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Termine impugnazione ordinanza: la Cassazione decide

Una società e una persona fisica hanno proposto ricorso per cassazione avverso un’ordinanza della Corte d’Appello che dichiarava inammissibile il loro gravame. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché tardivo, chiarendo che il termine di impugnazione dell’ordinanza di 60 giorni decorre dalla comunicazione del provvedimento da parte della cancelleria e non dalla sua successiva notificazione.

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Termine Impugnazione Ordinanza: Quando un Ricorso Diventa Tardivo

Il rispetto dei termini processuali è un pilastro fondamentale del nostro sistema giuridico. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda quanto possa essere perentorio il termine impugnazione ordinanza, specialmente quando si tratta di un provvedimento che dichiara l’inammissibilità di un appello. La vicenda analizzata offre uno spunto cruciale per comprendere la decorrenza dei termini e le conseguenze fatali di un deposito tardivo.

I Fatti di Causa: Dal Decreto Ingiuntivo alla Cassazione

La controversia ha origine da un’opposizione a un decreto ingiuntivo ottenuto da una società di factoring. Il Tribunale di primo grado rigettava l’opposizione. La società debitrice e un suo garante proponevano appello, ma la Corte d’Appello lo dichiarava inammissibile con un’ordinanza emessa ai sensi degli articoli 348 bis e ter del codice di procedura civile.

Non arrendendosi, le parti soccombenti decidevano di portare la questione dinanzi alla Corte di Cassazione, basando il loro ricorso su un unico motivo. La società di factoring si costituiva in giudizio per resistere al ricorso.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Termine Impugnazione Ordinanza

La Suprema Corte, senza entrare nel merito della questione, ha dichiarato il ricorso inammissibile per un vizio puramente procedurale: la tardività. L’analisi dei giudici si è concentrata esclusivamente sul calcolo del termine impugnazione ordinanza.

L’articolo 348 ter, terzo comma, del codice di procedura civile stabilisce un termine di sessanta giorni per proporre ricorso per cassazione avverso l’ordinanza che dichiara l’inammissibilità dell’appello.

Il Principio del Dies a Quo

Il punto cruciale della decisione è stato l’individuazione del cosiddetto dies a quo, ovvero il giorno da cui far decorrere il termine. La Corte ha ribadito un principio consolidato, richiamando anche una precedente pronuncia delle Sezioni Unite: il termine di 60 giorni decorre dalla comunicazione dell’ordinanza da parte della cancelleria del giudice, o, se avvenuta prima, dalla sua notificazione.

Nel caso di specie:
– L’ordinanza della Corte d’Appello era stata depositata il 28 aprile 2021.
– La cancelleria l’aveva comunicata alle parti il 30 aprile 2021.
– Il ricorso per cassazione era stato notificato solo il 29 novembre 2021.

È evidente che il termine di sessanta giorni, decorrente dal 30 aprile, era ampiamente scaduto al momento della notifica del ricorso.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è stata lineare e ineccepibile. Il ricorso è risultato tardivo. I giudici hanno sottolineato come il termine perentorio di sessanta giorni, previsto dall’articolo 348 ter c.p.c., avesse iniziato a decorrere dalla data di comunicazione del provvedimento impugnato, ovvero il 30 aprile 2021. La notifica del ricorso, avvenuta il 29 novembre 2021, si collocava ben oltre la scadenza. Questa constatazione, basata su un calcolo matematico e su una chiara disposizione di legge, ha assorbito ogni altro possibile profilo di discussione, rendendo superfluo l’esame del merito del ricorso. La Corte ha agito in conformità con l’orientamento consolidato della giurisprudenza di legittimità, citando una specifica sentenza delle Sezioni Unite a supporto della propria decisione. La tardività ha quindi rappresentato un ostacolo insormontabile all’ammissibilità del gravame.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso e ha condannato i ricorrenti al pagamento solidale delle spese processuali in favore della controparte. Inoltre, ha dato atto della sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte dei ricorrenti, di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, una sanzione prevista per le impugnazioni respinte o dichiarate inammissibili. Questa ordinanza ribadisce con forza l’importanza di una gestione diligente e tempestiva delle scadenze processuali. Un errore nel calcolo del dies a quo può compromettere irrimediabilmente l’esito di un giudizio, precludendo ogni possibilità di far valere le proprie ragioni nel merito.

Qual è il termine per impugnare in Cassazione un’ordinanza di inammissibilità dell’appello?
Il termine perentorio per proporre ricorso per cassazione è di sessanta giorni.

Da quale momento inizia a decorrere il termine di 60 giorni?
Il termine inizia a decorrere dalla data di comunicazione dell’ordinanza da parte della cancelleria del giudice alle parti, o dalla sua notificazione, se anteriore.

Cosa succede se il ricorso per cassazione viene depositato oltre il termine di 60 giorni?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Di conseguenza, i ricorrenti vengono condannati a pagare le spese legali della controparte e a versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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