LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Tentativo di sorpasso: non è sanzionabile

La Corte di Cassazione ha stabilito che un conducente non può essere multato per sorpasso vietato presso un incrocio se la manovra viene solo iniziata ma non portata a termine. Il caso riguardava un automobilista che, dopo essersi spostato sulla corsia opposta, era rientrato senza superare il veicolo che lo precedeva. Secondo la Corte, il cosiddetto ‘tentativo di sorpasso’ non integra la violazione dell’art. 148 del Codice della Strada, che richiede il completamento effettivo della manovra di superamento.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Tentativo di Sorpasso Incompleto: la Cassazione Annulla la Multa

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 31747/2024 offre un chiarimento cruciale sulla disciplina del sorpasso nel Codice della Strada, specificando che un tentativo di sorpasso non portato a compimento non è sanzionabile ai sensi dell’art. 148, comma 12. Questa decisione ribalta le sentenze dei gradi inferiori e stabilisce un principio fondamentale sulla ‘consumazione’ dell’illecito amministrativo.

I Fatti di Causa

Un automobilista veniva sanzionato per aver violato l’art. 148, comma 12, del Codice della Strada, che vieta il sorpasso in corrispondenza di intersezioni non regolate. La contestazione includeva il ritiro della patente e la decurtazione di venti punti. L’uomo si opponeva alla sanzione, sostenendo di aver solo iniziato la manovra, spostandosi sulla corsia di sinistra, per poi interromperla e rientrare immediatamente nella propria corsia senza mai superare il veicolo che lo precedeva.

Tanto il Giudice di Pace quanto il Tribunale, in sede di appello, respingevano le sue ragioni. I giudici di merito avevano qualificato la violazione come un ‘illecito di pericolo astratto’, ritenendo sufficiente l’inizio della manovra per configurare il pericolo e, di conseguenza, l’infrazione, anche in assenza del completamento del sorpasso.

L’Analisi della Corte e il Tentativo di Sorpasso

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’automobilista, fornendo un’interpretazione rigorosa della norma. Il punto centrale del ragionamento risiede nella definizione stessa di ‘sorpasso’ contenuta nel primo comma dell’art. 148: è ‘la manovra mediante la quale un veicolo supera un altro veicolo’.

Secondo gli Ermellini, il verbo ‘superare’ implica necessariamente che l’azione sia portata a compimento. Un semplice spostamento sulla corsia opposta, seguito da un rientro, non integra questa fattispecie. Di conseguenza, un tentativo di sorpasso non può essere equiparato a un sorpasso effettuato.

La Corte ha specificato che la condotta dell’automobilista – essersi spostato a sinistra e aver circolato per un breve tratto contromano – non poteva essere sanzionata come violazione del divieto di sorpasso, poiché l’azione tipica descritta dalla norma non si era ‘consumata’.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Suprema Corte si fonda su una distinzione netta tra la fattispecie contestata (sorpasso vietato ex art. 148) e altre potenziali violazioni, come la circolazione contromano (sanzionata dall’art. 143). La Corte ha chiarito che l’illecito di cui all’art. 148 sussiste solo quando la manovra di sorpasso viene ‘propriamente in essere – ovvero ultimata’.

Non si può applicare per analogia la nozione penalistica di ‘tentativo’ all’illecito amministrativo in questione. L’infrazione si realizza solo con la consumazione effettiva e completa della manovra. La pericolosità intrinseca della situazione non è sufficiente a sanzionare una condotta che non corrisponde pienamente a quella descritta dalla legge.

Conclusioni e Principio di Diritto

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa al Tribunale di Bolzano, enunciando il seguente principio di diritto: ‘non si configura la violazione di cui all’art. 148, comma 12, del codice della strada qualora il conducente del veicolo che, pur spostatosi inizialmente sull’opposta corsia di marcia, non completi la manovra di sorpasso di un altro veicolo in corrispondenza di una intersezione non regolata da semafori o agenti del traffico, rientrando nella propria corsia di marcia’.

Questa pronuncia ha un’importante implicazione pratica: chi inizia una manovra di sorpasso ma si rende conto del pericolo o dell’impossibilità di completarla e desiste, rientrando nella propria corsia, non potrà essere multato per violazione del divieto di sorpasso.

È sanzionabile iniziare una manovra di sorpasso vicino a un incrocio senza completarla?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che se la manovra non viene portata a termine, ovvero non si supera effettivamente l’altro veicolo, non si configura la violazione dell’art. 148, comma 12, del Codice della Strada.

Perché il ‘tentativo di sorpasso’ non è stato considerato un illecito sanzionabile in questo caso?
Perché l’articolo 148 del Codice della Strada definisce il sorpasso come la manovra con cui si ‘supera’ un altro veicolo. L’illecito si perfeziona solo con il completamento di questa azione, non con il semplice inizio. La legge, in questo specifico contesto, non punisce il tentativo.

Quale principio di diritto ha stabilito la Corte in questa ordinanza?
La Corte ha affermato che la violazione del divieto di sorpasso in prossimità di un incrocio non si configura se il conducente, dopo essersi spostato sulla corsia opposta, non completa la manovra e rientra nella propria corsia di marcia senza superare l’altro veicolo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati