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Startup innovativa: requisiti per la liquidazione

Il Tribunale di Firenze ha stabilito che per qualificare una società come startup innovativa, e quindi ammetterla alla liquidazione controllata anziché a quella giudiziale, è necessaria una verifica sostanziale dei requisiti, non bastando la mera iscrizione formale nel registro delle imprese. Nel caso specifico, la titolarità di un software, anche se registrato formalmente solo in un secondo momento, è stata ritenuta sufficiente a provare il requisito innovativo per tutto il periodo richiesto dalla legge.

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Startup innovativa: la forma non basta, serve la sostanza

Una recente sentenza del Tribunale di Firenze riaccende i riflettori su un tema cruciale per l’ecosistema imprenditoriale: quali sono i reali confini che definiscono una startup innovativa e la proteggono dalla liquidazione giudiziale? Il provvedimento analizza la necessità di andare oltre la mera iscrizione formale nel registro delle imprese, richiedendo una verifica concreta e sostanziale dei requisiti di innovatività. Questa decisione offre importanti spunti di riflessione per imprenditori, investitori e creditori.

I fatti del caso: la doppia istanza al Tribunale

La vicenda vede contrapposte due istanze. Da un lato, due ex dipendenti, creditori per retribuzioni non corrisposte e forti di un decreto ingiuntivo, chiedevano la liquidazione giudiziale (l’istituto che ha sostituito il fallimento) di una società tecnologica. Dall’altro, la stessa società, sostenendo di possedere i requisiti di startup innovativa, presentava istanza per l’apertura della procedura di liquidazione controllata, una via riservata ai soggetti in stato di sovraindebitamento non fallibili.

La società debitrice argomentava di trovarsi in una grave crisi economico-finanziaria dovuta a molteplici fattori, tra cui ritardi nello sviluppo della propria piattaforma software, la pandemia, la crisi energetica e la mancata concretizzazione di partnership industriali. Nonostante i tentativi di risanamento, la situazione era divenuta insostenibile, portando alla richiesta di accesso alla procedura minore.

La questione giuridica e i requisiti della startup innovativa

Il cuore della controversia risiedeva nella qualificazione giuridica della società. Secondo la normativa italiana, una startup innovativa non può essere assoggettata a liquidazione giudiziale, ma solo a procedure di gestione del sovraindebitamento. I creditori contestavano la sussistenza di tale status, in particolare mettendo in dubbio la persistenza di uno dei requisiti soggettivi previsti dalla legge: la titolarità di diritti relativi a un software registrato.

Secondo la tesi dei creditori, la registrazione del software presso la SIAE era avvenuta solo in una fase avanzata della vita della società, e non era quindi possibile dimostrare il possesso del requisito per tutto il quinquennio richiesto. Tale obiezione mirava a far decadere lo status privilegiato della società, aprendo la strada alla più gravosa liquidazione giudiziale, che offre maggiori tutele ai creditori, come la possibilità di esercitare azioni di responsabilità contro gli amministratori.

L’approccio sostanziale del Tribunale

Il Tribunale di Firenze ha sposato un’interpretazione sostanziale, in linea con un precedente orientamento della Corte di Cassazione (sent. n. 21152/2022). I giudici hanno affermato che, sebbene l’iscrizione nella sezione speciale del Registro delle Imprese sia una condizione necessaria, non è di per sé sufficiente a garantire l’applicazione del regime agevolato. È compito del giudice verificare in concreto l’effettivo possesso dei requisiti.

Nel caso specifico, la corte ha ritenuto provata la titolarità del software anche per il periodo precedente alla sua formale registrazione. La prova è emersa dall’analisi della documentazione societaria, in particolare da una nota integrativa a un bilancio passato, in cui la società descriveva dettagliatamente l’attività di sviluppo e implementazione delle applicazioni software che costituivano il nucleo della sua attività commerciale. Questo elemento è stato considerato decisivo per dimostrare che la società era titolare dei diritti di sfruttamento economico del software ben prima della sua registrazione formale.

Le motivazioni della decisione

Il Tribunale ha motivato la sua decisione sulla base di due pilastri fondamentali. In primo luogo, ha riaffermato che il criterio per la scelta della procedura non può essere la mera convenienza per i creditori, ma la verifica effettiva della natura della società. La legge riserva un trattamento specifico alla startup innovativa per favorirne la nascita e lo sviluppo, e questa finalità deve essere rispettata.

In secondo luogo, ha dato prevalenza alla sostanza sulla forma. Ritenere che il requisito della titolarità del software esista solo dal momento della registrazione formale sarebbe un approccio eccessivamente restrittivo. Il giudice, basandosi su pareri ministeriali e sulla documentazione contabile, ha concluso che la società aveva sviluppato e possedeva i diritti sul software per tutto il periodo necessario, soddisfacendo così il requisito sostanziale richiesto dalla legge.

Le conclusioni

La sentenza stabilisce un principio di grande importanza: per una startup innovativa, la dimostrazione dei requisiti di legge può avvenire anche tramite prove sostanziali che attestino la natura innovativa dell’attività, al di là dei meri adempimenti formali come la data di registrazione di un brevetto o di un software. Questa decisione rafforza la tutela per le startup in crisi, confermando che il loro accesso a procedure di risoluzione della crisi meno punitive è subordinato a una valutazione concreta e non meramente cartolare del loro carattere innovativo. Per gli imprenditori, ciò significa dover documentare con attenzione e costanza, fin dalle prime fasi, l’attività di ricerca e sviluppo che giustifica il loro status speciale.

L’iscrizione nel registro delle imprese è sufficiente per essere considerati una startup innovativa ed evitare la liquidazione giudiziale?
No, l’iscrizione è una condizione necessaria ma non sufficiente. Come chiarito dalla sentenza, il Tribunale deve verificare in concreto la sussistenza effettiva e sostanziale dei requisiti previsti dalla legge, non potendosi basare solo su un riscontro meramente formale.

Un software deve essere registrato formalmente per provare il requisito innovativo di una startup?
Non necessariamente dal primo giorno. La sentenza stabilisce che la titolarità dei diritti sul software può essere provata anche per il periodo precedente alla registrazione formale, ad esempio attraverso la documentazione societaria (come le note integrative al bilancio) che dimostra l’attività di sviluppo e implementazione del software nel corso del tempo.

Quale procedura si applica a una startup innovativa in stato di insolvenza?
Una startup innovativa che possiede i requisiti di legge non è soggetta alla liquidazione giudiziale (ex fallimento), ma può accedere esclusivamente alle procedure di gestione del sovraindebitamento, come la liquidazione controllata, che è stata aperta nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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