LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Termini a ritroso: scadenza e proroga al sabato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 6588/2024, chiarisce la gestione dei termini a ritroso nel processo civile. Se un termine calcolato a ritroso, come quello per la costituzione in giudizio, scade di sabato, non viene prorogato al lunedì successivo ma anticipato al venerdì precedente. Questa interpretazione mira a garantire l’integrità dell’intervallo temporale a disposizione delle parti, evitando un’abbreviazione pregiudizievole. La Corte ha quindi respinto il ricorso di un convenuto che, costituendosi di sabato, era stato dichiarato tardivo, rendendo inammissibile la sua domanda riconvenzionale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Termini a Ritroso e Scadenza di Sabato: La Cassazione Fa Chiarezza

Nel complesso mondo del diritto processuale, il rispetto delle scadenze è un pilastro fondamentale. Un ritardo, anche di un solo giorno, può avere conseguenze drastiche, come la perdita del diritto a difendersi pienamente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale riguardo i termini a ritroso, ovvero quelle scadenze calcolate all’indietro da un evento futuro, come un’udienza. La questione è semplice ma decisiva: cosa succede se l’ultimo giorno utile cade di sabato?

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una controversia tra un istituto di credito e un suo ex agente. La banca aveva citato in giudizio l’agente chiedendo il pagamento di alcune indennità a seguito della cessazione del rapporto. L’udienza di prima comparizione era stata fissata per un mercoledì. La legge prevede che il convenuto, per difendersi e presentare eventuali contro-domande (domande riconvenzionali), debba costituirsi in giudizio almeno dieci giorni prima di tale udienza.

Contando a ritroso, il termine ultimo per la costituzione dell’agente sarebbe caduto di sabato. L’agente, confidando forse in una proroga, ha depositato i suoi atti proprio quel sabato. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno però ritenuto la sua costituzione tardiva, dichiarando di conseguenza inammissibile la sua domanda riconvenzionale.

La Questione Giuridica sui Termini a Ritroso

L’agente ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo la violazione delle norme che regolano i termini processuali (art. 155 c.p.c.). Secondo la sua tesi, la regola generale che proroga al primo giorno non festivo successivo una scadenza che cade in un giorno festivo o di sabato dovrebbe applicarsi anche ai termini a ritroso. In pratica, il suo deposito di sabato sarebbe stato tempestivo.

La Corte Suprema è stata chiamata a chiarire se, per le scadenze calcolate all’indietro, il giorno del sabato determini uno slittamento in avanti (al lunedì) o, al contrario, un’anticipazione (al venerdì).

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Cassazione ha respinto il ricorso, confermando un orientamento ormai consolidato. I giudici hanno spiegato che la ratio della proroga al giorno successivo non festivo (prevista dai commi 4 e 5 dell’art. 155 c.p.c.) è quella di garantire alla parte l’intero intervallo di tempo a sua disposizione per esercitare un diritto.

Tuttavia, quando si parla di termini a ritroso, questa logica deve essere applicata in modo speculare. Questi termini non sono posti a garanzia di chi deve compiere l’atto, ma di chi lo deve ricevere (in questo caso, l’attore), per assicurargli un intervallo di tempo minimo e libero per preparare le proprie difese prima dell’udienza.

Se si prorogasse la scadenza che cade di sabato al lunedì successivo, l’intervallo a disposizione della controparte verrebbe di fatto accorciato, ledendo il suo diritto di difesa. Per questo motivo, la Corte ha stabilito che per i termini a ritroso, l’operatività della norma produce l’effetto contrario: il dies ad quem (l’ultimo giorno utile) va individuato nel giorno non festivo cronologicamente precedente.

In sintesi: se il termine per un atto da compiere prima di un’udienza scade di domenica, deve essere compiuto il venerdì precedente. Allo stesso modo, se scade di sabato, deve essere anticipato al venerdì. Pertanto, la costituzione dell’agente, avvenuta di sabato, era effettivamente tardiva.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione della Corte di Cassazione ribadisce una regola fondamentale per tutti gli operatori del diritto: massima attenzione nel calcolo dei termini processuali. L’ordinanza chiarisce senza ombra di dubbio che per i termini a ritroso non esiste la “proroga del sabato”. La scadenza che cade nel fine settimana o in un giorno festivo si considera anticipata al primo giorno lavorativo precedente. Questa interpretazione garantisce il pieno rispetto del diritto di difesa e la parità tra le parti, assicurando che gli intervalli temporali previsti dalla legge rimangano invariati e pienamente fruibili.

Come vengono gestiti i termini a ritroso che scadono di sabato?
A differenza dei termini ordinari, i termini calcolati a ritroso (ad esempio, i giorni minimi prima di un’udienza) che scadono di sabato non vengono prorogati al lunedì successivo, ma si considerano scaduti il venerdì precedente.

Perché per i termini a ritroso la scadenza viene anticipata e non posticipata?
La scadenza viene anticipata per proteggere il diritto della controparte. Questi termini garantiscono un intervallo di tempo minimo e libero prima di un evento (come un’udienza). Posticipare la scadenza accorcerebbe questo intervallo, mentre anticiparla ne garantisce la piena durata, come previsto dalla legge.

Qual è stata la conseguenza per la parte che si è costituita in giudizio di sabato, rispettando il termine solo in apparenza?
La sua costituzione è stata dichiarata tardiva. Di conseguenza, la domanda riconvenzionale che aveva proposto contro la parte attrice è stata giudicata inammissibile e non ha potuto essere esaminata nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati