LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Successione nel processo: diritti e doveri del legatario

In un caso di abusi edilizi e sconfinamento, la Corte di Cassazione affronta la questione della successione nel processo. Viene chiarito che il legatario, quale successore a titolo particolare nel diritto controverso, una volta chiamato in causa non può pretendere l’annullamento delle prove raccolte prima del suo ingresso, ma deve accettare il processo nello stato in cui si trova. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando che la partecipazione al giudizio, anche se successiva, garantisce il diritto di difesa senza necessità di rinnovare l’intera istruttoria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Successione nel processo: diritti e doveri del legatario chiamato in causa

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8302/2024, ha fornito importanti chiarimenti sulla successione nel processo e, in particolare, sulla posizione del legatario che subentra in un giudizio già avviato. La pronuncia stabilisce che il successore a titolo particolare, una volta chiamato in causa, non ha il diritto di pretendere un ‘azzeramento’ del processo e la rinnovazione delle prove già assunte.

I fatti del caso: costruzione abusiva e subentro nel processo

La vicenda trae origine da una causa civile iniziata nel 2000. Una proprietaria citava in giudizio il suo vicino, accusandolo di aver realizzato opere edili illegittime sul proprio fondo. Le contestazioni erano molteplici: violazione di un vincolo di inedificabilità, aumento di cubatura, sconfinamento sul terreno dell’attrice e creazione di vedute a distanza non legale.

Durante il lungo iter processuale di primo grado, il convenuto originario decedeva. Il processo veniva interrotto e poi riassunto nei confronti dei suoi eredi. Successivamente, a seguito di ulteriori eventi, veniva disposta la chiamata in causa di una terza persona, la quale aveva ricevuto in legato (cioè tramite una specifica disposizione testamentaria) proprio l’immobile oggetto della controversia. Quest’ultima, divenuta a tutti gli effetti la successore a titolo particolare nel diritto controverso, si costituiva in giudizio chiedendo la rinnovazione dell’istruttoria, poiché le prove principali erano state raccolte prima della sua partecipazione.

Il Tribunale accoglieva le domande dell’attrice, condannando la legataria alla demolizione delle opere abusive e al risarcimento dei danni. La decisione veniva confermata anche dalla Corte d’Appello, spingendo la legataria a ricorrere in Cassazione.

La questione giuridica della successione nel processo

Il fulcro del ricorso per cassazione si basava su un presunto vizio procedurale. La ricorrente sosteneva che, essendo una legataria e quindi una successore a titolo particolare, non poteva essere considerata parte del processo fin dalla prima riassunzione (notificata impersonalmente agli eredi). A suo dire, la sua partecipazione era legittima solo dal momento della chiamata in causa ordinata dal giudice. Di conseguenza, riteneva che tutte le prove raccolte in sua assenza fossero a lei inopponibili e che il processo avrebbe dovuto essere istruito nuovamente per garantirle un pieno diritto di difesa, in ossequio al principio del contraddittorio.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, ritenendolo in parte inammissibile e in parte manifestamente infondato. I giudici hanno chiarito in modo netto i principi che regolano la successione nel processo ai sensi dell’art. 111 del codice di procedura civile.

Il Collegio ha ribadito che, in caso di trasferimento del diritto controverso per causa di morte, il processo prosegue nei confronti del successore universale (l’erede). Il successore a titolo particolare, come il legatario, non diventa automaticamente parte del processo e non è un litisconsorte necessario. Egli ha la facoltà di intervenire volontariamente oppure può essere chiamato in giudizio su iniziativa di una delle altre parti o per ordine del giudice, come avvenuto nel caso di specie (ex art. 107 c.p.c.).

Il punto cruciale della decisione è il seguente: una volta che il successore a titolo particolare entra nel processo, accetta la causa nello stato in cui si trova. Non si verifica alcuna invalidità degli atti istruttori compiuti in sua assenza. Egli ha certamente il diritto di difendersi, anche proponendo nuove prove per contrastare i risultati di quelle già espletate, ma non può pretendere una regressione del procedimento o una totale rinnovazione della fase istruttoria.

La Corte ha specificato che nessuna violazione del contraddittorio si è realizzata, poiché la legataria era stata regolarmente chiamata in causa, si era costituita e aveva potuto esercitare pienamente il proprio diritto di difesa nel primo grado di giudizio. La sua precedente qualificazione come erede e la conseguente dichiarazione di contumacia sono state implicitamente superate e revocate dalla successiva chiamata in causa in qualità di legataria.

Le conclusioni

Con questa ordinanza, la Cassazione conferma un principio fondamentale per la stabilità e l’efficienza dei processi civili. La successione nel processo non comporta un’automatica regressione del giudizio. Il successore a titolo particolare che viene coinvolto in una causa pendente deve attivarsi per tutelare i propri interessi dal momento del suo ingresso, senza poter rimettere in discussione l’attività processuale legittimamente svolta in precedenza. Questa regola bilancia la tutela del diritto di difesa del successore con l’esigenza di ragionevole durata del processo, evitando che i trasferimenti di diritti possano essere usati per paralizzare o ritardare indefinitamente la giustizia.

Un legatario che subentra in una causa già iniziata è considerato parte fin dall’inizio?
No, il processo di norma prosegue tra le parti originarie. Il legatario, in qualità di successore a titolo particolare, diventa parte del processo solo se interviene volontariamente o se viene chiamato in causa, come è avvenuto in questo caso su ordine del giudice.

Il successore a titolo particolare può chiedere che le prove raccolte prima del suo ingresso nel processo vengano annullate o ripetute?
No. La Corte ha stabilito che, una volta chiamato in causa, il successore accetta il processo nello stato in cui si trova. Non può pretendere l’annullamento degli atti istruttori precedenti, ma ha la facoltà di difendersi con nuove prove per contrastare i risultati già acquisiti.

La chiamata in causa del legatario in un processo è obbligatoria per la sua validità?
No, non si tratta di un’ipotesi di litisconsorzio necessario. L’articolo 111 del codice di procedura civile prevede che il processo prosegua tra le parti originarie. La chiamata del successore è una facoltà delle parti o del giudice per ragioni di opportunità, ma non un obbligo per la validità del processo stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati