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Termine notifica sanzione: quando inizia a decorrere?

Un datore di lavoro è stato sanzionato per l’impiego di un dipendente senza preventiva comunicazione. In seguito al ricorso, la Corte di Cassazione ha confermato la validità della sanzione, stabilendo che il termine notifica sanzione di 90 giorni non decorre dal giorno della violazione, ma dalla conclusione del procedimento di accertamento da parte dell’autorità. La congruità della durata dell’accertamento è una valutazione di merito non sindacabile in sede di legittimità se ben motivata.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Termine Notifica Sanzione: Quando Inizia a Decorrere? La Cassazione Fa Chiarezza

Comprendere il corretto termine notifica sanzione è cruciale per la validità degli atti amministrativi. Un ritardo nella notifica può infatti comportare l’estinzione dell’obbligazione di pagamento. Con la sentenza n. 22013/2024, la Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, ribadisce un principio fondamentale: il termine di 90 giorni per la notifica non decorre dalla data della violazione, ma dal momento in cui l’autorità conclude il suo accertamento. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

Un datore di lavoro si opponeva a un’ordinanza ingiunzione emessa dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro. La sanzione era stata comminata per l’impiego di un lavoratore senza la preventiva comunicazione al Centro per l’impiego, una violazione avvenuta nel maggio 2011. L’accertamento ispettivo, tuttavia, era iniziato solo nell’ottobre 2012, concludendosi nel dicembre dello stesso anno, con la notifica della violazione effettuata pochi giorni dopo.

Il datore di lavoro sosteneva la tardività della notifica, argomentando che il lungo lasso di tempo trascorso tra la violazione e l’inizio dell’accertamento (oltre 16 mesi) rendeva l’intero procedimento illegittimo. Mentre il giudice di primo grado aveva accolto questa tesi, la Corte d’Appello aveva riformato la decisione, ritenendo la notifica tempestiva. La questione è quindi giunta all’esame della Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del datore di lavoro, confermando la decisione della Corte d’Appello e fornendo chiarimenti su due aspetti principali: la decorrenza del termine per la notifica e la liquidazione delle spese legali in favore della Pubblica Amministrazione.

L’analisi del termine notifica sanzione

Il primo motivo di ricorso si concentrava sulla violazione dell’art. 14 della Legge n. 689/1981, che fissa in novanta giorni il termine per la notifica degli estremi della violazione. La Cassazione ha ribadito il suo consolidato orientamento: il dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il conteggio, non è quello della commissione dell’illecito.

Il termine decorre, invece, dal momento in cui l’autorità amministrativa completa l’attività di accertamento. Questo perché solo alla fine dell’indagine l’autorità dispone di tutti gli elementi, oggettivi e soggettivi, per poter formalizzare una contestazione fondata. La valutazione sulla congruità e ragionevolezza della durata dell’accertamento spetta al giudice di merito e, se correttamente motivata, non può essere messa in discussione in sede di legittimità. Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva ritenuto ragionevole un’indagine di due mesi, data la necessità di verifiche documentali.

La questione delle spese legali per la P.A.

Il secondo motivo di ricorso criticava la condanna al pagamento delle spese legali, sostenendo che l’Ispettorato, difeso da un proprio funzionario, avesse diritto solo al rimborso delle spese vive. Anche su questo punto, la Corte ha dato torto al ricorrente. Ha infatti chiarito che, ratione temporis (cioè in base alla legge applicabile all’epoca dell’inizio della causa), la normativa di riferimento (art. 152 bis disp. att. c.p.c.) prevede la liquidazione del compenso per la P.A. difesa dai propri dipendenti, seppur con una riduzione del 20%.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano sulla distinzione tra il momento della commissione della violazione e quello del suo accertamento. La commissione dell’illecito fa decorrere il termine di prescrizione (art. 28, L. 689/1981), mentre la conclusione dell’accertamento fa decorrere il termine di decadenza per la notifica (art. 14, L. 689/1981).

L’amministrazione deve disporre di un tempo ragionevole per compiere le indagini necessarie a verificare la sussistenza dell’infrazione. Questo tempo non può essere fissato in astratto, ma va valutato caso per caso, in base alla complessità delle verifiche da effettuare. Stabilire che il termine di 90 giorni decorra dalla data del fatto, senza considerare la fase di accertamento, svuoterebbe di significato l’attività ispettiva e renderebbe impossibile sanzionare illeciti che emergono solo a seguito di complesse indagini. La Corte sottolinea come l’apprezzamento sulla congruità di tale periodo sia un compito del giudice di merito, il cui giudizio, se logicamente motivato, è insindacabile in Cassazione.

Conclusioni

La sentenza n. 22013/2024 consolida un principio fondamentale in materia di sanzioni amministrative: la tempestività della notifica va misurata a partire dalla conclusione dell’accertamento. Questo significa che un considerevole ritardo tra il fatto e l’avvio delle indagini non rende automaticamente illegittima la sanzione. Ciò che conta è che, una volta avviato, l’accertamento si svolga in tempi congrui e che la notifica avvenga entro 90 giorni dalla sua fine. Questa pronuncia offre una garanzia di efficacia all’azione amministrativa, pur nel rispetto dei diritti di difesa del cittadino, la cui valutazione è demandata alla prudente analisi dei giudici di merito.

Da quando decorre il termine di 90 giorni per la notifica di una sanzione amministrativa?
Il termine di 90 giorni, previsto dall’art. 14 della Legge n. 689/1981, non decorre dalla data in cui è stata commessa la violazione, ma dal momento in cui l’autorità competente ha completato l’attività di accertamento, ossia quando ha verificato la sussistenza di tutti gli elementi oggettivi e soggettivi dell’infrazione.

Un lungo intervallo di tempo tra la violazione e l’inizio dell’accertamento rende nulla la sanzione?
No, secondo la sentenza, il mero lasso di tempo tra la commissione dell’illecito e l’inizio dell’attività di accertamento non è di per sé motivo di nullità della sanzione. La validità del procedimento dipende dalla congruità della durata dell’accertamento stesso e dal rispetto del termine di 90 giorni per la notifica a partire dalla sua conclusione. La valutazione di congruità è rimessa al giudice di merito.

Quando la Pubblica Amministrazione è difesa da un proprio funzionario, ha diritto al pagamento degli onorari di avvocato?
Sì. La Corte ha stabilito che, in base alla normativa applicabile al caso in esame (art. 152 bis disp. att. c.p.c.), l’amministrazione che si difende in giudizio tramite i propri dipendenti ha diritto alla liquidazione del compenso professionale, sebbene con una riduzione del 20%, e non solo al rimborso delle spese vive.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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