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Termine ordinanza ingiunzione: Cassazione cambia rotta

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20376/2024, ha stabilito un importante principio in materia di sanzioni stradali. Modificando il proprio precedente orientamento, ha affermato che il termine ordinanza ingiunzione prefettizia deve essere di 120 giorni anche per le violazioni che non ammettono il pagamento in misura ridotta, come la guida con patente sospesa. La Corte ha applicato per analogia l’art. 204 del Codice della Strada per garantire la certezza del diritto e il diritto di difesa del cittadino, annullando un’ordinanza emessa oltre tale scadenza.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Termine Ordinanza Ingiunzione: La Cassazione Fissa un Paletto di 120 Giorni

Con una decisione di grande impatto per gli automobilisti, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale riguardo al termine ordinanza ingiunzione per le violazioni del Codice della Strada. La sentenza n. 20376 del 23 luglio 2024 segna un cambio di rotta rispetto al passato, fissando un limite temporale certo anche per i casi in cui non è ammesso il pagamento in misura ridotta. Vediamo nel dettaglio cosa significa questa novità.

Il Caso: Guida con Patente Sospesa e la Sanzione Tardiva

Un automobilista veniva sanzionato per aver guidato durante il periodo di sospensione della patente, una violazione grave che, secondo l’articolo 218 del Codice della Strada, non consente il pagamento in misura ridotta. La Prefettura emetteva l’ordinanza di pagamento dopo diversi mesi dalla data dell’infrazione. L’automobilista si opponeva in tribunale, sostenendo che il provvedimento fosse stato emesso tardivamente. Sia il Giudice di Pace che il Tribunale rigettavano la sua opposizione, aderendo all’orientamento maggioritario secondo cui, in questi casi, non esisteva un termine perentorio per l’emissione dell’ordinanza, ma solo un termine di prescrizione di cinque anni.

La Svolta della Cassazione sul Termine Ordinanza Ingiunzione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’automobilista, ribaltando le decisioni dei giudici di merito e superando il proprio precedente orientamento. La questione centrale era se, per le infrazioni stradali non ‘oblazionabili’ (cioè non pagabili in misura ridotta), la Pubblica Amministrazione potesse prendersi fino a cinque anni per emettere l’ordinanza ingiunzione.
La Corte ha risposto negativamente, affermando che anche in questi casi si deve applicare, in via analogica, il termine perentorio di 120 giorni previsto dall’articolo 204 del Codice della Strada. Questo articolo regola i casi in cui il trasgressore fa ricorso al Prefetto, ma la sua logica, secondo la Suprema Corte, deve essere estesa per tutelare il cittadino.

Le Motivazioni: Tutela della Certezza Giuridica e del Diritto di Difesa

La decisione della Cassazione si fonda su due pilastri fondamentali:
1. Certezza delle situazioni giuridiche: Non è ragionevole lasciare il cittadino in una condizione di incertezza per anni, in attesa di un provvedimento sanzionatorio. Stabilire un termine per l’azione dell’amministrazione garantisce stabilità e prevedibilità.
2. Effettività del diritto di difesa: Consentire all’amministrazione di agire a distanza di anni dall’infrazione indebolirebbe irragionevolmente le facoltà difensive del sanzionato. Con il passare del tempo, diventa più difficile reperire prove, testimonianze o ricordare con esattezza le circostanze del fatto, compromettendo così un’efficace difesa in giudizio.
La Corte ha richiamato una precedente pronuncia della Corte Costituzionale (n. 380/2008) che già suggeriva questa soluzione per conformare la normativa ai principi costituzionali.

Le Conclusioni: Cosa Cambia per gli Automobilisti

Questa sentenza rappresenta una vittoria per la certezza del diritto. Da oggi, la Prefettura ha 120 giorni di tempo dalla data dell’infrazione per emettere e notificare l’ordinanza ingiunzione, anche per le violazioni più gravi come la guida con patente sospesa. Se questo termine non viene rispettato, l’amministrazione decade dal potere di sanzionare e il provvedimento emesso tardivamente è nullo. Per gli automobilisti, ciò significa una maggiore tutela contro l’inerzia della Pubblica Amministrazione e la garanzia di poter esercitare pienamente il proprio diritto di difesa in tempi ragionevoli.

Entro quale termine la Prefettura deve emettere un’ordinanza ingiunzione per una violazione del Codice della Strada che non ammette il pagamento in misura ridotta?
Secondo la sentenza, la Prefettura deve emettere l’ordinanza ingiunzione entro il termine perentorio di 120 giorni dalla data dell’infrazione, applicando per analogia l’art. 204 del Codice della Strada.

Cosa succede se la Prefettura emette l’ordinanza ingiunzione oltre il termine di 120 giorni?
Se l’ordinanza ingiunzione viene emessa oltre il termine di 120 giorni, la Prefettura decade dal potere di irrogare la sanzione. Di conseguenza, l’ordinanza è illegittima e può essere annullata dal giudice.

Perché la Cassazione ha cambiato il suo precedente orientamento su questo punto?
La Cassazione ha cambiato orientamento per garantire la certezza delle situazioni giuridiche e per tutelare in modo più efficace il diritto di difesa del cittadino. Ha ritenuto irragionevole consentire all’amministrazione di attendere anni prima di emettere la sanzione, poiché ciò indebolirebbe la capacità del sanzionato di difendersi adeguatamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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