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TAEG assicurazione obbligatoria: Cassazione conferma

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2600 del 2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un istituto di credito, confermando che il costo della polizza assicurativa obbligatoria deve essere incluso nel calcolo del TAEG per la verifica del superamento della soglia di usura. La Corte ha ribadito che tutte le spese collegate all’erogazione del credito, anche se imposte per legge come nel caso della cessione del quinto, costituiscono un onere economico per il cliente e devono essere considerate nel costo totale del finanziamento.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

TAEG assicurazione obbligatoria: la Cassazione ribadisce l’inclusione nel calcolo dell’usura

Con la recente sentenza n. 2600 del 29 gennaio 2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale per la tutela dei consumatori nel settore del credito: il calcolo del TAEG assicurazione obbligatoria. La Suprema Corte ha confermato il suo orientamento consolidato, stabilendo che i costi delle polizze assicurative imposte per legge, come quelle per i prestiti con cessione del quinto dello stipendio o della pensione, devono essere sempre inclusi nella determinazione del tasso effettivo globale per verificare il rispetto delle soglie anti-usura.

I fatti del caso: un finanziamento e i costi contestati

La vicenda trae origine dalla richiesta di un cliente che, dopo aver stipulato un contratto di finanziamento tramite cessione del quinto della pensione, aveva citato in giudizio l’istituto di credito. Il cliente sosteneva che il tasso di interesse applicato fosse usurario, poiché la banca non aveva incluso nel calcolo del TAEG il costo della polizza assicurativa obbligatoria sulla vita, imposta per legge per questa tipologia di prestiti.

Sia il Giudice di Pace in primo grado che il Tribunale in appello avevano dato ragione al consumatore, condannando l’istituto finanziario alla restituzione degli interessi pagati. Secondo i giudici di merito, il costo dell’assicurazione rappresentava un onere imprescindibile per ottenere il finanziamento e, come tale, doveva essere conteggiato nel costo totale del credito.

Il ricorso in Cassazione e la questione del TAEG assicurazione obbligatoria

L’istituto di credito, non condividendo la decisione del Tribunale, ha proposto ricorso in Cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo principale. La banca sosteneva che le spese per l’assicurazione obbligatoria, derivando da un obbligo di legge (D.P.R. 180/1950), non dovessero essere considerate ai fini della valutazione dei costi usurari. A supporto della sua tesi, richiamava le Istruzioni della Banca d’Italia del 2006, che escludevano tali spese dal calcolo del tasso di riferimento.

Secondo la ricorrente, escludendo tale voce di costo, il TAEG del finanziamento sarebbe risultato inferiore al tasso soglia vigente all’epoca dei fatti, escludendo così la natura usuraria del contratto. Inoltre, la banca contestava la sanzione della gratuità del finanziamento (prevista dall’art. 1815 c.c.) come sproporzionata.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso in parte infondato e in parte inammissibile, confermando in toto la correttezza della decisione del Tribunale. La motivazione dei giudici si fonda su un principio chiaro e consolidato nella giurisprudenza di legittimità.

Inclusione di tutti i costi nel TAEG

Il Collegio ha ribadito che, ai fini della verifica del superamento del tasso soglia, devono essere considerati tutti gli oneri che un cliente sopporta in relazione al contratto di credito, ad eccezione di tasse e imposte. Il costo della polizza assicurativa obbligatoria, sebbene imposto dalla legge, è un onere direttamente collegato all’erogazione del finanziamento. Senza la stipula di tale polizza, il prestito non verrebbe concesso. Pertanto, rappresenta a tutti gli effetti un costo del credito che grava sul mutuatario e deve essere incluso nel calcolo del TAEG assicurazione obbligatoria.

La Corte ha sottolineato che l’interpretazione della normativa anti-usura (art. 644 del Codice Penale e L. 108/1996) prevale su qualsiasi istruzione amministrativa, come quelle emanate dalla Banca d’Italia, che peraltro sono state modificate a partire dal 2010 proprio per allinearsi a questo principio.

Inammissibilità del secondo profilo di doglianza

Per quanto riguarda la contestazione sulla gratuità del finanziamento, la Corte ha dichiarato il motivo inammissibile per ragioni procedurali. La banca non aveva dimostrato di aver sollevato questa specifica eccezione nei gradi di giudizio precedenti. Di conseguenza, la questione non poteva essere esaminata per la prima volta in sede di legittimità.

Conclusioni: cosa significa questa sentenza per i consumatori?

La sentenza n. 2600/2024 rafforza ulteriormente la protezione dei consumatori contro le pratiche di usura bancaria. Il principio affermato è di fondamentale importanza pratica: ogni costo che il cliente è obbligato a sostenere per ottenere un prestito deve essere trasparente e incluso nel calcolo del TAEG.

Questo pronunciamento conferma che i consumatori che hanno stipulato finanziamenti con cessione del quinto (o simili) hanno il diritto di verificare che tutti i costi, inclusi quelli assicurativi obbligatori, siano stati correttamente conteggiati. Qualora si riscontrasse un superamento del tasso soglia, potrebbero avere diritto alla restituzione totale degli interessi pagati, dovendo rimborsare solo il capitale ricevuto in prestito.

Il costo della polizza assicurativa obbligatoria va incluso nel calcolo del TAEG per verificare l’usura?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il costo della polizza assicurativa obbligatoria, essendo un onere necessario per ottenere il finanziamento, deve essere sempre incluso nel calcolo del Tasso Annuo Effettivo Globale (TAEG) per stabilire se il tasso di interesse superi la soglia dell’usura.

Le istruzioni della Banca d’Italia possono escludere certi costi dal calcolo dell’usura?
No, la sentenza chiarisce che l’interpretazione della legge (in particolare dell’art. 644 del Codice Penale) da parte dei giudici prevale sulle istruzioni amministrative. Pertanto, anche se le istruzioni della Banca d’Italia in passato potevano indicare diversamente, esse non possono legittimare l’esclusione di costi che, per legge, fanno parte del carico economico del finanziamento.

Qual è la conseguenza se un finanziamento risulta usurario?
La sentenza, confermando le decisioni dei giudici di merito su questo punto, applica la sanzione prevista dall’art. 1815, comma 2, del Codice Civile. Se viene accertata l’usura, la clausola sugli interessi è nulla e il prestatore perde il diritto a percepire qualsiasi interesse. Il cliente sarà quindi tenuto a restituire solo il capitale preso in prestito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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