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Supercondominio: quando si pagano le spese comuni?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2580/2024, ha chiarito la natura del supercondominio e la ripartizione delle spese. Nel caso esaminato, alcuni proprietari di villette, pur essendo collegate alla rete fognaria e idrica di un complesso condominiale, non erano tenuti a pagare per servizi che non utilizzavano, come la guardiania o la manutenzione delle strade interne. La Corte ha stabilito che il supercondominio sorge di fatto quando esistono beni o servizi condivisi, ma l’obbligo di contribuzione alle spese è limitato solo a tali beni e servizi. Le delibere assembleari che impongono costi per servizi non goduti sono state dichiarate nulle.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Supercondominio: Paghi Solo per i Servizi Che Usi

Vivere in un complesso residenziale composto da più edifici può generare dubbi sulla ripartizione delle spese, specialmente quando le proprietà non sono tutte uguali. La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n. 2580/2024, offre chiarimenti fondamentali sul concetto di supercondominio e sugli obblighi dei singoli proprietari, stabilendo un principio di equità: si contribuisce solo ai costi dei beni e servizi effettivamente condivisi.

I Fatti del Caso: Villette Esterne e Spese Comuni

La vicenda ha origine dalla richiesta di pagamento di oneri condominiali da parte di un grande complesso residenziale nei confronti dei proprietari di alcune villette a schiera. Queste villette, pur essendo state costruite sullo stesso comparto urbanistico, si trovavano all’esterno della recinzione principale del condominio, con un accesso separato.

I proprietari delle villette si opponevano al pagamento, sostenendo di non essere parte del condominio e di non poter usufruire di molti servizi centralizzati, come la guardiania, la manutenzione delle strade interne, l’illuminazione del parco, il cancello d’ingresso e l’impianto citofonico. L’unico legame oggettivo era costituito dal collegamento delle loro abitazioni alla rete fognaria e idrica comune del complesso.

Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione al condominio, ma la Corte d’Appello aveva ribaltato parzialmente la decisione. I giudici di secondo grado avevano riconosciuto l’esistenza di un supercondominio di fatto, sorto automaticamente per la presenza di impianti comuni (idrico e fognario), ma avevano limitato l’obbligo di pagamento dei proprietari delle villette alle sole spese relative a tali impianti, escludendo tutte le altre.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Supercondominio

La questione è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, che ha confermato la sentenza d’appello, respingendo sia il ricorso principale del condominio sia quello incidentale dei proprietari delle villette.

La Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato: il supercondominio sorge ipso iure et facto, cioè automaticamente, quando più unità immobiliari o edifici hanno in comune beni o servizi essenziali. Non è necessaria una delibera formale o un atto costitutivo. La semplice esistenza di una relazione di accessorietà funzionale tra i beni comuni e le singole proprietà è sufficiente a creare questa entità.

La Nullità delle Delibere Impositive di Spese non Dovute

Il punto cruciale della decisione riguarda la validità delle delibere assembleari. Il condominio sosteneva che le delibere di approvazione dei bilanci fossero al massimo annullabili e, non essendo state impugnate nei termini, fossero diventate definitive. La Cassazione ha respinto questa tesi, chiarendo la differenza tra delibera nulla e annullabile.

Una delibera è nulla quando l’assemblea esorbita dalle proprie competenze, ad esempio modificando i criteri legali o convenzionali di ripartizione delle spese. Imporre a un gruppo di condomini il pagamento di spese per servizi di cui non possono usufruire rientra in questa categoria. Tale nullità è insanabile e può essere fatta valere in qualsiasi momento, anche in sede di opposizione a un decreto ingiuntivo. Di contro, una delibera è solo annullabile se si limita a violare o disattendere i criteri esistenti in un caso specifico.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base del principio che lega l’obbligo di contribuzione all’utilità che ciascun condomino trae dalle parti comuni. Se alcuni beni o servizi (come la guardiania, le strade interne, il cancello) servono solo una parte del complesso immobiliare, le relative spese devono essere sostenute esclusivamente dai proprietari che ne beneficiano.

Nel caso specifico, è stato accertato che i proprietari delle villette non avevano accesso al parco interno, non utilizzavano il cancello elettrico né la portineria. Pertanto, l’assemblea del condominio principale non aveva il potere di imporre loro le relative spese. Le delibere che approvavano bilanci includendo tali costi a carico dei proprietari esterni erano, di conseguenza, affette da nullità per “impossibilità giuridica dell’oggetto” e per “difetto assoluto di attribuzioni”. L’esistenza di un supercondominio per la gestione di alcuni impianti non conferisce all’amministratore del condominio principale il potere di gestire in toto anche le proprietà esterne, né di imporre loro costi non pertinenti.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un importante principio di giustizia ed equità nella gestione condominiale. Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Nascita Automatica del Supercondominio: La condivisione anche di un solo impianto essenziale (es. fognatura) tra edifici diversi è sufficiente a creare un supercondominio.
2. Principio di Separazione delle Spese: L’obbligo di contribuzione è strettamente legato all’utilizzo. I proprietari sono tenuti a pagare solo per i beni e i servizi da cui traggono un’utilità diretta.
3. Nullità delle Delibere Inique: Le delibere che addebitano spese per servizi non goduti a una parte dei condomini sono nulle e possono essere contestate senza limiti di tempo.

I proprietari di immobili in complessi articolati devono quindi verificare attentamente quali servizi sono effettivamente comuni prima di accettare la ripartizione delle spese proposta dall’amministrazione, avendo il diritto di opporsi a richieste di pagamento per costi non dovuti.

Come nasce un supercondominio?
Un supercondominio nasce automaticamente, per legge e di fatto (ipso iure et facto), quando più edifici o unità immobiliari hanno in comune beni o servizi essenziali, come impianti idrici, fognari o viali d’accesso. Non è necessario un atto formale di costituzione.

I proprietari di un supercondominio devono pagare tutte le spese del condominio principale?
No. L’obbligo di contribuire alle spese è limitato esclusivamente ai costi di manutenzione e gestione dei beni e servizi effettivamente condivisi. Se un proprietario non può usufruire di un servizio (es. guardiania, pulizia delle scale di un altro edificio), non è tenuto a pagarne i costi.

Cosa succede se l’assemblea addebita spese per servizi non utilizzati?
Secondo la Corte di Cassazione, una delibera assembleare che impone a un condomino di pagare per servizi di cui non può beneficiare è nulla per ‘difetto assoluto di attribuzioni’. Questa nullità è insanabile e può essere fatta valere in qualsiasi momento, anche per difendersi da una richiesta di pagamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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