei lavori. La transazione, in sostanza, non può avere effetti su crediti ‘non solidali’ che non erano oggetto dell’accordo.

L’Accoglimento del Ricorso Incidentale sul Calcolo dell’IVA

Se il ricorso principale è stato respinto, la Corte ha invece accolto il ricorso incidentale presentato dalla società appaltatrice. Quest’ultima lamentava un errore nel calcolo del saldo dovuto, poiché i giudici di merito avevano sottratto dal totale dei lavori (calcolato al netto di IVA) gli acconti versati dal committente (che invece erano comprensivi di IVA). La Cassazione ha ribadito il principio secondo cui il credito per la rivalsa IVA è autonomo rispetto al corrispettivo della prestazione. Pertanto, il calcolo deve essere effettuato in modo omogeneo: o confrontando importi entrambi al netto di IVA, o entrambi comprensivi di IVA. La modalità di calcolo errata aveva portato a una quantificazione inferiore del dovuto, e per questo la sentenza è stata cassata con rinvio per la corretta determinazione delle somme.

Le Conclusioni

L’ordinanza offre due importanti spunti pratici. In primo luogo, conferma che la transazione in un’obbligazione solidale, seppur estensibile al condebitore non stipulante che dichiari di volerne profittare, limita i suoi effetti al solo debito solidale. Non può essere utilizzata per estinguere altre e diverse obbligazioni tra le parti che non abbiano natura solidale. In secondo luogo, sottolinea l’importanza di una corretta gestione contabile e fiscale nei rapporti contrattuali, specificando che i calcoli relativi a corrispettivi e acconti devono essere effettuati su basi omogenee (netto con netto, o lordo con lordo) per non incorrere in errori di quantificazione del saldo.

Se un creditore stipula una transazione con uno solo dei debitori solidali, l’altro debitore può beneficiarne?
Sì, secondo l’art. 1304 del codice civile, il condebitore solidale che non ha partecipato alla transazione può dichiarare di volerne ‘profittare’. In tal caso, gli effetti estintivi dell’accordo si estendono anche a lui, ma limitatamente all’obbligazione solidale oggetto della transazione.

La transazione sul risarcimento danni (debito solidale) estingue anche il credito dell’appaltatore per il saldo dei lavori (debito non solidale)?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la transazione che riguarda l’intero debito solidale non si estende ai rapporti di debito/credito non solidali e distinti. Pertanto, l’estinzione dell’obbligo di risarcimento non ha comportato l’estinzione del credito della società per il saldo del contratto d’appalto.

Come va calcolato il saldo dovuto in un contratto quando gli acconti sono stati versati comprensivi di IVA?
Il calcolo deve avvenire in modo omogeneo. Non si può sottrarre da un importo totale calcolato al netto di IVA un acconto versato comprensivo di IVA. Il giudice deve calcolare distintamente le somme dovute a titolo di corrispettivo (sorte) e quelle per il rimborso dell’IVA, confrontando dati omogenei (netto con netto, o lordo con lordo).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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