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Termine ricorso cassazione: 60 giorni dalla PEC

Una compagnia aerea è stata condannata a risarcire un passeggero per la consegna ritardata del bagaglio. Dopo che il suo appello è stato dichiarato inammissibile, la compagnia ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. La Suprema Corte ha però dichiarato il ricorso inammissibile per tardività, stabilendo che il termine ricorso cassazione di 60 giorni decorre dalla data della comunicazione via PEC dell’ordinanza di inammissibilità dell’appello, un termine che la compagnia non aveva rispettato.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Termine Ricorso Cassazione: la PEC fa Scattare i 60 Giorni

Il rispetto dei termini processuali è un pilastro del sistema giudiziario. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: il termine ricorso cassazione di 60 giorni, nel caso di appello dichiarato inammissibile, inizia a decorrere dalla comunicazione via PEC dell’ordinanza. Una svista su questo punto può costare l’intero processo, come dimostra il caso di una compagnia aerea contro un passeggero.

I Fatti di Causa: Bagaglio in Ritardo e Danno da Disagio

La vicenda ha origine dalla richiesta di risarcimento danni avanzata da un passeggero nei confronti di una nota compagnia aerea. L’uomo lamentava di aver potuto ritirare il bagaglio da stiva, contenente i suoi effetti personali, solo tre giorni dopo l’arrivo a destinazione. Questo ritardo gli aveva causato notevoli disagi, costringendolo a partecipare a un convegno internazionale con abiti non adeguati.

Il Giudice di Pace accoglieva la domanda del passeggero, condannando la compagnia aerea a versare 600 euro a titolo di risarcimento, liquidato in via equitativa per il disagio subito.

L’Appello e la Dichiarazione di Inammissibilità

Insoddisfatta della decisione, la compagnia aerea proponeva appello. Tuttavia, il Tribunale, con un’ordinanza emessa ai sensi dell’art. 348 bis del codice di procedura civile, dichiarava il gravame inammissibile, ritenendo che non avesse una ragionevole probabilità di essere accolto. Questa ordinanza, come vedremo, si rivelerà cruciale per le sorti del successivo giudizio.

Il Ricorso in Cassazione e la Questione del Termine

Non dandosi per vinta, la compagnia aerea decideva di portare il caso davanti alla Suprema Corte di Cassazione, sollevando diverse questioni di diritto, tra cui la presunta mancanza di legittimazione attiva del passeggero (che non era l’intestatario formale del contratto di trasporto del bagaglio) e la violazione dei limiti risarcitori previsti dalle convenzioni internazionali.

La Corte di Cassazione, però, non è mai entrata nel merito di tali questioni. L’attenzione dei giudici si è concentrata su un aspetto puramente procedurale: la tempestività del ricorso. Il punto nodale era stabilire il corretto termine ricorso cassazione da applicare.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha dichiarato il ricorso della compagnia aerea inammissibile per tardività. Il ragionamento dei giudici si basa sull’interpretazione combinata degli articoli 348-bis e 348-ter del codice di procedura civile.

La legge stabilisce che, quando un appello viene dichiarato inammissibile, la parte soccombente può impugnare direttamente la sentenza di primo grado davanti alla Cassazione. Tuttavia, il termine per farlo è quello ‘breve’ di sessanta giorni. La questione chiave è: da quando inizia a decorrere questo termine?

La Cassazione ha chiarito che il termine decorre dalla comunicazione dell’ordinanza che dichiara l’inammissibilità dell’appello. Nel caso specifico, la cancelleria del Tribunale aveva notificato tale ordinanza tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) in data 29 luglio 2020. La compagnia aerea, invece, aveva notificato il proprio ricorso per cassazione solo il 18 febbraio 2021, ben oltre i sessanta giorni consentiti.

I giudici hanno ribadito un principio consolidato: la comunicazione di cancelleria via PEC è un atto idoneo a far decorrere il termine breve per l’impugnazione, a condizione che permetta al destinatario di conoscere la natura del provvedimento e il conseguente regime di impugnazione. Essendo stata superata tale scadenza, il ricorso è stato inevitabilmente respinto per un vizio procedurale insanabile, senza alcuna valutazione delle ragioni di merito.

Le Conclusioni

Questa pronuncia offre una lezione cruciale per tutti gli operatori del diritto: l’importanza della diligenza nel monitoraggio delle comunicazioni processuali, in particolare delle notifiche via PEC. Un errore procedurale, come il mancato rispetto del termine ricorso cassazione, può precludere definitivamente la possibilità di far valere le proprie ragioni, rendendo vane le argomentazioni giuridiche più solide. La decisione sottolinea come la forma e la sostanza nel processo civile siano due facce della stessa medaglia e che trascurare la prima può compromettere irrimediabilmente la seconda. Per la compagnia aerea, una disattenzione procedurale si è tradotta nella conferma di una condanna e nell’addebito di ulteriori spese legali.

Quando inizia a decorrere il termine breve di 60 giorni per presentare ricorso in Cassazione se l’appello è stato dichiarato inammissibile?
Il termine decorre dalla data di comunicazione o notificazione dell’ordinanza che dichiara l’inammissibilità dell’appello. La comunicazione effettuata dalla cancelleria del tribunale tramite PEC è sufficiente a far partire il conteggio.

Perché il ricorso della compagnia aerea è stato dichiarato inammissibile dalla Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per tardività, poiché è stato notificato ben oltre la scadenza del termine breve di sessanta giorni, che era iniziato a decorrere dalla data in cui l’ordinanza di inammissibilità dell’appello era stata comunicata via PEC.

Cosa succede se un ricorso per Cassazione viene depositato oltre i termini previsti dalla legge?
Se un ricorso viene depositato tardivamente, la Corte di Cassazione lo dichiara inammissibile senza esaminare le questioni di merito. Ciò comporta la chiusura definitiva del caso a sfavore della parte ricorrente, che viene anche condannata al pagamento delle spese processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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