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Tasso soglia mora: come si calcola secondo la Corte

La Corte d’Appello chiarisce il metodo di calcolo del tasso soglia mora, escludendo la somma tra interessi corrispettivi e moratori. La sentenza analizza una causa di presunta usura bancaria, rigettando la domanda dei clienti e riformando parzialmente la decisione di primo grado. Viene stabilito che il tasso di mora del contratto era inferiore al tasso soglia, calcolato secondo la formula indicata dalla Cassazione (TEGM aumentato del 50% più uno spread del 2,1%), escludendo così la natura usuraria del finanziamento.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Tasso Soglia Mora: Come Calcolarlo Correttamente nei Finanziamenti

Una recente sentenza della Corte d’Appello offre un’analisi dettagliata su come determinare se un finanziamento sia usurario, concentrandosi in particolare sul calcolo del tasso soglia mora. La decisione chiarisce che non è corretto sommare gli interessi corrispettivi a quelli moratori e stabilisce la formula precisa per verificare il superamento della soglia di usura, allineandosi ai principi della Corte di Cassazione. Questa pronuncia è fondamentale per comprendere i diritti e i doveri di clienti e istituti di credito.

I fatti di causa

Due clienti avevano citato in giudizio un istituto di credito davanti al Tribunale, sostenendo che il contratto di finanziamento stipulato contenesse tassi di interesse usurari. Chiedevano la dichiarazione di nullità della clausola relativa agli interessi, la conversione del prestito da oneroso a gratuito e la restituzione delle somme indebitamente percepite, oltre a un risarcimento danni. Il Tribunale aveva accolto parzialmente la domanda, condannando la banca a restituire una somma limitata. Insoddisfatti, i clienti hanno proposto appello.

I motivi dell’appello e la difesa della banca

Gli appellanti lamentavano diversi errori nella decisione del primo giudice. In primo luogo, sostenevano che per l’accertamento dell’usura si dovesse procedere alla somma tra gli interessi corrispettivi e quelli moratori. Inoltre, ritenevano che nel calcolo del TAEG dovessero essere inclusi anche i costi dell’assicurazione e gli oneri per l’estinzione anticipata. L’istituto di credito, costituitosi in giudizio, non solo ha chiesto il rigetto dell’appello principale, ma ha anche proposto un appello incidentale, contestando la declaratoria di usurarietà degli interessi moratori fatta dal Tribunale.

La decisione della Corte sul tasso soglia mora

La Corte d’Appello ha respinto l’appello principale dei clienti e accolto quello incidentale della banca, riformando la sentenza di primo grado. Il punto centrale della decisione riguarda il corretto metodo di calcolo del tasso soglia mora. La Corte ha ribadito, citando la giurisprudenza della Cassazione, che gli interessi corrispettivi e quelli moratori hanno funzioni diverse (i primi remunerano il capitale, i secondi risarciscono il ritardo) e quindi non possono essere semplicemente sommati per verificare l’usura. La verifica va fatta separatamente per ciascuna tipologia di interesse.

La formula per il calcolo del tasso soglia mora

Per quanto riguarda gli interessi di mora, la Corte ha specificato la formula corretta per determinare il tasso soglia, discostandosi da quanto fatto dal primo giudice. Il calcolo corretto prevede di prendere il TEGM (Tasso Effettivo Globale Medio) di riferimento, aumentarlo del 50% e aggiungere a questo risultato un ulteriore spread del 2,1%.
Formula: Tasso soglia mora = (TEGM x 1,5) + 2,1%.
Applicando questa formula al caso specifico, il tasso soglia risultava essere del 17,97%, mentre il tasso di mora pattuito nel contratto era del 15,96%. Di conseguenza, il tasso non era usurario.

Le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base di consolidati principi giuridici. Ha chiarito che le penali per l’estinzione anticipata del mutuo non rientrano nel calcolo del TEG ai fini dell’usura, poiché rappresentano un costo eventuale e non necessario, dipendente da una libera scelta futura del debitore. Allo stesso modo, i costi assicurativi possono essere inclusi solo se la loro natura e il nesso funzionale con l’erogazione del credito sono specificamente allegati e provati, cosa che gli appellanti non avevano fatto in modo adeguato. La richiesta di una CTU (Consulenza Tecnica d’Ufficio) è stata ritenuta inammissibile perché avrebbe avuto un carattere ‘esplorativo’, volto a sopperire alle carenze probatorie della parte, funzione non consentita dalla legge.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte d’Appello ha rigettato integralmente le domande dei clienti, accogliendo l’appello incidentale della banca. Ha stabilito che il finanziamento non era usurario, né per gli interessi corrispettivi né per quelli moratori. Di conseguenza, ha condannato i clienti al pagamento di tutte le spese legali di entrambi i gradi di giudizio. La sentenza riafferma un principio cruciale: la verifica dell’usura richiede un’applicazione rigorosa delle metodologie di calcolo stabilite dalla giurisprudenza di legittimità, e le parti che denunciano l’usura hanno l’onere di fornire allegazioni precise e prove concrete a sostegno delle loro tesi.

Come si calcola il tasso soglia mora per verificare l’usura?
Secondo la sentenza, il tasso soglia per gli interessi di mora si calcola prendendo il Tasso Effettivo Globale Medio (TEGM) di riferimento per quella categoria di operazioni, aumentandolo del 50% e aggiungendo al risultato un ulteriore spread del 2,1%. La formula è: (TEGM x 1,5) + 2,1%.

Gli interessi corrispettivi e quelli moratori possono essere sommati per verificare l’usura?
No, la Corte ha stabilito che non è possibile procedere al cumulo materiale delle somme dovute a titolo di interessi corrispettivi e di interessi moratori. Essi hanno funzioni diverse e la verifica dell’usura deve essere condotta separatamente per ciascuna tipologia.

Le penali per l’estinzione anticipata del mutuo rientrano nel calcolo del TAEG ai fini dell’usura?
No. La sentenza chiarisce che le penali per l’estinzione anticipata sono escluse dal calcolo del TEG rilevante per l’usura, poiché rappresentano un costo eventuale e non necessario, che dipende da una scelta successiva e libera del debitore e non è un onere certo per ottenere il credito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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