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Testamento pubblico: valido anche se scritto prima

Un erede, escluso da un testamento pubblico che revocava un precedente atto a suo favore, ne contesta la validità formale sostenendo che il notaio lo avesse già preparato. La Corte di Cassazione respinge il ricorso, stabilendo che la preparazione anticipata della scheda testamentaria da parte del notaio non invalida l’atto, a condizione che il testatore dichiari nuovamente la propria volontà in presenza dei testimoni, prima che il notaio proceda alla lettura del documento. Questa pronuncia conferma un orientamento consolidato, bilanciando le esigenze pratiche con la tutela della volontà del testatore.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Testamento Pubblico: È Valido Anche se il Notaio lo Prepara in Anticipo?

La validità di un testamento pubblico è legata al rigoroso rispetto delle formalità previste dalla legge. Ma cosa succede se il notaio, per esigenze pratiche, prepara il testo dell’atto prima dell’incontro formale con il testatore e i testimoni? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato proprio questa questione, offrendo chiarimenti fondamentali per distinguere una prassi legittima da un’irregolarità invalidante. La Corte ha ribadito che la preparazione anticipata non rende nullo il testamento, a patto che siano rispettati passaggi cruciali a garanzia della genuinità della volontà espressa.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dall’impugnazione di un testamento pubblico da parte di un erede, il quale era stato beneficiario di un precedente testamento, poi revocato da quello contestato. L’erede escluso sosteneva due principali motivi di nullità: l’incapacità di intendere e di volere della testatrice al momento della redazione dell’atto e, soprattutto, la violazione delle formalità prescritte dall’articolo 603 del codice civile. Secondo il ricorrente, il fatto che il notaio avesse predisposto il testo in forma dattiloscritta, per poi aggiungere a mano solo alcuni dettagli, dimostrava una “scissione temporale” nel processo di formazione della volontà, trasformando l’atto in un inammissibile “testamento per adesione”.

Le Formalità del Testamento Pubblico in Discussione

Il cuore della controversia legale risiedeva nell’interpretazione delle procedure per la redazione di un testamento pubblico. La legge richiede che il testatore dichiari la sua volontà al notaio in presenza dei testimoni. Successivamente, il notaio deve dare lettura dell’atto al testatore, sempre alla presenza dei testimoni, per ottenere la conferma finale.
Il ricorrente sosteneva che la preparazione anticipata del documento da parte del notaio vanificasse la spontaneità della dichiarazione. A suo avviso, la testatrice si sarebbe limitata ad approvare un testo già confezionato, senza una manifestazione di volontà genuina e contestuale davanti ai testimoni, come invece richiesto per evitare abusi o pressioni.

La Decisione della Corte di Cassazione sul testamento pubblico

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, considerandolo in parte inammissibile e in parte infondato. Gli Ermellini hanno confermato un orientamento giurisprudenziale consolidato, secondo cui le operazioni di ricezione delle volontà e di redazione della scheda testamentaria possono svolgersi in momenti diversi. La validità dell’atto, tuttavia, è subordinata a una condizione imprescindibile: prima di dare lettura del testo già predisposto, il notaio deve far sì che il testatore manifesti nuovamente la propria volontà in presenza dei testimoni. Questo passaggio è cruciale perché assicura che il contenuto dello scritto corrisponda effettivamente al volere attuale e libero del disponente.

Le Motivazioni

La Corte ha specificato che il testo stesso dell’atto impugnato forniva la prova del corretto adempimento delle formalità. Nel documento si leggeva infatti che la testatrice “dichiara alla presenza di testimoni le sue volontà che vengono a cura di me notaio ridotte per iscritto”. Questa formula, secondo i giudici, dimostra che la dichiarazione di volontà è avvenuta nel contesto richiesto dalla legge, ovvero alla presenza dei testimoni e prima della lettura formale del documento. Di conseguenza, il fatto che il notaio avesse già preparato una bozza non ha inficiato la validità del testamento pubblico, poiché la sequenza delle garanzie legali è stata rispettata. La successiva lettura, approvazione e conferma da parte della testatrice hanno completato regolarmente l’iter. Per quanto riguarda il secondo motivo di ricorso, relativo all’incapacità della testatrice, la Corte lo ha dichiarato inammissibile per il principio della “doppia conforme”, essendo le decisioni di primo e secondo grado concordi nel negare tale incapacità sulla base delle risultanze processuali, inclusa la perizia tecnica.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione offre un importante punto di equilibrio tra la necessità di tutelare la libera espressione della volontà testamentaria e le comprensibili esigenze di efficienza nella pratica notarile. Viene confermato che la validità di un testamento pubblico non dipende dalla stesura contestuale del documento, ma dal rispetto di una sequenza di atti che garantiscono l’autenticità e la spontaneità delle disposizioni. Il momento chiave rimane la dichiarazione (o ri-dichiarazione) della volontà al notaio in presenza dei testimoni, un presidio irrinunciabile contro il rischio di testamenti imposti o non pienamente compresi dal testatore. La pronuncia rafforza la certezza del diritto in materia successoria, delineando con chiarezza i confini di una prassi operativa legittima.

Un testamento pubblico è valido se il notaio lo scrive prima di incontrare il testatore con i testimoni?
Sì, è valido a condizione che, prima della lettura dell’atto, il testatore dichiari nuovamente la sua volontà al notaio in presenza dei testimoni. Questo passaggio garantisce che il contenuto scritto corrisponda alla volontà effettiva del testatore.

Cosa si intende per ‘testamento per adesione’ e perché è nullo?
Un ‘testamento per adesione’ è un atto in cui il testatore non esprime una volontà propria e spontanea, ma si limita ad approvare un testo interamente preparato da altri. È nullo perché manca il requisito fondamentale della libera manifestazione della volontà testamentaria, che la legge intende proteggere con rigorose formalità.

Quando un ricorso in Cassazione è inammissibile per ‘doppia conforme’?
Un motivo di ricorso in Cassazione basato su un presunto vizio di motivazione della sentenza è inammissibile quando le decisioni del tribunale di primo grado e della corte d’appello hanno confermato la stessa ricostruzione dei fatti. In tal caso, la Corte di Cassazione non può riesaminare il merito della vicenda, a meno che non vengano indicate ragioni di fatto diverse poste a fondamento delle due decisioni conformi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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