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Termine decadenza cessione: la legge non è retroattiva

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18532/2025, ha stabilito un principio fondamentale sul termine decadenza cessione contratto di lavoro. La Corte ha chiarito che il termine per impugnare una cessione di ramo d’azienda, introdotto dalla Legge n. 183/2010, non si applica retroattivamente. Pertanto, per le cessioni avvenute prima dell’entrata in vigore della legge, i lavoratori non perdono il diritto di agire in giudizio per il solo decorso del tempo. La sentenza della Corte d’Appello, che aveva dichiarato inammissibile il ricorso dei lavoratori, è stata annullata con rinvio.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Termine Decadenza Cessione Contratto: la Cassazione Conferma la Non Retroattività

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per i diritti dei lavoratori: l’applicazione del termine decadenza cessione contratto di lavoro. La questione centrale riguardava se il termine per impugnare il trasferimento, introdotto dalla legge 183/2010, potesse applicarsi anche a cessioni avvenute prima della sua entrata in vigore. La Suprema Corte ha fornito una risposta chiara, a tutela della certezza del diritto e dei lavoratori.

I Fatti di Causa: Dalla Cessione alla Corte d’Appello

Un gruppo di 27 lavoratori si era rivolto al Tribunale per contestare la cessione del ramo d’azienda (un supermercato) avvenuta nel giugno 2010. I dipendenti chiedevano il ripristino del rapporto di lavoro con la società cedente e il pagamento degli stipendi. In primo grado, il Tribunale aveva respinto le loro domande nel merito, ma non aveva accolto l’eccezione di decadenza sollevata dalle aziende.

La situazione si è capovolta in secondo grado. La Corte d’Appello, riformando la decisione iniziale, ha dichiarato i ricorsi inammissibili. Secondo i giudici d’appello, i lavoratori non avevano rispettato il termine di decadenza introdotto dall’art. 32 della legge n. 183/2010 per impugnare la cessione. Contro questa decisione, i lavoratori hanno proposto ricorso in Cassazione.

La Questione del Termine Decadenza Cessione Contratto

Il fulcro della controversia legale era l’applicabilità di una norma introdotta dopo che i fatti si erano già verificati. La legge 183/2010 ha introdotto un termine specifico entro cui i lavoratori devono contestare, tra le altre cose, le cessioni di contratto avvenute ai sensi dell’art. 2112 c.c.

La Corte d’Appello aveva ritenuto che questo nuovo termine dovesse applicarsi anche a cessioni precedenti, come quella del 2010. I lavoratori, invece, sostenevano che la legge non potesse avere efficacia retroattiva, un principio cardine del nostro ordinamento. La questione, quindi, era puramente di diritto intertemporale: una nuova norma che introduce un termine di decadenza prima inesistente può ‘colpire’ situazioni già consolidate nel passato?

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dei lavoratori, cassando la sentenza d’appello. Il ragionamento dei giudici si è basato su un’attenta analisi letterale e logica della norma.

L’art. 32, comma 4, della legge 183/2010 stabilisce che il termine di decadenza decorre ‘dalla data del trasferimento’. Secondo la Cassazione, questa espressione non si limita a indicare il ‘dies a quo’ (il giorno di partenza del termine), ma definisce anche l’ambito di applicazione temporale della norma stessa. In altre parole, il legislatore ha voluto limitare l’applicazione della decadenza unicamente alle cessioni di contratto in cui la data del trasferimento sia successiva all’entrata in vigore della nuova legge.

Il legislatore non si è limitato a introdurre una decadenza, ma ha individuato con precisione il momento da cui farla decorrere: l’atto storico del trasferimento. Di conseguenza, per logica, tale trasferimento deve avvenire sotto la vigenza della nuova legge. Applicare la norma a trasferimenti passati significherebbe attribuirle un’efficacia retroattiva non prevista e onerare il lavoratore di un adempimento che, al momento dei fatti, non poteva conoscere.

La Corte ha ribadito un orientamento già consolidato, sottolineando che l’introduzione di un nuovo termine di decadenza deve bilanciare l’esigenza di certezza dei rapporti giuridici con la tutela dell’interesse del privato a non vedersi addebitare un comportamento inerte che tale non era al momento in cui è stato tenuto.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione è di fondamentale importanza. Viene stabilito in modo inequivocabile che il termine di decadenza per impugnare la cessione del contratto di lavoro non si applica retroattivamente. Le cessioni di ramo d’azienda avvenute prima dell’entrata in vigore della Legge n. 183/2010 non sono soggette a tale termine.

Questa pronuncia rafforza il principio di irretroattività della legge e garantisce maggiore tutela ai lavoratori coinvolti in operazioni di trasferimento aziendale avvenute in passato. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello, in diversa composizione, che dovrà ora esaminare il merito della questione senza poter dichiarare l’inammissibilità per decadenza.

Il termine di decadenza per impugnare una cessione di ramo d’azienda si applica anche alle cessioni avvenute prima dell’entrata in vigore della Legge 183/2010?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che il termine di decadenza previsto dall’art. 32 della Legge n. 183/2010 non ha efficacia retroattiva. Si applica solo alle cessioni il cui trasferimento è avvenuto dopo l’entrata in vigore della legge.

Come ha interpretato la Corte la locuzione ‘con termine decorrente dalla data del trasferimento’?
La Corte ha interpretato questa frase non solo come l’indicazione del momento da cui inizia a decorrere il termine (dies a quo), ma anche come un criterio per delimitare l’ambito di applicazione temporale della norma. Ciò significa che la legge si applica solo se il fatto storico del trasferimento è avvenuto quando la legge era già in vigore.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione nel caso esaminato?
La Corte ha accolto il ricorso dei lavoratori, ha cassato (annullato) la sentenza della Corte d’Appello e ha rinviato la causa alla stessa Corte d’Appello, in diversa composizione, per un nuovo esame nel merito. La Corte d’Appello non potrà più dichiarare il ricorso inammissibile per intervenuta decadenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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