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Tempo di vestizione: quando va retribuito in più?

Un infermiere ha richiesto una retribuzione aggiuntiva per il tempo di vestizione, sostenendo che avvenisse al di fuori dell’orario di lavoro. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: spetta al lavoratore dimostrare che le operazioni di vestizione e svestizione sono state effettuate prima della timbratura in entrata e dopo quella in uscita. In assenza di tale prova, il tempo di vestizione non dà diritto a una retribuzione extra, poiché la contrattazione collettiva lo considera già ricompreso nell’orario di lavoro registrato.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Tempo di Vestizione: Quando Rientra nell’Orario di Lavoro Retribuito?

Il tempo di vestizione, ovvero i minuti che un lavoratore impiega per indossare e togliere la divisa aziendale, è da sempre un tema dibattuto nel diritto del lavoro. Rientra nell’orario di lavoro e deve essere pagato? O è un’attività preparatoria esclusa dalla retribuzione? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, focalizzandosi sull’importanza della prova e sul ruolo delle timbrature.

Il Caso: La Richiesta di un Infermiere

Un infermiere dipendente di un’Azienda Sanitaria Provinciale si è rivolto al Tribunale per ottenere il pagamento di una indennità relativa al tempo impiegato per indossare e dismettere la divisa di servizio per un periodo di dieci anni. In primo grado, il Tribunale aveva parzialmente accolto la sua domanda, riconoscendogli una somma a titolo di differenza retributiva, nei limiti della prescrizione di cinque anni.

Successivamente, la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, respingendo completamente la richiesta del lavoratore. La Corte territoriale ha sottolineato che il contratto collettivo di settore (CCNL Sanità) prevede che il tempo per la vestizione e il passaggio di consegne, fino a un massimo di 15 minuti, sia considerato orario di lavoro, ma a una condizione precisa: che risulti dalle timbrature del cartellino. Poiché l’infermiere non aveva dimostrato che queste operazioni avvenissero sistematicamente al di fuori dell’orario registrato, la sua pretesa è stata ritenuta infondata.

La Decisione della Corte sul Tempo di Vestizione

La Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sul ricorso dell’infermiere, ha confermato la decisione della Corte d’Appello, rigettando il ricorso e stabilendo un principio di diritto molto chiaro.

Il Ruolo della Timbratura

I giudici hanno evidenziato come la contrattazione collettiva (art. 27 del CCNL Sanità 2016-2018) leghi esplicitamente la retribuzione del tempo di vestizione alla sua registrazione tramite timbratura. L’accordo prevede che fino a 15 minuti complessivi per vestizione, svestizione e passaggio di consegne siano riconosciuti e retribuiti, purché risultanti dalle timbrature effettuate. Questo significa che il tempo è già ricompreso nell’orario di lavoro ordinario se l’operazione avviene tra la timbratura di entrata e quella di uscita.

L’Onere della Prova a Carico del Lavoratore

Il punto cruciale della decisione riguarda l’onere della prova. La Corte ha stabilito che il lavoratore che chiede una retribuzione aggiuntiva per il tempo di vestizione ha il dovere di dimostrare in modo inequivocabile di aver svolto tali operazioni al di fuori dell’orario di lavoro registrato. In altre parole, deve provare di essere stato costretto a indossare la divisa prima di timbrare il cartellino all’inizio del turno e a toglierla dopo aver timbrato in uscita. Nel caso di specie, il lavoratore non solo non aveva fornito questa prova, ma la sua richiesta di prova testimoniale non era neanche mirata a dimostrare questa specifica circostanza.

Le Motivazioni della Cassazione

La motivazione della Corte si fonda su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Il tempo necessario per indossare la divisa è considerato orario di lavoro retribuibile quando è eterodiretto dal datore di lavoro, cioè quando il lavoratore è obbligato a cambiarsi sul luogo di lavoro per ragioni di igiene, sicurezza o per disposizioni aziendali. Tuttavia, per ottenere una retribuzione in più rispetto a quella ordinaria, non basta affermare che il cambio avviene fuori orario; è necessario provarlo. La Corte ha ritenuto che la Corte d’Appello avesse correttamente evidenziato la mancanza di allegazione e di prova sul fatto che le operazioni di vestizione fossero state eseguite al di fuori dei momenti registrati dalle timbrature. Mancando questa prova, la domanda non poteva essere accolta, poiché il tempo di vestizione si presume assorbito nell’orario di lavoro già retribuito.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale per tutti i lavoratori che indossano una divisa obbligatoria: per ottenere il pagamento del tempo di vestizione come lavoro straordinario o aggiuntivo, è indispensabile poter dimostrare che tale attività è stata svolta al di fuori dell’orario di lavoro ufficiale, come certificato dalle timbrature. La sola imposizione della divisa non è sufficiente. I lavoratori devono essere in grado di provare, con testimoni o altri mezzi, di aver timbrato dopo essersi cambiati all’inizio del turno e prima di essersi cambiati alla fine. In assenza di una prova così specifica, la richiesta di retribuzione extra è destinata a essere respinta.

Il tempo impiegato per indossare la divisa è sempre considerato orario di lavoro retribuito?
Sì, è considerato orario di lavoro se l’uso della divisa è imposto dal datore di lavoro per ragioni di sicurezza o igiene e deve avvenire sul posto di lavoro. Tuttavia, per essere retribuito in aggiunta all’orario normale, il lavoratore deve provare che tale operazione avviene al di fuori dell’orario registrato dalle timbrature.

Chi deve dimostrare che il tempo di vestizione è avvenuto fuori dall’orario di lavoro?
L’onere della prova è a carico del lavoratore. È lui che, chiedendo una retribuzione aggiuntiva, deve dimostrare di aver effettuato le operazioni di vestizione e svestizione prima di timbrare in entrata e dopo aver timbrato in uscita.

Cosa prevede il Contratto Collettivo Nazionale Sanità riguardo al tempo di vestizione?
Il CCNL Sanità (art. 27 del contratto 2016-2018) prevede che siano riconosciuti fino a un massimo di 15 minuti complessivi per vestizione, svestizione e passaggio di consegne, a condizione che tale tempo risulti dalle timbrature effettuate. Ciò implica che è già compreso nell’orario di lavoro retribuito se svolto all’interno del periodo registrato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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