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Taratura autovelox: prova obbligatoria per la multa

Un automobilista ha impugnato una multa per eccesso di velocità rilevata con telelaser, eccependo lo stato di necessità e la mancata taratura autovelox. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la decisione del Tribunale. Ha stabilito che la prova della calibrazione periodica dell’apparecchio è un elemento costitutivo dell’infrazione e deve essere fornita dall’Amministrazione. Le sole dichiarazioni degli agenti accertatori sul corretto funzionamento non sono sufficienti a sostituire tale prova scientifica.

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Pubblicato il 17 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Taratura Autovelox: La Cassazione Annulla la Multa, la Prova è un Obbligo

L’obbligo di taratura autovelox torna al centro di una importante pronuncia della Corte di Cassazione. Con l’ordinanza n. 29564/2019, la Suprema Corte ha chiarito un principio fondamentale a tutela degli automobilisti: per la validità di una multa per eccesso di velocità, l’Amministrazione deve fornire la prova della periodica calibrazione dello strumento di rilevamento. Una semplice dichiarazione degli agenti non è sufficiente. Analizziamo insieme questa decisione che rafforza i diritti dei cittadini.

I Fatti del Caso: Allarme “Salavavita” e la Contestazione del Telelaser

Un automobilista veniva multato per eccesso di velocità, infrazione rilevata tramite un apparecchio “telelaser”. L’uomo decideva di opporsi al verbale per due ragioni principali. In primo luogo, sosteneva di aver agito in uno stato di necessità: aveva ricevuto un segnale di allarme dal dispositivo “salvavita” del padre, un uomo di oltre novant’anni che viveva da solo, e si stava affrettando a raggiungerlo. In secondo luogo, contestava la validità della misurazione, eccependo la mancanza della prova relativa alla taratura autovelox, ovvero la verifica periodica del corretto funzionamento dello strumento.

Il Percorso Giudiziario e l’Onere della Prova

Il percorso legale del caso è stato altalenante. Inizialmente, il Giudice di Pace aveva accolto il ricorso, annullando la sanzione sulla base dello stato di necessità. Successivamente, la Prefettura aveva presentato appello e il Tribunale aveva ribaltato la decisione, ritenendo insussistente lo stato di necessità e, soprattutto, considerando sufficienti le dichiarazioni degli agenti contenute nel verbale per attestare la corretta funzionalità del telelaser. L’automobilista, non arrendendosi, ha portato il caso dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Cassazione sulla Taratura Autovelox

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’automobilista, cassando con rinvio la sentenza del Tribunale. I giudici di legittimità hanno ribadito un principio ormai consolidato, derivante dalla fondamentale sentenza della Corte Costituzionale n. 113/2015.

L’Insufficienza delle Dichiarazioni degli Agenti

Il punto cruciale della decisione riguarda il valore probatorio delle affermazioni degli agenti. Il Tribunale aveva erroneamente attribuito efficacia probatoria alle mere dichiarazioni degli operanti. La Cassazione chiarisce che la “fede privilegiata” che assiste il verbale di un pubblico ufficiale copre solo i fatti avvenuti in sua presenza o da lui compiuti, ma non si estende a valutazioni tecniche o al corretto funzionamento di apparecchiature complesse. La percezione sensoriale di un agente non può sostituire la prova scientifica fornita da un certificato di taratura.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano sull’interpretazione dell’art. 45, comma 6, del Codice della Strada, alla luce della pronuncia della Corte Costituzionale. Per effetto di tale decisione, tutte le apparecchiature di misurazione della velocità devono essere sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e taratura. La prova di tali verifiche non è un elemento accessorio, ma un elemento costitutivo della fattispecie, ovvero un presupposto essenziale per la validità dell’accertamento. Di conseguenza, l’onere di fornire tale prova spetta all’Amministrazione che contesta l’infrazione. In caso di contestazione da parte del cittadino, anche generica, il giudice deve accertare che tali verifiche siano state effettivamente eseguite. Accettare come prova la sola dichiarazione degli agenti equivarrebbe a vanificare il principio di affidabilità e precisione imposto dalla legge.

Le Conclusioni: Implicazioni per gli Automobilisti

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Conferma che ogni cittadino multato per eccesso di velocità ha il diritto di richiedere e ottenere la prova che l’apparecchio utilizzato fosse non solo omologato, ma anche regolarmente e periodicamente calibrato. La mancanza di tale prova, che deve essere fornita dall’ente accertatore, rende la multa illegittima e annullabile. La decisione rafforza la trasparenza e la correttezza nell’operato della Pubblica Amministrazione, garantendo che le sanzioni siano basate su accertamenti tecnicamente ineccepibili e non su mere percezioni soggettive.

È sufficiente la dichiarazione degli agenti per provare che un autovelox funziona correttamente?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che una mera percezione sensoriale degli agenti non può sostituire la prova scientifica derivante dalla taratura periodica dell’apparecchio, che ne attesta la corretta funzionalità.

Chi deve provare che l’autovelox è stato regolarmente calibrato?
L’onere della prova della corretta funzionalità e della taratura periodica dell’autovelox è a carico dell’Amministrazione che ha emesso la multa, in quanto rappresenta un elemento costitutivo dell’infrazione contestata.

Se contesto la mancanza di taratura solo in una fase avanzata del processo, la mia obiezione è ancora valida?
Sì. Secondo la Corte, poiché la prova della taratura è un presupposto essenziale della violazione, la sua mancanza deve essere verificata dal giudice anche in difetto di una specifica e tempestiva richiesta del ricorrente, essendo sufficiente una contestazione generica del corretto funzionamento dell’apparecchio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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