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Termine impugnazione lavoro: la Cassazione decide

Un gruppo di dipendenti pubblici ha fatto ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte d’Appello che negava il riconoscimento della loro anzianità di servizio e un inquadramento superiore. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché tardivo. La decisione sottolinea che il termine impugnazione lavoro di sei mesi non è soggetto alla sospensione feriale, ribadendo un principio consolidato per le controversie in materia di lavoro, inclusi i giudizi di legittimità.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Termine Impugnazione Lavoro: la Cassazione Conferma la Regola della Non Sospensione Feriale

L’ordinanza n. 5300/2024 della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sulla perentorietà del termine impugnazione lavoro. Un gruppo di dipendenti pubblici si è visto dichiarare inammissibile il proprio ricorso per una questione puramente procedurale: il mancato rispetto della scadenza semestrale. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: nelle controversie di lavoro, il tempo non si ferma, neanche d’estate.

I Fatti del Caso: Il Passaggio tra Enti e la Perdita di Anzianità

La vicenda ha origine dalla richiesta di alcuni dipendenti, transitati da un Ministero a un nuovo Ente Pubblico di Ricerca, di ottenere il riconoscimento dell’anzianità di servizio maturata nel precedente impiego e un inquadramento professionale superiore. Le loro domande, volte anche a ottenere le relative differenze retributive, erano state respinte sia in primo grado dal Tribunale sia dalla Corte di Appello.

I giudici di merito avevano ritenuto legittima la scelta, operata in sede di contrattazione collettiva, di non riconoscere l’anzianità pregressa ai fini del nuovo inquadramento, pur salvaguardandone la rilevanza a fini economici e previdenziali. Secondo la Corte territoriale, gli accordi sindacali che avevano definito le tabelle di equiparazione erano validi e non contestabili dai singoli lavoratori.

Il Ricorso in Cassazione e l’Ostacolo del Termine Impugnazione Lavoro

Insoddisfatti della decisione di secondo grado, i lavoratori hanno proposto ricorso per cassazione, sollevando diverse censure, tra cui la violazione di norme costituzionali e del codice civile in materia di trasferimento d’azienda e diritti dei lavoratori. Tuttavia, la Suprema Corte non è nemmeno entrata nel merito delle questioni sollevate. L’attenzione si è concentrata su un aspetto preliminare e decisivo: la tempestività del ricorso.

Le Motivazioni della Suprema Corte: la Tardività del Ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché presentato oltre il termine previsto dalla legge. La sentenza della Corte d’Appello era stata pubblicata il 3 maggio 2017. Poiché il giudizio era iniziato nel 2011, si applicava l’articolo 327 del codice di procedura civile, nella versione modificata dalla legge n. 69/2009, che fissa in sei mesi il cosiddetto ‘termine lungo’ per impugnare una sentenza in assenza di notifica.

Il ricorso è stato notificato solo il 4 dicembre 2017, superando quindi la scadenza dei sei mesi. I giudici hanno ribadito un orientamento consolidato: l’esclusione delle controversie di lavoro dalla sospensione feriale dei termini processuali (prevista dalla Legge n. 742/1969) si applica anche ai giudizi di Cassazione. Pertanto, il periodo estivo non ha interrotto o sospeso il decorso del termine.

La Corte ha inoltre precisato che la tardività del ricorso è una questione rilevabile d’ufficio, che non necessita di essere sottoposta al preventivo contraddittorio tra le parti, in quanto attiene a un presupposto di ammissibilità e non al merito della controversia.

Conclusioni: L’Importanza dei Termini Processuali

Questa ordinanza è un monito sull’importanza cruciale del rispetto dei termini processuali, specialmente nel diritto del lavoro, dove non si applica la sospensione feriale. La decisione, pur non pronunciandosi sulle questioni di merito relative all’anzianità e all’inquadramento, chiude definitivamente la vertenza per una ragione procedurale insuperabile. Per lavoratori e professionisti del settore, ciò significa che la vigilanza sulle scadenze è un elemento non negoziabile per la tutela dei propri diritti. Un ritardo, anche di pochi giorni, può compromettere irrimediabilmente l’esito di una causa, a prescindere dalla fondatezza delle proprie ragioni.

Il termine per impugnare una sentenza in materia di lavoro è sospeso durante il periodo feriale?
No, la Corte di Cassazione ribadisce che l’esclusione delle controversie di lavoro dalla sospensione feriale dei termini processuali si applica anche ai giudizi di Cassazione, come stabilito da una giurisprudenza consolidata.

Qual è il ‘termine lungo’ per proporre ricorso per cassazione se la sentenza non è stata notificata?
Per i giudizi iniziati dopo l’entrata in vigore della legge n. 69/2009, come nel caso di specie, il termine lungo per l’impugnazione in mancanza di notifica della sentenza è di sei mesi dalla sua pubblicazione.

La tardività di un ricorso può essere rilevata d’ufficio dal giudice?
Sì, la Corte afferma che la tardività del ricorso deve essere rilevata d’ufficio e tale rilievo è sottratto alla regola che impone al giudice di provocare il contraddittorio sulla questione, in quanto riguarda un presupposto di ammissibilità dell’impugnazione e non una decisione nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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