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Stabilizzazione precari: stop al risarcimento danni

Un docente del settore AFAM aveva ottenuto un risarcimento per l’abuso nella reiterazione di contratti a termine. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che la successiva assunzione a tempo indeterminato del lavoratore (stabilizzazione precari) può sanare l’illecito, escludendo il diritto al risarcimento. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per verificare se esista un nesso causale tra i contratti precari e la successiva stabilizzazione, un fattore che il giudice deve valutare anche d’ufficio.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Stabilizzazione Precari: Quando l’Assunzione Definitiva Annulla il Risarcimento

La questione del precariato nel pubblico impiego e le tutele per i lavoratori sono temi di costante attualità. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un aspetto cruciale: la stabilizzazione precari può cancellare il diritto al risarcimento del danno per l’abuso di contratti a termine? La risposta degli Ermellini è affermativa, ma a precise condizioni, delineando un principio di portata generale per tutto il pubblico impiego.

I Fatti del Caso

Un docente del settore dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM) aveva ottenuto dalla Corte territoriale il riconoscimento del proprio diritto al risarcimento del danno. I giudici di merito avevano accertato un abuso nella reiterazione dei contratti a termine, con il superamento del limite massimo di durata di 36 mesi. In assenza di piani straordinari di assunzione per il settore AFAM, la Corte aveva condannato l’amministrazione a risarcire il lavoratore.

Il Ministero competente, tuttavia, ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando un punto decisivo: la Corte territoriale non aveva considerato che, nel frattempo, il docente era stato assunto a tempo indeterminato. Secondo l’amministrazione, questa immissione in ruolo rappresentava una “sanatoria” dell’abuso pregresso, estinguendo di fatto il diritto al risarcimento.

La Valenza della Stabilizzazione Precari secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Ministero, ribaltando la decisione precedente. Il collegio ha chiarito che l’assunzione a tempo indeterminato non è un fatto irrilevante, ma una circostanza potenzialmente risolutiva della controversia. Riprendendo un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato, la Corte ha affermato un principio fondamentale.

L’immissione in ruolo del lavoratore precario costituisce una misura sanzionatoria idonea e sufficiente a reintegrare le conseguenze pregiudizievoli dell’abuso. In altre parole, l’ottenimento del “bene della vita” a cui il lavoratore aspirava – ovvero il posto fisso – può di per sé compensare il danno subito.

Il Nesso di Causalità: la Condizione Essenziale

Attenzione però: non ogni assunzione a tempo indeterminato ha questo effetto “sanante”. La Corte ha specificato che la stabilizzazione precari estingue il diritto al risarcimento solo se esiste un chiaro rapporto di causa-effetto tra il precedente servizio precario e la successiva immissione in ruolo. Questo si verifica, ad esempio, quando l’assunzione avviene attraverso:

* Specifiche previsioni legislative di stabilizzazione.
* Percorsi concorsuali espressamente riservati al personale precario vittima dell’abuso.

In questi casi, l’assunzione non è un evento fortuito, ma il risultato diretto del servizio prestato, e quindi agisce come una forma di risarcimento in forma specifica.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha censurato la decisione della Corte d’Appello per non aver indagato questo aspetto. I giudici hanno sottolineato che l’avvenuta assunzione in ruolo è un fatto che il giudice ha il potere-dovere di verificare, anche d’ufficio, data la sua decisività. Si tratta di un’eccezione in senso lato, che può essere rilevata in ogni stato e grado del processo, in quanto idonea a paralizzare la pretesa risarcitoria.

L’ordinanza chiarisce che il principio dell’efficacia sanante della stabilizzazione, nato nel contesto del settore scolastico, ha ormai acquisito una valenza generale, applicabile a tutti i settori del pubblico impiego privatizzato. Pertanto, la Corte territoriale avrebbe dovuto accertare non solo l’avvenuta assunzione, ma anche le modalità e le ragioni che l’hanno determinata, per valutarne la rilevanza causale rispetto ai pregressi contratti a termine.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, cassato la sentenza impugnata e rinviato la causa alla Corte d’Appello di Genova, in diversa composizione, per una nuova valutazione. Il giudice del rinvio dovrà ora accertare se la stabilizzazione del docente sia causalmente collegata al servizio precario prestato. In caso affermativo, il diritto al risarcimento del cosiddetto danno eurounitario dovrà essere escluso.

Questa pronuncia offre un’importante lezione pratica: per i lavoratori precari del settore pubblico che ottengono la stabilizzazione, la possibilità di richiedere un risarcimento per il passato abuso di contratti a termine dipende strettamente dalle modalità con cui hanno ottenuto il posto fisso. La semplice assunzione non basta; è necessario che essa non sia il frutto di un percorso di stabilizzazione pensato proprio per porre rimedio al pregresso precariato.

L’assunzione a tempo indeterminato (stabilizzazione) cancella il diritto al risarcimento per l’abuso di contratti a termine?
Sì, può cancellarlo. La Corte di Cassazione ha stabilito che la successiva immissione in ruolo costituisce una misura idonea a reintegrare le conseguenze dell’abuso, ma solo se l’assunzione è ricollegabile ai precedenti contratti a termine (rapporto di causa-effetto), ad esempio tramite percorsi di stabilizzazione specifici.

Il giudice deve verificare d’ufficio se il lavoratore è stato stabilizzato?
Sì. Secondo la Corte, l’avvenuta assunzione in ruolo è un fatto con potenziale portata idonea ad escludere il pregiudizio risarcibile. Costituisce un’eccezione in senso lato che il giudice deve indagare d’ufficio, anche in appello.

Questo principio si applica solo al settore scolastico?
No. Sebbene nato in ambito scolastico, la Corte chiarisce che il principio dell’efficacia sanante della stabilizzazione è stato esteso ad altri settori del pubblico impiego privatizzato, dimostrando la sua valenza generale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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