LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Termine impugnazione delibera: quando decorre per l’assente

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4191/2024, ha stabilito un principio fondamentale sul termine impugnazione delibera condominiale. Se il rappresentante di un condomino si allontana dall’assemblea prima di una votazione, il condomino è da considerarsi ‘assente’. Di conseguenza, il termine di 30 giorni per contestare la decisione non decorre dal giorno della riunione, ma dalla data in cui riceve la comunicazione del verbale. Questa decisione ribalta le sentenze di merito che avevano qualificato l’allontanamento come ‘sostanziale astensione’, ritenendo irrilevante la possibilità di aver udito l’esito della votazione dall’esterno della sala.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Termine Impugnazione Delibera Condominiale: La Cassazione fa Chiarezza sul Condomino Assente

Il termine impugnazione delibera condominiale è un argomento cruciale nella vita di ogni condominio. Rispettare la scadenza di 30 giorni prevista dall’art. 1137 del Codice Civile è fondamentale per poter contestare una decisione assembleare ritenuta illegittima. Ma cosa succede se un condomino, o il suo delegato, si allontana dalla riunione prima di una votazione? È da considerarsi presente o assente? Da questa qualificazione dipende il momento esatto da cui inizia a decorrere il termine. La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n. 4191/2024, ha fornito una risposta chiara e definitiva, destinata a influenzare la gestione delle future assemblee.

I Fatti di Causa

Una condomina impugnava una delibera assembleare relativa alla nuova regolamentazione delle aree di parcheggio e alla nomina dell’amministratore. La contestazione veniva presentata oltre i 30 giorni dalla data della delibera. Il punto chiave della controversia risiedeva nel fatto che il delegato della condomina, pur essendo presente all’inizio dell’assemblea, si era volontariamente allontanato dalla sala prima delle votazioni sui punti contestati, facendo verbalizzare il suo allontanamento.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale in primo grado sia la Corte di Appello avevano dichiarato l’impugnazione inammissibile per tardività. Secondo i giudici di merito, l’allontanamento non configurava una vera e propria ‘assenza’. Essi sostenevano che il delegato, rimanendo sulla soglia della porta e avendo la possibilità di ascoltare l’esito della discussione, avesse tenuto un comportamento riconducibile a una ‘sostanziale astensione’. Di conseguenza, il termine impugnazione delibera doveva decorrere, anche per lui, dal giorno stesso dell’assemblea, come per i presenti.

Il Termine Impugnazione Delibera secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha completamente ribaltato questa interpretazione. Accogliendo il ricorso della condomina, ha affermato un principio di diritto fondamentale: il condomino che, per il tramite del suo delegato, si allontana volontariamente dal luogo della riunione prima della votazione, manifestando la volontà di non parteciparvi, deve essere considerato a tutti gli effetti ‘assente’ rispetto a quella specifica delibera.

La Corte ha sottolineato che la mera possibilità di udire dall’esterno lo svolgimento della votazione è del tutto irrilevante. Ciò che conta è la partecipazione effettiva alla formazione della volontà collegiale, che viene meno con l’abbandono dell’aula.

Le Motivazioni della Sentenza

La Cassazione ha motivato la sua decisione basandosi sulla natura dell’atto assembleare. La delibera è il risultato della fusione delle volontà dei singoli condomini presenti e votanti. Chi si allontana esprime chiaramente l’intenzione di non concorrere a tale processo decisionale. Pertanto, non può essere equiparato a un condomino presente che si astiene.

Qualificare tale comportamento come ‘sostanziale astensione’ è stata definita una forzatura ‘creativa’ e illogica. L’allontanamento, se verbalizzato, è una circostanza oggettiva che non incide sul quorum costitutivo (che si valuta all’inizio della seduta), ma è decisivo per i quorum deliberativi dei singoli punti all’ordine del giorno. Di conseguenza, per il condomino assente, il dies a quo per l’impugnazione non può che essere quello della comunicazione del verbale, come previsto dall’art. 1137 c.c.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Stabilisce che un condomino non può essere considerato ‘fittiziamente presente’. Se un proprietario o il suo delegato decide di abbandonare l’assemblea, è un suo diritto, e per le delibere approvate dopo il suo allontanamento sarà considerato assente. Questo garantisce la piena tutela del suo diritto di impugnazione, che potrà essere esercitato entro 30 giorni dalla ricezione del verbale. Per gli amministratori e i presidenti di assemblea, diventa ancora più cruciale verbalizzare con precisione gli orari di entrata e di uscita dei partecipanti, per evitare future contestazioni sulla tempestività delle impugnazioni.

Da quando decorre il termine di 30 giorni per impugnare una delibera per un condomino che si allontana dall’assemblea prima della votazione?
Secondo la Corte di Cassazione, il termine decorre dalla data di ricevuta comunicazione del verbale assembleare, poiché il condomino che si allontana prima del voto è da considerarsi ‘assente’ a tutti gli effetti.

L’allontanamento volontario di un condomino prima del voto è considerato assenza o astensione?
L’ordinanza chiarisce che l’allontanamento volontario, manifestato e verbalizzato, costituisce un’assenza a tutti gli effetti per le votazioni successive. Non può essere interpretato come una ‘sostanziale astensione’.

La possibilità di udire l’esito della votazione dall’esterno della sala assembleare modifica la qualifica di ‘assente’?
No. La Corte ha stabilito che la mera ‘udibilità’ della delibera dall’esterno del locale è un fattore irrilevante. Ciò che determina la presenza è la partecipazione attiva alla formazione della volontà collegiale, che cessa con l’abbandono della riunione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati