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Termine breve Rito Fornero: Cassazione inammissibile

Una lavoratrice impugna il licenziamento, ma il suo ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile. La Corte Suprema ribadisce che il termine breve di 60 giorni per l’impugnazione, previsto dal Rito Fornero, decorre dalla semplice comunicazione via PEC della sentenza d’appello, confermando la rigidità di tale scadenza processuale.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Termine Breve Rito Fornero: la Cassazione conferma la linea dura sulla tardività

Nel mondo del diritto processuale, i termini sono tutto. Scadenze perentorie scandiscono ogni fase del giudizio e la loro inosservanza può avere conseguenze fatali per le sorti di una causa. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione lo ribadisce con forza, trattando un caso emblematico relativo al termine breve nel Rito Fornero. La decisione sottolinea come, anche dopo l’abrogazione di questa procedura speciale, le sue regole continuino a produrre effetti sui giudizi pendenti, rendendo inammissibile un ricorso presentato anche un solo giorno dopo la scadenza.

I Fatti del Caso

Una lavoratrice, dopo essere stata licenziata per giusta causa da una nota società di servizi postali, decideva di impugnare il provvedimento. Il suo percorso giudiziario si rivelava però in salita: sia il Tribunale, in prima istanza, sia la Corte d’Appello rigettavano le sue domande, confermando la legittimità del licenziamento.

Non dandosi per vinta, la lavoratrice proponeva ricorso per Cassazione. Tuttavia, emergeva un problema cruciale: la sentenza della Corte d’Appello le era stata comunicata via Posta Elettronica Certificata (PEC) il 30 gennaio 2024, ma il ricorso alla Suprema Corte veniva notificato alla controparte solo il 24 luglio 2024, quasi sei mesi dopo.

La Questione Giuridica: 60 Giorni per Impugnare

Il cuore della controversia non riguardava il merito del licenziamento, ma una questione puramente procedurale. Il giudizio era stato incardinato secondo le regole del cosiddetto “Rito Fornero” (legge n. 92/2012), una procedura speciale e accelerata per le cause di licenziamento. Questa legge, all’art. 1, comma 62, stabiliva un termine breve di 60 giorni per proporre ricorso per cassazione, decorrente dalla comunicazione della sentenza d’appello.

La difesa della lavoratrice sosteneva che dovesse applicarsi il termine lungo ordinario di sei mesi, ritenendo che il termine breve speciale ledesse il diritto di difesa. La società datrice di lavoro, invece, eccepiva la tardività del ricorso, chiedendone la dichiarazione di inammissibilità.

Le Motivazioni della Cassazione sul Termine Breve Rito Fornero

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi della società, dichiarando il ricorso inammissibile. Le motivazioni della Corte si fondano su principi consolidati e chiariscono aspetti fondamentali della successione delle leggi nel tempo.

In primo luogo, i giudici hanno ribadito che il termine di 60 giorni previsto dal Rito Fornero è una norma speciale che deroga a quella generale. Questo termine, hanno precisato, decorre dalla semplice comunicazione del provvedimento da parte della cancelleria, anche via PEC, e non necessita di una notificazione formale tra le parti. Questo orientamento è stato confermato da numerose sentenze precedenti, creando un indirizzo giurisprudenziale ormai solido.

In secondo luogo, la Corte ha affrontato la questione dell’abrogazione del Rito Fornero a seguito della Riforma Cartabia (d.lgs. 149/2022). Sebbene le norme del Rito Fornero non siano più in vigore per i nuovi procedimenti, la Corte ha spiegato che, in base al principio ratione temporis, ai giudizi già pendenti al 28 febbraio 2023 continuano ad applicarsi le disposizioni previgenti. Poiché il caso in esame era iniziato prima di tale data, esso rimaneva interamente disciplinato dalla legge Fornero, incluso il suo rigido termine di impugnazione.

Infine, la Corte ha specificato che il termine lungo semestrale (art. 327 c.p.c.) può trovare applicazione solo in via residuale, cioè quando la comunicazione della sentenza da parte della cancelleria manchi del tutto o sia inidonea, circostanze non verificatesi nel caso di specie.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione si conclude con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso e la condanna della lavoratrice al pagamento delle spese legali, oltre a sanzioni pecuniarie aggiuntive per lite temeraria e per il versamento di un ulteriore contributo unificato. Questa pronuncia è un monito severo sull’importanza della diligenza e del rispetto dei termini processuali, specialmente quelli previsti da riti speciali. Insegna che l’abrogazione di una legge non cancella i suoi effetti sui procedimenti in corso e che le norme speciali prevalgono su quelle generali. Per avvocati e cittadini, la lezione è chiara: la tempestività è un requisito non negoziabile per l’accesso alla giustizia.

Qual è il termine per impugnare in Cassazione una sentenza emessa secondo il Rito Fornero?
Il termine per impugnare in Cassazione è di 60 giorni. Si tratta di un “termine breve” che prevale sulle regole ordinarie.

Da quando decorre il termine breve di 60 giorni nel Rito Fornero?
Il termine decorre dalla data della semplice comunicazione della sentenza d’appello da parte della cancelleria del giudice, ad esempio tramite Posta Elettronica Certificata (PEC), e non dalla notificazione tra le parti.

Le vecchie regole del Rito Fornero si applicano ancora dopo la sua abrogazione con la Riforma Cartabia?
Sì, le regole del Rito Fornero, incluso il termine breve di 60 giorni, continuano ad applicarsi a tutti i procedimenti che erano già pendenti alla data del 28 febbraio 2023, in base al principio ratione temporis (applicazione della legge vigente al momento dell’inizio del processo).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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