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Termine breve impugnazione: lettura in udienza

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso perché tardivo. Si chiarisce che il termine breve impugnazione di 60 giorni decorre dalla lettura in udienza dell’ordinanza che dichiara inammissibile l’appello, essendo tale atto equiparato alla notifica per le parti presenti.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Termine Breve Impugnazione: Quando la Lettura in Udienza Fa Scattare il Countdown

Nel mondo del diritto, il tempo è un fattore cruciale. I termini processuali non sono semplici indicazioni, ma scadenze perentorie il cui mancato rispetto può avere conseguenze definitive, come la perdita del diritto di contestare una decisione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda l’importanza del termine breve impugnazione e chiarisce un aspetto fondamentale: il suo decorso a partire dalla lettura in udienza del provvedimento.

I Fatti del Caso: Un Debito Conteso e le Fasi del Processo

La vicenda ha origine da una controversia tra una società e un privato creditore. La società si era rivolta al Giudice del Lavoro sostenendo di aver già integralmente saldato un debito per il quale il creditore aveva avviato una procedura esecutiva. Il tribunale di primo grado aveva dato ragione alla società, dichiarando l’insussistenza del credito e l’inefficacia dell’azione esecutiva.

Il creditore, non soddisfatto, aveva presentato appello. La Corte d’Appello, tuttavia, aveva dichiarato l’impugnazione inammissibile con un’ordinanza emessa ai sensi dell’art. 348 ter del Codice di Procedura Civile, provvedimento che era stato letto integralmente durante l’udienza del 14 gennaio 2019.
A questo punto, il creditore ha proposto ricorso alla Corte di Cassazione contro la sentenza di primo grado, ma notificandolo solo il 15 luglio 2019.

La Questione Giuridica: Il Decorso del Termine Breve Impugnazione

Il nodo centrale della questione non riguarda il merito del debito, ma un aspetto puramente procedurale: il ricorso in Cassazione è stato presentato in tempo? La società controricorrente ha sostenuto di no, eccependo la tardività e quindi l’inammissibilità del ricorso. Il punto chiave è stabilire da quale momento inizi a decorrere il termine breve impugnazione di 60 giorni previsto dall’art. 325 c.p.c. per ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e le Motivazioni

La Suprema Corte ha accolto l’eccezione della società, dichiarando il ricorso inammissibile. Le motivazioni della decisione si basano su un principio consolidato della giurisprudenza di legittimità.

La Corte ha ribadito che, quando l’appello viene dichiarato inammissibile ai sensi dell’art. 348 ter c.p.c., la lettura integrale dell’ordinanza in udienza determina l’immediato decorso del termine breve impugnazione di 60 giorni per proporre ricorso in Cassazione. Questo atto, infatti, equivale alla notificazione del provvedimento per le parti presenti o che avrebbero dovuto essere presenti. La legge presume in modo assoluto che, con la lettura in aula, le parti abbiano acquisito piena conoscenza della decisione.

Nel caso specifico, l’ordinanza era stata letta il 14 gennaio 2019. Il termine di 60 giorni per impugnare scadeva quindi a metà marzo 2019. Avendo notificato il ricorso solo il 15 luglio 2019, il ricorrente lo ha fatto ben oltre la scadenza, rendendo l’impugnazione irrimediabilmente tardiva.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Avvocati e Parti in Causa

Questa pronuncia sottolinea una lezione fondamentale per chiunque sia coinvolto in un contenzioso: la diligenza procedurale è essenziale. La data dell’udienza in cui viene letto un provvedimento non è un momento qualsiasi, ma può rappresentare il ‘giorno zero’ da cui calcolare termini perentori.

Ignorare questo principio, attendendo una comunicazione formale dalla cancelleria che in questi casi non è dovuta, espone al rischio concreto di vedere preclusa la possibilità di far valere le proprie ragioni in un successivo grado di giudizio. La decisione conferma che la conoscenza legale di un atto non dipende solo dalla notifica, ma anche da eventi equipollenti come, appunto, la sua pubblica lettura in udienza, un momento a cui prestare la massima attenzione.

Quando inizia a decorrere il termine breve per il ricorso in Cassazione se l’appello è dichiarato inammissibile con ordinanza letta in udienza?
Il termine breve di 60 giorni decorre dalla data dell’udienza stessa in cui l’ordinanza di inammissibilità viene letta integralmente, poiché tale atto è equiparato alla notificazione del provvedimento.

La lettura in udienza dell’ordinanza ha lo stesso valore della notificazione formale?
Sì. Secondo la giurisprudenza consolidata, la lettura del provvedimento in udienza, attestata nel verbale, non solo equivale alla pubblicazione, ma fa scattare una presunzione assoluta di conoscenza da parte delle parti presenti, esonerando la cancelleria da ulteriori comunicazioni.

Cosa accade se il ricorso per cassazione viene presentato oltre il termine di 60 giorni dalla lettura in udienza dell’ordinanza di inammissibilità?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile in quanto tardivo. Questo comporta l’impossibilità per la Corte di esaminare il merito della questione, la definitività della sentenza impugnata e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese legali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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